Il ristorante è di quelli da Suburra romana. Quelli che sanno di politica e puttane, di gente dello spettacolo e faccendieri. Al tavolo di Paolo Berlusconi sei belle signore. Giovani e letali. Alle sue spalle il gotha del renzismo: Rosato, Guerini e la donna che non deve chiedere, mai. Il dialogo tra gli sconfitti del 4 marzo continua anche così, con il Berlusconi minore che si esibisce con giochi di prestigio per i vertici del Pd. Uno in particolare fatto con una moneta ed un mazzo di carte e che finisce con gli occhi esterrefatti dei democratici che perdono la scommessa e cantano all’unisono “E Forza Italia…”. Era il prezzo pattuito.
Nasceranno più partiti a breve per fermare l’onda gialloverde. Uno schema a quattro punte concordato tra Renzi e Berlusconi, quello vero.
Uno sarà il nuovo partito di Renzi, l’altro il Pd riciclato versione Zingaretti, che prenderà in carico la sinistra ma sotto la direzione reale del fiorentino, poi quello di Calenda con dentro Della Vedova e infine il rifacimento di Forza Italia, che si chiamerà Popolari Italiani, affidato allo sbiadito esecutore Tajani.
Centrodestra e centrosinistra fatti a pezzi e ricomposti sotto la guida del Matteo preferito da Silvio.
Anche questo è un gioco di prestigio. Ma agli italiani inconsapevoli potrebbe toccare di cantare “L’anno che verrà”. Il 2019. Quello in cui va in scena la restaurazione.