Dopo che i gruppi del M5s, del Pd e della Sinistra, oltre che gli organi competenti della magistratura, avevano invocato l’intervento del Ministro della Giustizia arriva poco fa puntuale il comunicato di Alfonso Bonafede: «Prendo atto che il sottosegretario Jacopo Morrone ha già chiarito che quello di stamattina era un giudizio politico espresso in un luogo in cui non dovrebbero entrare le opinioni personali. Come già detto in altre occasioni, ritengo l’associazionismo dei magistrati una buona cosa, se non porta alle storture del correntismo». Secondo il “braccio destro” di Luigi Di Maio, quanto successo con le parole di Morrone è già ampiamente superato: a conferma di ciò, secondo Bonafede «utti gli operatori del mondo della Giustizia hanno ormai ben compreso l’imparzialità del mio operato e del Governo, nell’ambito dei principi costituzionali, ma, soprattutto, l’inequivocabile apertura al dialogo nei confronti di tutti. Quanto avvenuto stamattina non deve compromettere il dialogo che il Ministero ha già avviato e che abbiamo tutta l’intenzione di portare avanti con determinazione». Insomma caso chiuso almeno a livello ufficiale, ma rimangono stizzite le considerazioni di molti membri grillini in merito all’alleato di Governo leghista con le sue “intemperanze”. (agg. di Niccolò Magnani)
MARCIA INDIETRO PER MORRONE: “RISPETTO IL CSM”
Hanno fatto in breve tempo il giro del web le dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone, circa le correnti di sinistra presenti all’interno della magistratura. Parole che sono state condannate in maniera seria anche dall’Anm, l’associazione nazionale dei magistrati, che ha spiegato: «Dichiarazioni gravi e inaccettabili sia perchè rese in una sede istituzionale e in un contesto di formazione di giovani magistrati, la cui reazione è stata di sconcerto, sia perchè provenienti da un rappresentante del Governo invitato all’incontro nella sua veste istituzionale». Visto il caos venutosi a creare, lo stesso Morrone ha deciso di fare un passo indietro: «Non era mia intenzione sostituirmi al ministro di cui stimo e rispetto la posizione – le sue parole di poche ore fa – così come rispetto la stragrande maggioranza della magistratura che porta avanti la propria missione con abnegazione e imparzialità». Morrone ha comunque voluto sottolineare che la Lega ha sempre criticato le correnti in magistratura «perchè portano alle storture che sono emerse e a più riprese denunciate in diversi anni». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SCOPPIA LA POLEMICA DOPO LE PAROLE DI MORRONE
Scoppia la polemica a seguito delle parole rilasciate dal sottosegretario alla Giustizia. Jacopo Morrone, durante un incontro con i giovani magistrati, ha affermato: «Voi sapete a che partito appartengo, cioè la Lega – le parole riportate poco fa dall’edizione online del quotidiano Il Giornale – e mi auguro che la magistratura si liberi dalle correnti. Mi auguro in particolare che si liberi di quelle di sinistra». Dichiarazioni che forse volevano essere ironiche, ma che non sono piaciute a molti, a cominciare da alcuni presenti in aula che hanno deciso di abbandonare l’incontro. Nonostante ciò, Morrone non sembra voler fare marcia indietro, per lo meno, inizialmente: «Ho detto queste parole – ribadisce al meeting – perché come voi sapete il mio partito ha una questione aperta con questi magistrati».
IL PASSO INDIETRO DEL SOTTOSEGRETARIO
Parole che sono arrivate anche alle orecchie dell’ex pubblico ministero di Napoli, Antonello Ardituro, del Consiglio superiore della magistratura: «Le dichiarazioni del sottosegretario sono inaccettabili nel contenuto – afferma – e gravissime quanto al contesto in cui sono state rese. Un incontro di formazione per giovani magistrati non può essere strumentalizzato per finalità politiche da chi è stato invitato per rappresentare il ministero della Giustizia». Dichiarazioni forti che hanno invitato lo stesso sottosegretario alla Giustizia ad una precisazione, e questa volta, ad un netto passo indietro: «In magistratura non ci sono correnti migliori di altre. E le mie parole pronunciate questa mattina al Csm sono una opinione personale che non rappresenta la posizione del ministro. In questo senso ho avuto un’uscita irruente e infelice rispetto al contesto e alla rappresentanza».