Un nuovo progetto con “nuovi” ruoli: Berlusconi ha deciso, riscendendo in campo per l’ennesima volta nella sua infinita giovinezza politica, di affidare ad Antonio Tajani (vicepresidente), Adriano Galliani (capo dei dipartimenti) e Sestino Giacomoni (coordinatore dei coordinatori) i tre ruoli chiavi della “nuova” Forza Italia. «Un rinnovamento che dovrà essere anche a livello di idee, con il contributo di tutti voi», rilancia l’ex Cav ai parlamentari riuniti a Roma. «Con Antonio Tajani, Forza Italia ha scelto i moderati: i Popolari, gli europeisti che vogliono il cambiamento. Con Adriano Galliani ha scelto la competenza, la concretezza e l’esperienza di uno dei migliori manager che ho conosciuto in tanti anni di lavoro. In questi giorni, con la sempre preziosa collaborazione di Sestino Giacomoni, che abbiamo indicato nel ruolo di coordinatore dei coordinatori regionali, sto incontrando i nostri responsabili nelle regioni». La costante però sarà sempre lui, l’eterno Silvio: «Io sarò con voi in questa battaglia per tornare al governo. Sarò in campo perché lo considero un dovere morale verso il mio Paese». Prima conferma di ciò? Berlusconi sarà il capolista alle prossime Elezioni Europee nel 2019.
BERLUSCONI “RILANCIA” FORZA ITALIA
Si chiamerà Altra Italia il nuovo progetto politico di Silvio Berlusconi. O forse no. O almeno, per ora non è chiarissimo che forma potrà avere questo (ennesimo) rilancio di Forza Italia, partito cucito ormai inseparabilmente al proprio creatore e fondatore. In piena crisi di consensi, con i sondaggi che danno gli azzurri ai minimi storici (tra l’8 e il 10’% su scala nazionale), l’ex Cavaliere prova a rilanciare il Centrodestra non abbandonando ancora l’idea di “ritrovare” il figliol prodigo Salvini dopo l’esperienza di Governo gialloverde. Nello stesso tempo, Berlusconi intende far accelerare, al nemico-alleato leghista, la caduta dello stesso esecutivo per poter vincere le eventuali elezioni anticipate con di nuovo la Coalizione tutta unita. «Vi dico subito che guardando la situazione attuale e a quello che sta succedendo nel giro di alcuni mesi questo governo finirà. Ritengo che questo incontro sia il punto di partenza per il nostro futuro: dobbiamo realizzarlo con una forma di democrazia di base. Forza Italia rappresenta la parte migliore degli italiani: la sinistra è legata ai vecchi disegni del secolo scorso, i populisti sospinti dall’invidia e dall’odio sociale non sono in grado di governare», attacca l’arzillo ex Cav davanti alla platea riunita dei suoi fedelissimi.
“SALVINI BLOCCHI IL DECRETO DIGNITÀ”
Negli ultimi giorni i progetti di Antonio Tajani – sempre più dentro a Forza Italia come coordinatore – hanno dato al partito una forma più vicina al PPE per marcare la differenza con Salvini e, chissà, per richiamare antichi “alleati” come Renzi o l’enclave centrista sparsa su più partiti in Parlamento (e anche fuori). Berlusconi però resta al centro, e non si schioda da lì, del “rinnovato” progetto forzista con un nome che potrebbe essere “Altra Italia”: «Io credo che la bolla di consenso che oggi accompagna i partiti di governo si sgonfierà velocemente e la politica ricomincerà a correre, a contare e a farsi valere. Spero che la Lega se ne renda conto in tempo, ricostituendo anche a livello nazionale quell’alleanza di centro-destra che è la maggioranza naturale degli italiani. Quello sarà il nostro momento. Il momento di ridare una casa politica, un progetto serio, una speranza a quella che mi piace chiamare la ‘nostra Italia’, ‘l’altra Italia». Il riferimento poi diretto a Salvini è dato dal “nodo” Decreto Dignità, quando Berlusconi rivolge un appello al leader del Carroccio: «io spero ancora che la Lega ci aiuti, anzi rivolgiamo un accorato appello a Salvini per bloccare queste norme, in nome delle aziende, dei produttori, dei lavoratori, degli artigiani, dei commercianti, degli agricoltori, che non hanno davvero bisogno di altre difficoltà da aggiungere alle tante con cui combattono ogni giorno». E Salvini? Le prime repliche non sono proprio “allineanti”, «Io non blocco nulla, lavoriamo per migliorare. Non è mia intenzione tornare a votare, perché gli italiani hanno già votato poco tempo fa».