Non poteva mancare la controreplica del diretto interessato, lo scrittore Roberto Saviano, il cui nome è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di diffamazione dopo la denuncia giunta dal ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini. Intervenendo su Facebook nel tardo pomeriggio odierno, Saviano ha annunciato di essere pronto ad assumersi le sue responsabilità e affrontare a testa alta la querela nei suoi confronti giunta da Matteo Salvini. Ma nell’annunciare ciò non ha affatto usato termini clementi, proseguendo così dritto per la sua strada: “Affronterò la querela del Ministro della Mala Vita a testa alta. Dobbiamo mettere i nostri corpi a difesa della Costituzione e della libertà di pensiero”. E se Salvini, di contro, sperava che potesse riconoscere i suoi sbagli, Saviano ha replicato ancora aggiungendo: “Non indietreggio di un passo nella critica al suo operato. Io non ho paura, non ne ho mai avuta”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SALVINI, “GIUDICE RICONOSCA CHE HA SBAGLIATO”

La querela di Matteo Salvini, su carta intestata del ministero dell’Interno, contro Roberto Saviano sortisce i primi effetti. Lo scrittore è ufficialmente indagato per il reato di diffamazione dopo la denuncia del vicepremier. La procura di Roma fa sapere che l’inchiesta è un «atto dovuto», ma secondo Libero «la velocità con cui è arrivata la notizia relativa alle mosse dei pm lascia intendere che, per Saviano, i guai potrebbero essere seri». Di sicuro Salvini non intende ritirare la denuncia nei confronti di Saviano: «Ci mancherebbe altro», ha dichiarato come riportato da Giornalettismo. La notizia comunque non sorprende il ministro che, uscendo dal Senato, ha aggiunto: «Mi sembra il minimo, un conto è la critica, un conto dare del mafioso a qualcuno. Se qualcuno mi dà dell’assassino ne paga le conseguenze, spero che ci sia un giudice che riconosca che qualcuno ha sbagliato». (agg. di Silvana Palazzo)



ROBERTO SAVIANO INDAGATO PER DIFFAMAZIONE

Roberto Saviano è indagato dalla procura di Roma per il reato di diffamazione. Lo annuncia il Corriere della Sera, apprendendo che si tratta di un “atto dovuto” legato alla denuncia presentata dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, il 19 luglio scorso. Il vicepremier ha presentato denuncia nei confronti dello scrittore per il contenuto di alcuni post su Facebook, considerati lesivi «della reputazione del sottoscritto e del Ministero dell’Interno stesso». Nella querela per diffamazione a mezzo stampa si fa riferimento ad un post pubblicato da Saviano il 12 giugno scorso, nel quale parlava della questione legata alla sua scorta, e a uno del 22 giugno, nel quale per la prima volta lo scrittore definiva il leader della Lega «ministro della Malavita». Salvini ha fatto notare che la questione ha avuto un forte impatto mediatico sulla stampa nazionale e straniera, inoltre nell’atto si sottolinea come le dichiarazioni di Saviano siano «al di fuori di qualsivoglia esercizio lecito del diritto di critica».



“ATTO DOVUTO” DOPO LA DENUNCIA DI MATTEO SALVINI

Per Matteo Salvini non si può parlare di diritto di cronaca, per quanto riguarda le dichiarazioni pesanti che Roberto Saviano gli ha rivolto. E questo perché «vi è una gratuita aggressione alla mia persona – si legge -, infamante ed umiliante, travalicandosi palesemente il legittimo limite del dissenso sulle iniziative amministrative poste in essere dal Gabinetto a cui appartengo». Si legge ancora nell’atto che «viene adombrata l’ipotesi da parte del Savianoche gli venga tolta la scorta quale motivo di ritorsione politica e che ciò costituisca una minaccia da parte di chi viene definito “ministro della Malavita” che userebbe “parole da mafioso”». Alla fine è successo: dall’antipatia reciproca si è passati alle carte bollate. Lo scontro a distanza a colpi di post e tweet è diventato materia di giustizia. La tensione tra i due era salita dopo che Salvini aveva annunciato di voler dare avvio a verifiche sulla scorta dell’autore di Gomorra.