EUMETRA (29 LUGLIO): AUTOCOLLOCAZIONE ELETTORI M5S
Un vecchio mantra del MoVimento 5 Stelle potrebbe non valere più. È quanto emerge dal sondaggio effettuato da Eumetra, che ha indagato sulla collocazione politica degli elettori M5s. «Noi non siamo né di destra né di sinistra, perché sono ideologie in cui non ci riconosciamo», hanno ripetuto tutti i pentastellati, a partire da Luigi Di Maio. Non la pensano proprio così gli elettori. Un sondaggio Eumetra pubblicato sul Giornale rileva che un elettore M5s su due si colloca politicamente a sinistra, o meglio nell’alveo del centrosinistra. Una presa di posizione che fa riflettere visto che un anno fa il 56% degli elettori penta stellati dichiarava di non riconoscersi in nessuna delle categorie dell’asse sinistra-destra. Oggi invece il 31% si colloca a sinistra, il 32% al centro. Solo il 10% dei grillini dichiara di non appartenere a nessuna sigla politica. Ora la musica sembra essere cambiata. «L’arrivo del MoVimento 5 Stelle al governo ha mutato anche le scelte di autocollocazione dei suoi votanti», ha dichiarato Renato Mannheimer, autore del sondaggio. (agg. di Silvana Palazzo)
SWG (27 LUGLIO): ELETTORI M5S BOCCIANO DEMOCRAZIA DIRETTA
«In futuro il Parlamento non sarà più necessario». Così aveva parlato Davide Casaleggio giorni fa a La Verità. Il pensiero del fondatore dell’associazione Rousseau non è però condiviso dagli elettori del MoVimento 5 Stelle, che aveva rispolverato un vecchio cavallo di battaglia, quello della democrazia diretta. La conferma arriva da un sondaggio realizzato da SWG che ha provato a interrogare gli italiani su un tema che ha visto l’opposizione particolarmente critica. Dalla rilevazione è emerso che l’83% degli intervistati è convinto che il Parlamento è molto necessario per l’esistenza della nostra democrazia. Dichiarazione che trova favorevole anche la maggioranza degli elettori penta stellati (84%). Ma se dovessero scegliere tra tre modelli di democrazia, il 53% opterebbe per una parlamentare con persone elette e scelte dai cittadini, solo il 22% sceglierebbe una democrazia diretta con persone che scelgono e votano direttamente le leggi. Ma il primo modello trova favorevole il 55% dei grillini, e questo è un dato molto interessante. (agg. di Silvana Palazzo)
DEMOPOLIS (25 LUGLIO): GOVERNO VALE IL 60%, CRISI DELLE SINISTRE
Negli ultimi sondaggi prodotti da Demopolis lo scorso 25 luglio emerge un dato chiaro: Lega e M5s possono scambiarsi i “ruoli” in testa alla classifica dei partiti con più consensi in Italia, ma il risultato finale non cambia. Degli elettori che annunciano la propria intenzione di voto – ricordiamo che resta sempre una grossa fetta, circa il 30% degli aventi diritto al voto – il 60% sceglie ancora le due forze di Governo: 31% per Di Maio, 29% per Salvini, mentre per gli altri “inseguitori” la forbice è ancora molto grande. Per il Pd non cambia il senso di questo periodo: crisi e stallo assieme, non si schioda dal 17-18% su scala nazionale e anche il sondaggio di Demopolis lo conferma (17,8% per la precisione). Le Sinistre “extra-dem” invece non riescono a sfondare e rimangono ancora a basse latitudini: 2,6% per LeU, sotto il 2% per Potere al Popolo, ancora più in basso tutte le altre sigle di Centrosinistra e Sinistra che non riguardano il Pd. Per FdI il dato resta al 3,5% mentre migliora leggermente Berlusconi che sale al 9,5% ma resta in un alveo di secondo piano cui il Cav non è storicamente abituato.
SWG (30 LUGLIO): CENTRODESTRA OLTRE IL 40%, MA IL GOVERNO..
Stando agli ultimi sondaggi prodotti da Swg per La7, mostrati ieri sera dal tg di Enrico Mentana, il Centrodestra continuerebbe a guadagnare spazio e consensi qualora si presentasse anche unito: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia insieme ad oggi fanno il 42,6% dei voti totali tra gli elettori intervistati. Un ottimo risultato che potrebbe non portare la piena maggioranza ma che potrebbe a quel punto esercitare forza di influenza su altri mini partiti – dai centristi a Verdini, da Lorenzin fino a Lupi e Fitto – in modo da poter avere una possibile garanzia di seggi in Parlamento. Tutto questo, ovviamente, è lontano dall’accadere fino a quando i consensi del Governo gialloverde continueranno a volare come in questi mesi: Salvini e Di Maio, ad oggi, valgono un perfetto 60% unitario, un risultato di fatto mai raggiunto da nessun Governo prima di loro. È chiaro che le richieste sono diverse e che l’elettorato è profondamente diversificato su molti temi politici, ma al momento il “sogno” di Berlusconi (che intanto cresce lievemente dal 7,6 all’8,6%) di ricomporre il Centrodestra sembra alquanto lontano, almeno fino a quando Salvini terrà ritmi e consensi come questi..
SWG (30 LUGLIO): INTENZIONI DI VOTO, VOLANO LEGA E M5S
Nelle ultime intenzioni di voto segnalate dal sondaggio Swg di fine luglio è inutile dire che il Governo Lega e M5s, ancora una volta, viene premiato dai consensi degli elettori cui – al momento – non interessano tutte le frizioni esistenti su temi chiave come immigrazione, lavoro, tasse, pensioni e manovra finanziaria. Secondo l’elettore medio resta comunque meglio l’opzione Lega o M5s, piuttosto che quella delle opposizioni: il 30,3% per Salvini, M5s al 29,7%, poi il baratro. Per il Pd lo scivolamento al 17,4%, mentre per Berlusconi è addirittura l’8,6%, nettamente sotto lo standard delle ultime elezioni politiche (in cui già il dato era molto basso). Tra i piccoli partiti, troviamo FdI al 3,7% ma soprattutto la forza di estrema sinistra radicale – Potere al Popolo – che ha quasi raggiunto il partito di estrema sinistra più “borghese”, ovvero LeU: 2,5% contro il 2,7% di Boldrini e Grasso, quasi raggiunti.
IPSOS (18 LUGLIO). DECRETO DIGNITÀ, I DUBBI DEGLI ELETTORI
È stato chiesto dal sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera cosa ne pensino gli elettori intervistati del nuovo Decreto Dignità formulato e presentato dal Governo (in questi giorni in votazione alla Camera). Ebbene, se in linea generale i commenti sono più positivi che negativi, vediamo nel dettaglio quali sono i temi più “convincenti” e quelli invece che vengono bocciati immediatamente. Pollice su per la stretta sulle delocalizzazioni voluta da Di Maio contro le aziende italiane che sono state aiutate da fondi di Stato e che poi hanno deciso di delocalizzare le proprie sedi (75%); giudizi positivi anche per l’introduzione dei limiti di pubblicità sul gioco d’azzardo (74%), così anche per «l’aumento degli indennizzi ai lavoratori nei casi di licenziamento senza giusta causa e restituzione proporzionale di eventuali aiuti statali per le aziende che licenziano», promosso dal 71% degli elettori intervistati nel sondaggio. Molto meno accettate (57% e 55%) gli altri due capisaldi del Dl Dignità: «agevolazioni fiscali per i liberi professionisti, con norme meno restrittive su redditometro, spesometro e abolizione dello split payment dell’IVA», da un lato, e restrizione sull’uso dei contratti a termine. Proprio quest’ultimo rappresenta il punto meno accettato del Decreto M5s, specie quando si dice nel testo che la «durata massima viene portata a 24 mesi con non più di 4 rinnovi e una maggiorazione dei costi contributivi per le aziende ad ogni rinnovo».