Il Colle, senza che il Pd lo abbia “smosso”, ha “parlato” lo stesso sul fronte Rai tramite il proprio portavoce ufficioso, ovvero Marzio Breda del Corriere della Sera: per il giornalista molto vicino agli ambienti quirinalizi, il Capo dello Stato avrebbe richiesto alle varie forze politiche di evitare “ogni forzatura” per la nomina a Presidente Rai, ma nello stesso tempo Mattarella non vuole minimamente farsi coinvolgere dalla bagarre politico-mediatica sul tema. «La materia è competenza di governo e Parlamento, due poteri dello Stato ai quali non può, e soprattutto non vuole, sovrapporsi in nessun modo. Per cui sono infondate le voci di quanti cominciavano già ad almanaccare su una moral suasion quirinalizia verso non precisati emissari di Palazzo Chigi o verso i vertici delle Camere, Maria Elisabetta Casellati e Roberto Fico», spiega bene Marzio Breda questa mattina. Intanto, per Silvio Berlusconi la rottura con Salvini – almeno su Marcello Foa – è consumata: «La scelta dei componenti di forza italia della commissione di vigilanza, di non votare l’indicazione di Marcello Foa alla presidenza della Rai è stata assunta dai nostri gruppi parlamentari. Io ne ho preso atto e l’ho naturalmente condivisa», ha scritto in una nota il Presidente di Forza Italia, prima di aggiungere che «la eventuale riproposizione dello stesso nome alla commissione di Vigilanza, presenta secondo il parere di autorevoli professionisti problemi giuridici non superabili. Non potrà quindi essere votata dai componenti di Forza Italia».
PD MINACCIA DI RIVOLGERSI AL COLLE
Potrebbe arrivare fino al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la polemica relativa alla nomina di Marcello Foa come Presidente della Rai. Promette infatti battaglia il Partito Democratico di fronte alle intenzioni sbandierate dalla Lega e dal suo segretario Matteo Salvini, che ha affermato di considerare il nuovo Cda Rai formalmente attivo, nonostante il voto negativo ricevuto in vigilanza. “Foa è stato bocciato dal Parlamento – ha affermato il capogruppo del Pd in commissione di vigilanza, Davide Faraone – se non dovesse dimettersi, andremo dal capo dello Stato a denunciare l’occupazione della Rai” E bisogna capire quale ruolo sceglierebbe di giocare Mattarella se la questione venisse portata direttamente al Colle, visti anche i precedenti scontri istituzionali tra il Quirinale e il governo gialloverde in carica. (agg. di Fabio Belli)
BERLUSCONI: “NO A FORZATURE”
La nomina di Marcello Foa a presidente della Rai è stata bocciata dalla commissione di Vigilanza, quindi il Cda ha aggiornato la discussione a domani. Ma Matteo Salvini non cede e riconferma la fiducia nel giornalista che è stato indicato dal governo M5s-Lega. «La Lega va avanti tranquillamente col nome di Foa – sottolineano fonti del Carroccio -. Il cda della Rai è in carica e può svolgere mansioni e funzioni». Silvio Berlusconi però avverte l’alleato: «L’eventuale riproposizione dello stesso nome nella commissione di Vigilanza presenta, secondo il parere di autorevoli professionisti, problemi giuridici non superabili». E di conseguenza «non potrà quindi essere votata dai componenti di FI». Anche Luigi Di Maio è intervenuto sul nodo nomine Rai, come riportato da Tgcom24: «Se ci sarà un’intesa tra le forze politiche su Foa è auspicabile che torni, altrimenti è la commissione che deve trovare un’alternativa. Il governo non può ignorare la commissione di Vigilanza Rai: se ci sarà un’intesa intorno al nome di Foa per me è auspicabile che torni in commissione di Vigilanza, se non c’è è chiaro che non può tornare». (agg. di Silvana Palazzo)
SALVINI INSISTE MA BERLUSCONI RIBADISCE IL NO
Sembra essere diventato oramai un braccio di ferro tutto interno al centrodestra la vicenda della bocciatura, avvenuta questa mattina in Commissione di Vigilanza, del neo presidente della Rai, Marcello Foa. “Questione di metodo” ripetono i maggiorenti di Forza Italia, mentre Matteo Salvini risponde sibillino che oramai gli episodi in cui i forzisti votano assieme al Pd si stanno moltiplicando, e facendo appello al buon senso degli elettori della oramai ex coalizione per capire il senso della querelle. In ogni caso, la visita del leader del Carroccio in ospedale a Silvio Berlusconi è servito a calmare le acque e quasi a voler marcare, da parte dell’attuale vice-premier, la distanza tra il fondatore di FI e alcuni parlamentari che avrebbero voluto fare uno sgambetto alla Lega. Dal canto suo l’ex Cavaliere ha spiegato i motivi del “no” e anche di fronte alle insistenze del Ministro dell’Interno, che ha ribadito come la sua candidatura resti quella di Foa nonostante da più parti si invochi ora una scelta maggiormente condivisa, ha spiegato che Forza Italia non farà alcun retrofront. “Non lo voteremo” avrebbe tagliato corto Berlusconi, spiegando che la bocciatura di oggi potrebbe essere replicata in Commissione. (agg. di R. G. Flore)
GELMINI, “ASSE PD-FI? NO, LEGA-M5S…”
Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini, rispettivamente capogruppo Forza Italia alla Camera e al Senato, rimandano a Salvini le sue accuse di asse tra Forza Italia e Pd: “Altro che asse tra Pd e Fi sulla Rai, l’unico asse di cui siamo profondamente rammaricati è quello che si è creato in violazione della volontà popolare – e nello specifico in violazione dello spirito della legge sulla Rai – tra Lega e M5, “un asse che al governo sta provocando gravissimi danni al Paese”. Una Rai asservita ai comandi di Salvini e Casaleggio, ha invece commentato il segretario del Pd Martina: “Vogliono una Rai asservita ai comandi di Salvini e della Casaleggio. Il Parlamento ha detto no. La commissione di vigilanza ha fermato questo scempio orchestrato per avere un presidente funzionale ai voleri dei nazionalpopulisti” (Agg. Paolo Vites)
INCONTRO SALVINI-BERLUSCONI
Dopo la bocciatura ricevuta questa mattina in Commissione di Vigilanza Rai da Marcelo Foa, il presidente indicato dall’esecutivo formato da Lega e Movimento 5 Stelle, si riaccendono le frizioni tra i vertici del Carroccio e Forza Italia, col partito di Silvio Berlusconi che ha fatto mancare, al pari di Partito Democratico e Liberi e Uguali, il sostegno al giornalista. E se Anna Maria Bernini, capogruppo di FI al Senato, parla ancora di “metodo sbagliato” da parte dei leghisti e ora invoca un bagno di umiltà nella scelta di un altro nome, Matteo Salvini ha parlato dell’incontro avuto questa mattina con Berlusconi, ricoverato in ospedale, al quale aveva cercato di strappare un “sì” dei suoi per dare via libera a Foa. “Il parere che darò sarà quello di riconfermare la fiducia a Foa per poi tornare finalmente a lavorare” ha detto il leader della Lega, spiegando che quello proposto era un nome senza sospetti e poi lanciando qualche stoccata proprio a Forza Italia: “Mi pare curioso che dicano di no a una persona che ha cominciato a lavorare con Indro Montanelli, ma forse c’è qualcuno in FI che ha altre ambizioni rispetto a Berlusconi” ha detto Salvini, che poi ha aggiunto che “qualcuno ogni tanto vota col Pd: una, due, tre volte ma alla quarta significa che preferisce i dem a noi…. Ognuno è libero di scegliere, poi trarremo le conseguenze”. (agg. di R. G. Flore)
LEGA-M5S, “RESISTE PATTO DEL NAZARENO”
Lo scontro ormai è serrato, nonostante i tentativi in extremis di Salvini per tentare di convincere Berlusconi a cambiare idea: secondo un retroscena svelato dal Corriere della Sera, il Ministro degli Interni si sarebbe recato questa mattina all’ospedale San Raffaele di Milano dove Berlusconi si stava sottoponendo ad un trattamento di ossigenazione del sangue (era già stato ricoverato per alcuni controlli due giorni fa, ndr). L’obiettivo era chiaro, provare a convincere l’ex Cav sulla nomina di Foa prima del voto in Commissione: la prova non è andata a buon fine e così il candidato del Governo è stato bocciato, aprendo una mini crisi interna al Cda che ora vede Foa sempre presidente perché consigliere più anziano ma senza la conferma e l’appoggio della politica. «Siamo dispiaciuti per l’asse Pd-Fi, che cerca di fermare il cambiamento, sia del Paese che della Rai», spiega Molinari della Lega, mentre i grillini ci vanno giù duri, «resiste il Patto Nazareno». La replica di Forza Italia è invece affidata a Gelmini-Bernini, le capogruppo in Parlamento: «orza Italia è sempre stata ed è sempre disponibile al confronto. E anche sulla Rai sarà disponibile a confrontarsi sul metodo e sui profili più adatti a ricoprire la carica di presidente».
FOA, “RISPETTO DECISIONE COMMISSIONE VIGILANZA”
Appena un’ora dopo la bocciatura in Commissione Vigilanza, Foa sceglie il low profile nel commentare la decisione parlamentare che al momento blocca la sua salita a Presidente di Viale Mazzini: «Prendo atto con rispetto della decisione della Commissione di Vigilanza della Rai. Come non ho chiesto alcun incarico nel Consiglio che mi è stato proposto dall’Azionista», spiega in una nota sui social l’ex caporedattore Esteri de Il Giornale. Poi conclude, «non posso pertanto che mettermi a sua disposizione invitando a indicarmi quali siano i passi più opportuni da intraprendere nell’interesse dalla Rai». Un completo basso profilo per chi in tutta la vicenda Rai è stato solo una “pedina” mossa dal Governo per provare a stanare le opposizioni: operazione fallita, ora la “palla” torna al Ministro Tria che avrà il suo bel da fare per provare a trovare un altro nome e convincere le opposizioni. «Volevamo la Rai del cambiamento, l’opposizione ha detto no. Mi auguro che Foa non si dimetta da Cda», ha fatto sapere ancora Gianluigi Paragone (M5s). Lo scontro è però palese tra Forza Italia e Lega, con il presidente Berlusconi che al Mattino spiega la sua scelta di andare muro contro muro con Salvini: «Mi aspettavo un comportamento normale nei rapporti tra alleati, o se preferisce un corretto rapporto maggioranza-opposizione. Il servizio pubblico non appartiene alla maggioranza o al governo, appartiene a tutti. Mi dispiace, ma non possiamo accettare questa forzatura».
FOA BOCCIATO DALLA VIGILANZA RAI
È fumata nera in Commissione Vigilanza per la nomina di Marcello Foa: non sarà lui il Presidente della Rai. Anzi, sì. Non siamo schizofrenici e non ci siamo svegliati col piede storto, è proprio così che avverrà nelle prossime settimane: finché infatti non si sbloccherà la situazione in Commissione – e potrebbe rimanere intricata per un bel po’ di tempo – a fare le veci del Presidente sarebbe il membro più anziano del Cda. E, guarda caso, è proprio Marcello Foa: il senatore M5s Gianluigi Paragone lo ha spiegato stamattina a Repubblica, «Le regole sono regole. Se la Vigilanza non ratificherà l’elezione di Marcello Foa alla presidenza della Rai, il medesimo Foa – in quanto consigliere anziano – continuerà a presiedere il cda Rai fin tanto che in Vigilanza non si sboccherà la situazione». Caos intanto nei palazzi della politica dopo il voto di questa mattina: sono stati solo 22 i pareri favorevoli per Foa Presidente, dato che Pd, Leu e Forza Italia pur presenti non hanno partecipato al voto facendo così mancare la possibilità di un voto in favore del nominato da Lega-M5s (e appoggiato da FdI). Il forzista Alberto Barachini – presidente della commissione – ha votato, presumibilmente scheda bianca.
NOMINE RAI, FORZA ITALIA DECISIVA
Alle ore 8.30 è convocata la Commissione di Vigilanza parlamentare per ratificare – o respingere – la nomina di Marcello Foa a nuovo Presidente della Rai. Dopo il via libera ieri pomeriggio del Cda, ora la “palla” passa ai partiti che proprio su questa nomina si sono spaccati (qui tutti i dettagli). In particolar modo, Forza Italia non ha “gradito” il metodo utilizzato dal Governo: non coinvolgere né avvisare le opposizioni per la proposta di un nome che poi avrebbero dovuto votare anche loro (visto che manca la maggioranza in Commissione). Per questo motivo Silvio Berlusconi ha fatto sapere, assieme a quasi tutto il suo partito, che voteranno No al professionista ex Il Giornale non tanto per il nome (che andrebbe anche benone agli azzurri) ma proprio per il “criterio” (anche se i più maligni sussurrano che il vero nodo della questione è la mancanza di promesse sulle nomine dei prossimi direttori di Tg). In attesa del voto, l’equilibrio in campo è assai fragile: i componenti riuniti in Commissione sono 40 e per ratificare il presidente servono 27 voti a scrutinio segreto. Lega-M5s hanno dalla loro 21 voti (14 grillini, 7 della Lega) più i 2 di Fratelli d’Italia che ha strappato con Berlusconi e ha seguito l’antico alleato. Con Leu e Pd assolutamente contrari a Foa, il destino è in mano a Forza Italia: servono 4 voti in tutto per la ratifica del Presidente nominato, e gli azzurri sono in 7..
L’ATTESA DI MARCELLO FOA
A quel punto, se dovesse essere bocciato Foa, si dovrà provvedere ad una nuova nomina da parte del Ministro Tria magari però coinvolgendo più ad ampio spettro gli altri partiti, come non avvenuto finora. In attesa dello scontro che evidentemente coinvolge da molto vicino il già traballante Centrodestra, a parlare ieri sera è stato lo stesso Marcello Foa che in una nota su Facebook scriveva: «ringrazio il Cda della Rai per la fiducia accordatami. Attendo con rispetto il voto della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai». Non solo, Foa prova a stilare il suo “programma” che dovrebbe in realtà sposarsi eccome con le politiche e battaglie del centrodestra: «le logiche della partitocrazia sono estranee ai miei valori e alla mia cultura che, invece, contemplano un solo impegno incrollabile. Quello nei confronti», scrive ancora Foa, «di un giornalismo libero, trasparente e intellettualmente onesto, senza pregiudizi ideologici».