L’Alto Adige continua a far notizia. Dopo il caso della candidatura di Maria Elena Boschi e il tira-molla fra Provincia di Bolzano e governo austriaco sul doppio passaporto ai residenti di etnia tedesca, l’ultimo spunto viene dall’acquisizione dell'”Adige” – principale quotidiano di Trento – da parte di Athesia: storico braccio editoriale della Sudtirolervolkspartei e dell’establishment economico altoatesino.
Il giornale trentino – fondato nell’immediato dopoguerra dallo storico leader Dc Flaminio Piccoli – era stato messo in vendita già da due anni, dagli eredi del conte Francesco Gelmi di Caporiacco. Athesia – che ha la sua flagship nella testata “Dolomiten” in lingua tedesca – aggiungerà “L’Adige” a due quotidiani in lingua italiana: “Alto Adige” e “Il Trentino” (quest’ultimo diretto concorrente dell'”Adige”). I due tabloid erano stati messi in vendita nel 2016 da Finegil (Espresso-Repubblica) in vista della fusione con La Stampa-IlSecolo XIX: all’apice della stagione politica del Pd di Matteo Renzi. Uno dei passaggi finali dell'”era Renzi” è stata la controversa candidatura di Boschi a Bolzano, con il via libera decisivo della SVP.
L’esito del voto del 4 marzo ha consentito la rielezione dell’ex ministro delle Riforme, ma in un panorama politico sconvolto anche in Trentino e in Alto Adige: dove il 21 ottobre si rivoterà per il rinnovo dei consigli delle due Province autonome. Se a Bolzano l’elezione della Boschi è costata al Pd un micidiale -15% (principalmente a vantaggio della Lega), nel Trentino il leader Pd Lorenzo Dellai è stato sconfitto nel confronto diretto con un candidato leghista, mentre in alcuni comuni di montagna il partito di Matteo Salvini ha abbondantemente superato il 40%. Per questo i sondaggi sono abbastanza convergenti sul prossimo voto amministrativo: con la Lega front-runner in Trentino alla guida del centrodestra, M5S in tenuta al di sotto delle medie nazionali e Pd in caduta; e con la Lega probabile partito di interlocuzione di SVP in Alto Adige.
A Bolzano in particolare non è un mistero che alcuni cauti abboccamenti siano già iniziati, ma in una cornice ambigua. Pesa il fresco “quasi-voto di scambio” fra SVP e Pd renziano: un seggio per la Boschi (che aveva già favorito clausole di tutela locale nelle riforme istituzionali poi bocciate) in cambio di concessioni e finanza pubbliche per le infrastrutture da parte dell’ultimo governo Gentiloni. Oggi, tuttavia, sembrano assumere crescente rilievo le incognite più squisitamente politico-diplomatiche legate al rapporto con l’Austria.
Il cancelliere tedesco Sebastian Kurz fa parte – apparentemente – della nuova troika sovranista formatasi al centro dell’Europa con Salvini e il leader della Csu bavarese Horst Seehofer, lui pure ministro degli interni come il capo della Lega. I tre condividono una linea dura sull’immigrazione, ma si ritrovano divisi e contrapposti sullo specifico confine del Brennero: Kurz e – poche decine di chilometri più a nord – Seehofer non sono disposti ad accogliere alcun profugo sbarcato in Italia, laddove lo sforzo politico vero del governo Conte guarda invece alla solidarietà Ue su questo fronte.
La svolta politica in Italia, d’altro canto, non sembra aver suggerito a Kurz di congelare i pourparler con la Provincia di Bolzano, oggi guidata da Arno Kompatscher (Svp), sulla doppia cittadinanza. Ora l’operazione “Adige” aggiunge ulteriore nebbia attorno alla situazione pre-elettorale. E non ha sorpreso che un faro sia stato subito acceso da Vito Crimi, sottosegretario leghista alla Presidenza con delega all’editoria. “Il passaggio di proprietà dell’Adige non ci lascia indifferenti – ha commentato a caldo – dobbiamo evitare concentrazioni editoriali a livello regionale”. È evidente nelle parole di Crimi il timore che SVP voglia avanzare a sud, oltre i confini col Trentino, le proprie difese politico-mediatiche contro l’onda leghista.
C’è tuttavia dell’altro: Athesia, l’acquirente, è sì un gruppo privato, ma nei fatti è parte di un sistema-Sudtirolo in cui le “muraglie cinesi” fra pubblico e privato all’interno di una ricca autonomia finanziaria sono tutt’altro che granitiche, anzi. In una fase di fortissima crisi per l’editoria giornalistica cartacea, Athesia non ha apparenti problemi a rilevare una testata trentina in forte difficoltà (un po’ come gli operatori turistici della Valle di Sesto sono da anni all’offensiva nel Comelico: le Dolomiti sono le stesse, ma il Veneto è strutturalmente perdente nel supporto pubblico agli investimenti rispetto alla super-autonomia speciale dell’Alto Adige).
Il partito-azienda della Svp fa shopping di giornali “in Italia” grazie alla “ricchezza diffusa” dell’autonomia? E per sostenere quali programmi, sotto elezioni, in una nuova “terra di mezzo” nell’Unione europea?