Dopo i tanti dubbi e punti interrogativi in merito ai rapporti di forza della maggioranza, il Cda della Rai raggiunge una decisione “a sorpresa” che getta ora tutto il peso della responsabilità politica alla Commissione di Vigilanza Rai di domani mattina. Marcello Foa è il nuovo Presidente Rai nominato dal Cda in attesa della ratifica – quanto mai imprevedibile, visti gli scontri tra Lega-M5s e le opposizioni, Forza Italia in primis – politica del Parlamento. Come riporta Repubblica, il nuovo cda a 7 membri vede 4 eletti dal Parlamento – Rita Borioni (Pd), Beatrice Coletti (M5S), Igor De Biasio (Lega), Gianpaolo Rossi (Fdi) – mentre Riccardo Laganà (eletto dai dipendenti Rai), e ora vede anche Fabrizio Salini e Marcello Foa (scelti direttamente dal governo). Si sono riuniti per la prima volta in Viale Mazzini per formalizzare le nomine di Salini come amministratore delegato e Foa appunto come presidente. Domani alle ore 8.30 la Vigilanza dovrà dare il suo Sì o No alla persona di Foa, ex caporedattore Esteri del Giornale: intanto un nuovo “patto del Nazareno” avviene per la vicenda Rai, con Pd e Forza Italia che fanno muro comune contro la nomina proposta-imposta dalla Lega. Berlusconi si attende una chiamata da Salvini per provare a “smussare” gli angoli, ma al momento le posizioni restano alquanto “incrostate” e lontane dal trovare una soluzione. 



ULTIMATUM BERLUSCONI A SALVINI: “LASCI M5S”

Sarà la nomina di Marcello Foa a presidente Rai la causa della rottura del centrodestra? Ufficialmente sì, ma è evidente che dietro questa motivazione di facciata si celano tutte le incomprensioni e i dissapori intercorsi tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi dopo il voto del 4 marzo. Ed è stato proprio il leader di Forza Italia, in un’intervista rilasciata a QN, a lasciar intendere come l’ultimo sgarbo della Lega, che non ha consultato gli “alleati” prima di fare il nome di Foa, sia un atto inaccettabile per chi dovrebbe far parte di una coalizione. Il Cavaliere spiega le sue ragioni:”Se siamo alleati, si ragiona e si decide insieme. Secondo: la legge prevede la maggioranza dei due terzi dei componenti della commissione di Vigilanza per la scelta del presidente Rai. Va rispettato il ruolo conferito dalla legge all’opposizione. Quando noi governavamo, abbiamo dato la presidenza della Rai a figure di valore come Claudio Petruccioli e Lucia Annunziata, ma certo non schierate con noi”. Berlusconi in ogni caso si sente di lanciare “un ultimo avviso” al segretario del Carroccio:”Non credo che il consenso degli elettori moderati possa rimanere a lungo a chi permette di realizzare politiche della peggiore sinistra. Quindi o la Lega abbandonerà questo governo o gli elettori abbandoneranno la Lega”. (agg. di Dario D’Angelo)



TAJANI, “NON POSSIAMO VOTARE MARCELLO FOA”

Alla Meloni che si schiera col Governo, replica indirettamente Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia e “facente veci” di Berlusconi stante il breve ricovero avvenuto tra ieri e oggi al San Raffaele di Milano: «Non possiamo votare Marcello Foa perché non è stato rispettato il metodo normale. Non siamo stati consultati. Ci auguriamo che la Lega si accorga che il matrimonio con i Cinque Stelle è contro natura e che ritorni a dar vita a un governo di centrodestra». Il Partito Democratico manda invece un messaggio diretto all’ex Cavaliere chiedendo di non scendere a patti con Salvini in merito alla nomina dei Foa come Presidente Rai: «Berlusconi non ceda alle lusinghe del patto segreto con Salvini e con i Cinque Stelle. La migliore garanzia è nella legge», spiega Michele Anzaldi contattato dall’agenzia Dire, prima di concludere «Basta leggere la norma per capire che tutte le nomine giornalistiche Rai devono passare in cda, che le può bloccare ai due terzi, cioè con tre voti. A conti fatti, Berlusconi sarebbe più tutelato da un presidente di garanzia piuttosto che da Foa. Lo dicono i numeri». 



MELONI COL GOVERNO, “SÌ A FOA PRESIDENTE RAI”

Giorgia Meloni rompe gli indugi e alla vigilia del voto in Cda Rai sulle nuove nomine, nonché due giorni prima della Commissione Vigilanza in Parlamento – si stacca da Berlusconi e “segue” la nomina del Governo giallo verde: «Il Partito democratico ha parlato di lottizzazione sulla Rai, dopo quello che ha fatto Renzi. E’ veramente ridicolo. Tacciano. Diciamo che il loro comportamento ci ha convinto a votare Marcello Foa presidente della Rai», spiega la Presidente di Fratelli d’Italia in una nota ufficiale. «Non ho condiviso – ha aggiunto su Facebook Giorgia Meloni – il metodo sulla scelta di Foa, c’entra poco con il cambiamento. Ma essere sovranisti in Italia non è reato». La scelta “spiazza” le opposizioni che credevano di contare anche sui voti contrari di FdI in Commissione Rai, mentre al momento sui nomi di Foa e Salini (come ad) erano rimasti “solo” Lega e M5s. Il destino però ce l’ha in mano ancora Forza Italia, dato che Pd, Leu e gli altri difficilmente sceglieranno il “sovranista” ex capo redattore Esteri de il Giornale: al momento il “no” di Berlusconi resta fermo, quantomeno fino alle prossime ore quando possibili trattative tra Salvini e gli azzurri potrebbero cambiare le carte in tavola. «La legge dell’ex presidente del Consiglio, votata in Parlamento, è una legge che a me non piace. Assoggetta comunque la Rai al governo. Se l’a.d. e il presidente lo sceglie il governo, al di là di qualsiasi governo, è un modo di legiferare che a me non piace. Io l’ho combattuto e infatti avevo proposto un altro tipo di legge»: è la sonora bocciatura di Roberto Fico, presidente della Camera, contro la legge di Renzi “utilizzata” dal Governo per nominare Foa e Salini.

DOMANI IL VOTO DECISIVO IN CDA

È domani che infine si terrà il nuovo Cda della Rai chiamato nell’opera più difficile: eleggere quel presidente tanto contestato nelle ultime ore dopo la designazione voluta da Lega e Movimento 5 Stelle negli scorsi giorni. Formalmente tocca al Consiglio di Amministrazione nominare il Presidente, poi ratificato dalla Commissione di Vigilanza (già convocata per mercoledì mattina) a cui serve il voto favorevole dei due terzi dei componenti, ovvero 26 “Sì” su 40 totali. Il problema è che già in Cda non si appresta un voto semplicissimo con alcuni componenti che hanno già manifestato il loro dissenso alla figura di Marcello Foa o comunque alla modalità usata da Di Maio nel disprezzare “i parassiti e i raccomandati” di casa Rai (battuta che proprio non è piaciuta). I dubbi di Forza Italia – pur al netto dei Sì di Fratelli d’Italia – rischiano di mettere in stallo la situazione prima ancora della Commissione di Vigilanza di mercoledì. La conta in Cda è già cominciata e la Rai “inizia” la sua “legislatura” non proprio nel modo più “sereno” possibile..