EUMETRA (4 LUGLIO): L’ELETTORE M5S SI SENTE DI SINISTRA
Al Governo stanno con la Lega di Salvini ma se poi si chiede agli stessi loro elettori come si “definirebbero”, hanno pochi dubbi: “siamo di Sinistra”. Tra i sondaggi più interessanti dell’ultimo periodo troviamo quello effettuato da Eumetra ad inizio luglio che prova a chiedere lumi all’elettore grillino come si “sente” a livello di collocazione politica, al netto del mantra ripetuto da sempre da Beppe Grillo (“noi non siamo né di destra né di sinistra, stiamo col popolo”). Il 17% si dice convintamente di sinistra, mentre il 31% sceglie come “campo” il centrosinistra: in questo modo i vari membri del Pd antirenziani vengono “confermati” nella loro convinzione post-elezioni quando proposero di trovare un accordo con Di Maio visto l’orientamento del loro elettorato. Solo il 9% si dice di destra mentre il 32% sceglie l’area di “centro” senza specificare però in che direzione convergere; l’8% è invece completamente grillino nel midollo e risponde così, «non mi sento di nessuno, sono tutti uguali i politici e preferisco starne fuori senza M5s».
NOTO (LUGLIO): IMPRENDITORI BOCCIANO IL DECRETO DIGNITÀ
In uno degli ultimi sondaggi condotti da Noto/Ipr, Di Maio e il M5s sono stati “valutati” sul fronte del Decreto Dignità, ancora una volta: si tratta infatti del primo vero provvedimento targato Movimento 5 Stelle e inevitabili sono i riflettori puntati per comprenderne di più, come del resto hanno fatto anche altre case sondaggistiche in questi giorni. Ebbene, se il giudizio in generale pende dalla parte del Governo – 48% promuove il Dl Dignità, bocciato dal 37%, 15% di indecisi – scendendo nelle pieghe delle singole categorie i risultati cambiano e non di poco: i giovani disoccupati si dicono al 58% del tutto contrari al Decreto che pone più difficili condizioni per i contratti a tempo determinato (il 30% lo promuove), ma anche i giovani precari non vedono in questo provvedimento M5s-Lega una reale soluzione alla loro condizione di fragilità contrattuale (bocciato il Decreto al 52%). Per quanto riguarda gli imprenditori, i dati sono ancora più impietosi: 64% boccia il decreto di Di Maio, solo il 20% lo accoglie positivamente.
MANNHEIMER (28 LUGLIO): “IL VOTO CATTOLICO NON SPOSTA”
In una intervista esclusiva al Sussidiario.net, il sondaggista Renato Mannheimer ha spiegato due concetti principali dell’attuale situazione elettorale, tra analisi, sondaggi e immediato futuro. In primis, Lega e M5s vanno a gonfie vele verso il 30% per entrambi, un Governo sempre senza grande “opposizioni” in questi primi mesi di legislatura. Il secondo spunto offerto dal noto sondaggista riguarda il cosiddetto “voto cattolico”, specie dopo i recenti attacchi del settimanale Famiglia Cristiana al Ministro degli Interni, paragonato addirittura a Satana. «I cattolici non stanno con nessuno, diversamente da 50 anni fa il voto cattolico non esiste più. I cattolici sono in tutti i partiti, dall’estrema sinistra alla destra», avanza Mannheimer, non prima di concludere «la motivazione di essere cattolico conta molto poco nella scelta di voto, a parte la questione migranti la Chiesa si tiene fuori senza influire sull’elettorato, magari ha contatti con i vertici dei partiti, ma il voto cattolico è una dimensione che non esiste più. I leghisti cattolici continueranno a votare Salvini anche se Famiglia Cristiana fa la copertina che ha fatto». Per ora, quantomeno, gli equilibri non si spostano ma occorre capire e vedere cosa faranno, anche in merito all’elettorato cattolico, Pd e Forza Italia, storicamente i due partiti che raccoglievano fino all’altro ieri la maggioranza dei cattolici elettori italiani. Durerà ancora molto il “divorzio” tra questi elementi o si tenterà un “innamoramento” nuovo per provare a sconfiggere il populismo gialloverde?
SWG (20 LUGLIO): POSTO FISSO, CRESCONO “I DESIDERI”
Secondo le stime dei sondaggi Swg compiuti tra il 18 e il 20 luglio scorso, in Italia il desiderio di “posto fisso” è sempre più in crescita e la lotta importata dal Decreto Dignità di Luigi Di Maio contro la precarietà sta evidentemente piacendo e convincendo gli elettori (anche se i problemi, come già evidenziato da diversi analisti, non vengono risolti “complicando” le assunzioni a tempo determinato). Nei dettagli, è stato chiesto agli intervistati come giudica l’ottenimento e raggiungimento del contratto a tempo indeterminato: ebbene, il 50% lo ritiene fondamentale per la propria carriera e vita personale, mentre per il 39% è “importante ma non prioritario”; per il 5% è “poco importante”, mentre per il 75 “non interessa assolutamente il contratto “con posto fisso”. Se si osservano poi i dati per i singoli partiti, gli elettori del Movimento 5 Stelle e della Lega si dimostrano i più “statalisti”: il 58% dei grillino ritiene il “posto fisso” decisivo, il 50% per la Lega, il 45% per il Pd e solo il 29% per gli elettori di Forza Italia.