“Investite in Italia”: l’affermazione, breve va detto, di Donald Trump serve al Premier Conte come miglior “spot” per le aziende e i tanti possibili investitori che in questi mesi sono piuttosto “bloccati” dal non sapere che impatto potrà avere il progetto di riforme del neo governo populista. Ecco, tenuto conto della poca stima generalizzata in Ue per il Presidente americano, forse non è stato alla fine uno spot “azzeccatissimo”, eppure Conte lo ha postato con tanto di video sui propri indirizzi social. Al netto delle questioni “comunicative”, quanto avvenuto ieri alla Casa Bianca viene comunemente accettato in Europa come un tiepido successo che è servito comunque a rimettere l’Italia in un posto di primo piano, un po’ come accadde quanto Renzi venne accolto in più occasioni dal Presidente Obama. Bisognerà vedere gli effetti, se vi saranno, per competere il giudizio; intanto il Movimento 5 Stelle – tramite la Presidente della Commissione Affari Esteri alla Camera. Marta Grande – fa sapere che l’incontro tra i due leader «testimonia il cambio di passo del governo nei rapporti internazionali». Secondo la grillina, inoltre, «Il riconoscimento Usa dell’Italia come punto di riferimento in Europa per quanto riguarda la stabilizzazione della Libia, le garanzie sul fatto che non ci saranno dazi sul nostro settore agroalimentare e soprattutto l`invito a investire nel nostro Paese, sono tutti segnali concreti e importanti, dell’inizio di nuovo corso italiano anche in politica estera», in una sorta di “new deal” della politica italiana all’esteri. (agg. di Niccolò Magnani)



CONTE “RUBA” IL POSTO A MACRON

Conte ruba il posto a Macron. Secondo alcuni esperti sarebbe questo il risultato maggiore portato a casa dal nostro presidente del consiglio dopo l’incontro con Donald Trump. L’iniziale luna di miele tra Francia e Stati Uniti si è infatti spezzata da tempo, sia per il problema dei dazi voluti da Trump sia perché Macron ha dimostrato più volte di “trasgredire” alle visioni di politica estera del collega americano. Così Conte ha ottenuto, per via della nostra totale adesione alle visioni del presidente americano specie in materia di migranti, il via libera per essere gli unici interlocutori con la Libia. Un risultato importante perché fino a oggi Macron aveva fatto solo i suoi interessi e non quelli dell’Europa con il paese nordafricano. Washington poi ha solo interesse a delegare a qualcun altro il caso Libia, come già aveva fatto Obama in passato (Agg. Paolo Vites)



I TRE “SÌ” DI TRUMP ALL’ITALIA

Tre sì, tre vittorie, tre successi, e si spera non tre “delusioni”: il viaggio di Conte, oltre che alzare il grado di “considerazione” del Premier italiano in Ue ha fatto ottenere all’Italia un triplo consenso degli Stati Uniti d’America su altrettanti temi chiave della politica italiana in campo internazionale. In primo luogo, Conte ha ottenuto l’appoggio Usa in sede Nato per la prossima Conferenza sulla Libia che si terrà a Roma: i passi mossi durante il recente vertice dell’Alleanza Atlantica hanno dato frutto e l’Italia si presenta come forse l’unica vera forza europea stimata dagli States. In secondo luogo, Trump ha confermato la “cabina di regia permanente” di Usa e Italia (dunque senza la Francia, ndr) per combattere terrorismo, immigrazione incontrollata in Mediterraneo e soprattutto in Libia. Da ultimo, il fronte commerciale: come spiega questa mattina l’Agi nel resoconto sul vertice Conte-Trump, «Conte ha ottenuto da Trump, secondo le stesse fonti. garanzie che gli interessi delle aziende italiane non vengano toccati, con particolare riferimento ai prodotti dell’agroalimentare. Per questo l’Italia si dichiara soddisfatta dell’accordo raggiunto tra Trump e Junker e ne auspica una rapida attuazione». Un idillio “populista” che finora funziona e che ha rinsaldato i rapporti tra i due Paesi: fino a quando durerà, forse questo è il vero dilemma.. (agg. di Niccolò Magnani)



IL “VIZIETTO” DI CONTE

Complimenti reciproci, congratulazioni per il lavoro svolto fin qui dai rispettivi esecutivi: quello fra Donald Trump e Giuseppe Conte alla Casa Bianca è stato un incontro evidentemente soddisfacente per entrambi i leader di Usa e Italia. Non è passato inosservato però un complimento che il Presidente del Consiglio ha rivolto al tycoon, attingendo dalla sua pregressa esperienza professionale:”Da avvocato, posso dire che Trump è un ottimo negoziatore, un grandissimo difensore degli interessi americani”. Un “vizietto”, quello di Conte, già manifestato in passato. Alla prima uscita pubblica da Presidente del Consiglio in pectore, si presentò dicendo:”Sarò l’avvocato difensore del popolo italiano”. Meno successo ebbe il richiamo al suo precedente lavoro andato in scena all’ultimo Consiglio Europeo quando, innervosito dalla piega che aveva preso la discussione sui migranti, disse:”Io sono professore di legge e so che se un documento ha un numero di protocollo quel documento si discute e si approva tutto, non a pezzi”. A quel punto gli rispose ironicamente il primo ministro bulgaro Borissov:”Bene, io ero un vigile del fuoco e non è così che si fa un negoziato”, seguito da quello svedese Löfven:”Lei è un professore di diritto, e io ero un saldatore in una cittadina del Nord della Svezia, ma so che lei non si sta comportando in modo appropriato”. (agg. di Dario D’Angelo)

TRUMP, “CON L’ITALIA SIAMO PAESI GEMELLI”

Una profonda sintonia è intercorsa anche ieri tra Giuseppe Conte e Donald Trump, il Presidente del Consiglio italiano e il Presidente Usa che già nei primi incontri internazionali si erano “annusati” e piaciuti. Ma come sottolinea l’Huffington Post, il senso di amicizia che trasuda dalle parole dei due è forse il risultato del concetto che il tycoon newyorchese ha espresso all’inizio della conferenza stampa successiva al summit nello Studio Ovale:”Conte è un buon amico sin dall’inizio, siamo entrambi outsider della politica: dobbiamo difendere i sogni dei nostri cittadini”. E il primo ministro italiano a sua volta sembra indicare un altro motivo di somiglianza e vicinanza tra il suo esecutivo e l’amministrazione Trump:”Con questo proficuo incontro – afferma Conte – abbiamo compiuto un ulteriore passo in avanti per aggiornare la nostra cooperazione: siamo due governi del cambiamento, tante cose ci uniscono”. Parole al miele, ma la ciliegina sulla torta la mette The Donald:”Siamo quasi paesi gemelli, l’Italia è diventata interlocutore privilegiato e punto di riferimento in Ue degli Stati Uniti per le sfide che abbiamo davanti”. (agg. di Dario D’Angelo)

SALVINI ESULTA PER GLI ELOGI DI TRUMP

Donald Trump non ha fatto mancare elogi all’Italia e al nuovo governo composto da Movimento 5 Stelle e Lega, in particolare per il lavoro portato avanti in tema immigrazione. Il presidente degli Stati Uniti d’America, che ha incontrato oggi il premier italiano Giuseppe Conte, ha sottolineato che l’esecutivo giallo-verde sta seguendo la strada giusta. Un complimento non passato inosservato al ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha ribadito tramite Twitter: “Anche Trump riconosce il lavoro che sta facendo il nostro governo sull’immigrazione, citando l’Italia come esempio da seguire in Europa sulla difesa dei confini. Avanti così, è la strada giusta”. Queste, invece, le parole dell’esponente del Carroccio Claudio Borghi: “Intanto che in Italia si parla del nulla ecco che Trump fa complimenti mai sentiti a Italia e al nostro governo”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

TRUMP-CONTE ALLA CASA BIANCA

Strette di mano, sorrisi e pacche nella conferenza stampa che ha seguito l’incontro tra il Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte e il Presidente Usa Donald Trump. Alla Casa Bianca, da buon padrone di casa, l’americano accoglie il premier con un “Grazie Giuseppe per essere qui” che fa solo da preludio ad una serie di complimenti che la dicono tutta sulla sintonia scaturita tra i due in queste prime settimane di conoscenza. Trump si spinge subito a definire il rapporto con Conte come “un’amicizia” nata “nel corso del G7 e di alcune telefonate“. E che per ora il repubblicano sia ben disposto verso il primo ministro italiano lo si capisce quando ne loda il “lavoro fantastico” di questi primi mesi di governo e si dice “molto d’accordo con quello che state facendo sull’immigrazione legale e illegale. Anche altri paesi europei dovrebbero fare altrettanto“. 

LA “VITTORIA” ITALIANA SULLA LIBIA

Ma al di là dei reciproci convenevoli e attestati di stima che la fanno da padrone nella conferenza stampa, il risultato maggiore ottenuto da Giuseppe Conte nell’incontro con Donald Trump è il riconoscimento da parte degli Usa del “ruolo di leadership dell’Italia nella stabilizzazione della Libia nel Mediterraneo”. Stando a quanto riferiscono alcune fonti citate da La Repubblica, l’Italia avrebbe ricevuto garanzie anche rispetto ai dazi e agli scambi commerciali, con un occhio di riguardo nei confronti di quelle aziende italiane dell’agroalimentare che vivono di esportazioni. In questo senso, però, c’è da registrare da parte di Donald Trump la volontà di non arretrare rispetto ad un tema sensibile come quello del commercio: “Come sempre abbiamo un grosso deficit commerciale con l’Italia, 31 miliardi di dollari, lavoreremo su questo“, ha annunciato il presidente Usa. Sotto questo aspetto Conte si è detto “d’accordo sulla necessità di riformare il Wto. Le regole sono vecchie da anni: non possiamo ancora considerare la Cina come un ‘Paese emergente””. Ad unire i due, secondo Trump, il fatto di essere “entrambi outsider della politica. Dobbiamo difendere i sogni dei nostri cittadini“.