IPSOS (18 LUGLIO): DECRETO DIGNITÀ, BOCCIATA LA STRETTA SUI CONTRATTI

Il Decreto Dignità non ha convinto le opposizioni – e questo è normale, come ogni provvedimento importante di un Governo – ma a giudicare dai sondaggi espressi da Ipsos lo scorso 18 luglio, gli elettori non considerano di buon occhio il provvedimento anti-Jobs Act specie sul fronte dei contratti a termine, “ristretti” per provare ad incentivare le aziende ad assumere a tempo indeterminato. Molto più apprezzati le delocalizzazioni e le restrizioni sulle pubblicità del gioco d’azzardo, mentre non convincono le misure sui liberi professionisti e le partite Iva. Sul fronte numerico, il 75% degli intervistati ritiene positiva «la stretta alle imprese che delocalizzano la propria attività dopo aver ricevuto agevolazioni dal parte dello Stato». Il 74% invece valuta bene la decisione del Governo Lega-M5s di introdurre «limiti alla pubblicità e alle sponsorizzazioni per le aziende del gioco d’azzardo», mentre il 71% ritiene che sia buona cosa «l’aumento degli indennizzi ai lavoratori nei casi di licenziamento senza giusta causa e restituzione proporzionale di eventuali aiuti statali per le aziende che licenziano». Non bene invece le «agevolazioni fiscali per i liberi professionisti, con norme meno restrittive su redditometro, spesometro e abolizione dello split payment dell’IVA» (stimate solo dal 57% degli elettori), mentre il 55% giudica positivo «la restrizione sull’uso dei contratti a termine: la loro durata massima viene portata a 24 mesi con non più di 4 rinnovi e una maggiorazione dei costi contributivi per le aziende ad ogni rinnovo». 



QUORUM (4 LUGLIO): CHI È PER L’ITALEXIT?

Secondo i dati emersi in un sondaggio pubblicato a metà luglio, l’importante analisi di Quorum-YouTrend sul rapporto politica italiana/Euro, non solo Lega e Movimento 5 Stelle risultato essere i principali testimonial dell’antieuropeismo, almeno dal punto di vista degli elettori. È infatti stato chiesto se si votasse oggi per un fantomatico “Referendum sull’Euro” in stile Brexit, cosa farebbero gli elettori di tutti i principali partiti italiani: ebbene, a livello generale il 74,15 rimane ancora oggi in Ue, nonostante tutti i problemi, mentre il 22,1% sarebbe pronto ad uscire immediatamente dall’Unione. Ma se si entra nel merito dei partiti, allora di scopre che ben il 25% degli elettori moderati di Forza Italia sono delusi dall’Europa e puntano dritti, esattamente come Salvini (32,8%) e Di Maio (28,1%) verso un Italexit “ragionata” a medio periodo. Il Pd, ad oggi, è il più europeista di tutti con il 94,1% dei propri elettori che spinge per rimanere nell’Euro.

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