“Dopo aver cannibalizzato il centrodestra, Salvini mira ora a fare lo stesso con gli ex elettori di Berlusconi che hanno votato i 5 Stelle”, ci dice in questa conversazione Fabrizio d’Esposito, firma politica del Fatto Quotidiano. I sondaggi ci dicono infatti proprio questo: con il 31% delle preferenze la Lega è oggi il primo partito italiano. “Ma Salvini deve stare molto attento perché sta usando la stessa strategia di Renzi: grandi promesse e propaganda, ma alla fine gli italiani più che ai migranti pensano alla flat tax e al reddito di cittadinanza. E se con i 5 Stelle non si occupa di questi argomenti, rischia la stessa fine di Renzi”.



Dopo Pontida, quello che è ormai un vasto elettorato pensa ancora che l’accordo con il M5s sia un errore? 

Qualcosa è cambiato tra l’elettorato della Lega e i 5 Stelle, e lo abbiamo visto proprio a Pontida. Ha colpito che, al netto del grande show, Salvini abbia citato i 5 Stelle ma non abbia citato il centrodestra né Berlusconi. L’unico riconoscimento è stato per i 5 Stelle e non mi sembra ci siano stati dei fischi da parte della platea. La Lega sta oggi vivendo una luna di miele sull’onda dell’euforia, per cui ogni eventuale perplessità è smussata.



Non solo chi era a Pontida dunque?

In termini pratici questo è un governo che fa bene solo alla Lega, di cosa può lamentarsi l’elettore leghista? Salvini domina con la sua comunicazione, riesce a imporre dei temi che non sono neanche centrali, come è quello dei migranti. E’ bravo a fare il giochino renziano di imporre il tema propagandistico, che nel suo caso è quello degli immigrati, e ad eludere quello vero per cui è stato votato.

Che sarebbe?

La flat tax. Nel suo discorso a Pontida ha citato la Fornero, ma non la flat tax. Così come i 5 Stelle sono stati votati perché facessero il reddito di cittadinanza. Da un lato c’è questa fantasmagorica narrazione salviniana, poi abbiamo a che fare con un ministro dell’Economia che continua a lanciare allarmi sui conti, ma di abbassamento delle tasse e reddito di cittadinanza non c’è traccia.



Per qualcuno Salvini mira ad andare presto al voto per vincere in assoluta solitudine, che ne pensa?

Lo schema di Salvini è chiaro. A Pontida ha fatto l’ennesimo comizio, a distanza di una settimana dalla vittoria alle amministrative. Salvini adesso è in campagna elettorale per le europee, è in una campagna elettorale permanente, sa fare solo questo. Ha cannibalizzato tutto il centrodestra e i sondaggi gli stanno dando ragione e vuole mangiarsi anche quella quota di centrodestra che ha votato 5 Stelle. 

Il M5s sembra soffrire l’ombra di Salvini, come intende uscirne?

Oggi il rapporto di governo è completamente sbilanciato verso la Lega, nemmeno con Berlusconi Salvini avrebbe avuto tanta centralità. Attenzione però, perché se Salvini non metterà i suoi alleati in condizione di toccare punti come le tasse e il lavoro, che è quello che interessa veramente gli italiani, farà la fine di Renzi.

Cioè?

Salvini sta usando la tecnica dell’ex capo di governo, propaganda e promesse, ma alla fine è stato smascherato dall’elettorato. Oggi i cicli politici sono brevissimi, l’elettorato è volatile, se non dai quello che hai promesso come successo a Renzi che è durato quattro anni, la gente ti volta le spalle. 

Tornando ai 5S telle, usciranno dall’attuale impasse?

Difficile, pagano il dilettantismo politico di Di Maio che con il 32% dei voti e un vantaggio del 14% sulla Lega, capo indicato di governo, si è fatto imbrigliare da Salvini. Non so come ne uscirà. Il M5s non ha una classe dirigente che può minimamente competere con quella della Lega, ricordiamoci che la Lega è un partito strutturato ormai da quasi trent’anni, radicato e con gente esperta, che ha superato la sua crisi e ha fatto un ricambio totale proprio perché strutturata.

Il M5s invece cosa è?

Non è un partito, è gente che con 30 voti alle primarie si è trovata a fare il senatore, sono vittime di Casaleggio, e oggi è un partito per di più anche spaccato perché la parte di Fico è sempre più scontenta. 

Mattarella ha contrastato la politica di disponibilità ai dazi da parte di Salvini e Di Maio: che cosa ha in mente il capo dello stato?

Mattarella per quanto non interventista come lo era Napolitano, e consapevole che la Ue vada migliorata. Poco prima del primo incarico a Conte, in un discorso a Firenze, ha imposto la sua teoria politica. E’ un garante dei trattati europei e dunque è per la Ue. Non ha voluto Savona per questo motivo, è contro ogni scelta sovranista e dato che i dazi sono simbolo del sovranismo è chiaro che Mattarella è il contrappeso a questo governo. Ma al di sopra di ogni sospetto, perché ha consentito lui la nascita del governo.

(Paolo Vites)