IPSOS (25 LUGLIO): GOVERNO CONTE PROMOSSO DALLE OPPOSIZIONI

In parlamento sono seduti ai banchi dell’opposizione e combattono tutti i giorni – o almeno tentano di farlo – un anomalo Governo che vede il nemico assoluto, il M5s, e il loro alleato, Salvini. Ebbene, se si guardano i sondaggi politici prodotti da Ipsos per il Corriere della Sera si scopre che l’elettorato di Centrodestra, questa anomalia governativa piace eccome. È stato infatti chiesto di dare un giudizio all’operato del Governo Conte in questi primi tre mesi di legislatura: ecco che, con la scontata promozione di Lega e M5s – rispettivamente promosso dal 94% e 92% – spunta il dato interessante degli elettori di Forza Italia e Fratelli d’Italia. I loro partiti si trovano all’opposizione ma per l’elettorato quel Governo è da premiare: il 77% di loro lo appoggia, diverso invece dal 18% del Pd e degli altri partiti di Sinistra che ovviamente si sentono distanti da idee, proposte e riforme gialloverdi. Il giudizio negativo, viceversa, vede il voto solo del 5% di Lega e M5s, il 20% di Fdi-Berlusconi e il 79% degli elettori dem. L’indice di gradimento sale, in poche parole, e non solo nella maggioranza ma anche tra chi dovrebbe essere all’opposizione di questo Governo: questo ci suggerisce che la presenza di Salvini, in questo momento, è un polo attrattivo non solo per leghisti ma anche per elettori di Centrodestra delusi dalle posizioni di Berlusconi e Meloni. 



LORIEN (AGOSTO): DECRETO DIGNITÀ, BOCCIATI I NODI CONTRATTI E LICENZIAMENTI

Il Governo Lega-M5s finora ha dovuto provvedere a due emergenze su tutte: le immigrazioni e il caos lavoro, con una crisi che ancora non sembra lasciare il nostro Paese, senza crescita nonostante qualche buon risultato del Jobs Act renziano. I sondaggi espressi da Lorien in questa prima parte di agosto provano ad esprimere i giudizi degli elettori sul Decreto Dignità che, proprio sul fronte lavoro, è il primo vero (e finora unico) provvedimento approvato dal Governo gialloverde. Sul fronte dei provvedimenti, non proprio tutti vengono accettati e approvati dall’elettorato su scala nazionale: il divieto di ogni forma di pubblicità sul gioco d’azzardo o scommesse di gioco viene approvato come “miglior provvedimento” del decreto Di Maio, al 61%, mentre il 55% esprime pareri positivi sulla lotta alla delocalizzazione delle aziende e ai licenziamenti di quelle stesse società, che ora vengono impediti dal Decreto Dignità (in particolare, le aziende che ricevono aiuti dallo stato non possono d’ora in avanti demoralizzare o licenziare lavoratori per almeno 5 anni, pena una multa da 2 a 4 volte gli aiuti ricevuti). Meno “considerato” invece l’indennizzo riconosciuto ai lavoratori licenziati ingiustamente (49%), con molti che rivorrebbero l’introduzione dell’articolo 18 (abolito dai Governi Pd): bocciato il Governo invece sulla gestione dei contratti a tempo determinato, il vero punto di svolta del Decreto Dignità (o almeno il suo tentativo sperato, ndr). Solo il 36% apprezza che i datori di lavoro dovranno pagare una addizionale sulla retribuzione se decideranno di fare un’assunzione a tempo determinato, mentre addirittura il 70% boccia il fatto che i contratti a tempo avranno un limite di soli 2 anni, con rinnovi fermi a 4 volte.



IST. MARKET (24 LUGLIO): ALTO ADIGE, VERSO LE ELEZIONI

Il prossimo 21 ottobre 2018 si terranno in Alto Adige le Elezioni provinciali: al netto di ogni differenza anche grande tra la politica della Regione a Statuto Speciale e i nostri confini nazionali, pare che anche sulle Dolomiti il vento gialloverde sia arrivato e non intenda lasciare scampo al Pd e alle “normali” opposizioni (ovvero i partiti nazionali e non quelli locali). In un sondaggio pubblicato dall’Istituto Market sui quotidiani Alto Adige, Dolomiten e Zett, si osserva come la Lega abbia compiuto un altro balzo in grado di arrivare al 5% contro il 4% del Pd e del Movimento 5 Stelle: sono dati bassi, ovviamente, ma sono in controtendenza rispetto al recente passato dove i “populisti” erano quasi a zero. Tiene “botta” l’SVP che passa al 39% dopo il 45% di qualche mese fa: la sfida per il leader Arno Kompatscher è alta ora visto che dovrà trovare alleati importanti, vista la crisi del Pd a livello provinciale (che riflette una più ampia discesa nazionale).

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