Una Manovra d’autunno “infuocata”: così la si attende dopo le “premesse” lanciata da Salvini e Di Maio in questi primi 3 mesi di Governo, come del resto confermato ancora una volta dal promesse fatte dal Ministro del Lavoro questa mattina a Omnibus su La7: «La flat tax e il reddito cittadinanza partiranno subito nella Legge di Bilancio». Se poi si aggiunge la rivoluzione della Legge Fornero, il piano economico da brividi è già sul tavolo del Mef: il Ministro Tria dovrà trovare circa 25 miliardi di euro – secondo le stime del Sole 24 ore – per poter soddisfare appieno il contratto di Governo Lega-M5s subito, dal primo anno di Manovra. Contestando l’operato dell’esecutivo Pd, Di Maio ha rilanciato «vogliamo le stesse possibilità degli altri paesi europei. Era un atteggiamento pariolino quello del governo precedente, che parlava solo con gli investitori». Tria è al lavoro sui conti ma non sarà facile e il rischio di dover lasciar fuori qualcosa è già all’orizzonte, con i consueti problemi: sia che sarà un provvedimento della Lega o uno del M5s, ognuno avrà di che lamentarsi se non sarà inserito nella Manovra, con inevitabili braccio di ferro in arrivo tra Salvini, Di Maio e il Mef. L’autunno sarà lunghissimo quest’anno.. 



DI MAIO “SFIDA” TRIA

Che Luigi Di Maio intenda “sfidare” il Ministro Tria e “tirare la corda” del Mef non sembra più una ipotesi da avanzare per le opposizioni politiche: è ormai un fatto assodato, seppur ogni volta che Di Maio (o Salvini, condividono anche questa stessa battaglia per realizzare al meglio i propri punti del Contratto) lanci una stilettata al Ministro dell’Economia ammetta subito dopo, «non c’è nessuno scontro con Tria, piena sintonia». Se però ci fosse così piena sintonia, forse, certe dichiarazioni del Ministro del Lavoro sarebbero più “moderate”, e invece: «Ancora li dobbiamo conoscere i vincoli di bilancio… Ma deve essere chiaro che reddito di cittadinanza e flat tax insieme alla abolizione della legge Fornero sono emergenze sociali. Si devono realizzare». Lo ha detto nell’intervista odierna al Corriere della Sera, prima di sottolineare come la tempistica di queste emergenze sociali vanno «fatte subito. Il prima possibile. Si rischiano nuove tensioni per la manovra di bilancio? “Non vedo incomprensioni con il ministro: c’è un contratto di governo ed è quello che dobbiamo seguire», sempre a conferma di quella logica del “sasso e mano ritirata” che esprimevamo poco fa.



I NODI TAV E TAP

Ma i nodi del Governo non si fermano certo “solo” sulla prossima Finanziaria, che pure sarà un ostacolo forse decisivo per capire l’effettiva tenuta dell’alleanza anomala tra Lega e M5s. Secondo Di Maio i nodi di Tap e Tav sono da affrontare, da sciogliere e da ridiscutere ma in maniera separata: «Si tratta di opere non in correlazione», spiega Di Maio, aggiungendo subito dopo «La Tav è nel contratto di governo e c’è scritto che va ridiscussa e il ministro Toninelli a breve incontrerà il suo omologo francese proprio per ripensare un progetto ideato 30 anni fa e non ci sono penali in caso di revisione. Mentre sul Tap, bisogna ascoltare le comunità». Quando però il collega del CorSera chiede su un eventuale referendum, il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico non conferma «Dico che bisogna parlare con il sindaco di Melendugno e con i cittadini».

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