Ai microfoni di Sky Tg24, il Ministro degli Interni Matteo Salvini mette insieme le due polemiche di questi ultimi giorni: il “caso Rai” su Marcello Foa e l’aggressione alla giovane atleta azzurra Daisy Osakue. In particolar modo, il leader della Lega risponde alle critiche piovute addosso in seguito alla “scoperta” del figlio di Foa che lavora nel suo staff della comunicazione. E allora attacca: «meglio avere il figlio di un giornalista obiettivo che lavora per me, che il figlio di un consigliere del Pd che lancia le uova alla gente a Torino». In un sol colpo risponde così al presunto conflitto d’interesse e all’accusa di razzismo scattata contro la sua linea politica come “ispiratrice” dell’attacco a Daisy, poi però smentita dalla Procura stessa e dall’arresto dei colpevoli. «I tre quarti dei giornalisti italiani hanno occupato le pagine parlando di un’atleta vittima di un attacco razzista: sciocchezze, erano tre figli di papà che si divertivano a lanciare uova. Aspetto le scuse alla Lega e agli italiani», conclude Salvini.
“LAVORA CON NOI? NESSUN IMBARAZZO”
Ci hanno provato e ci proveranno a mettere in imbarazzo o sotto “scandalo” il Ministro Salvini: non tanto per Leonardo Foa, ma per trovare qualcosa che possa mettere in cattiva luce all’elettorato un Ministro che finora più crescono le critiche nei suoi confronti più sale nei sondaggi. Le opposizioni, sulla storia del figlio di Marcello Foa, hanno attaccato il leader del Carroccio che però ieri sera ha replicato così: «imbarazzo per il figlio di Marcello Foa che lavora nel mio staff? Assolutamente no». E stop, non ci ha dedicato alcunché di altro tempo il Ministro degli Interni. In serata poi il Viminale ha fatto sapere “freddamente” quanto segue: «Leonardo Foa, giovane laureato con master e trilingue, ha studiato la comunicazione social di Salvini nel progetto di tesi. In questo modo ha cominciato a collaborare con lo staff, esperienza proseguita da quando Salvini è diventato ministro e ora fa parte del team di comunicazione». È stato poi chiesto a Salvini un ultimo commento sulla vicenda Foa, ma “senior” questa volta: e lui ha aggiunto «”Guardo al merito: per me il nome resta Foa. Se qualcuno mi contesta la sua professionalità ne riparliamo». Anche qui, come a dire “non mi rompete, io vado avanti perché ho il consenso”.
LEONARDO FOA NELLO STAFF DI SALVINI
Se non bastavano le polemiche su Marcello Foa e la sua candidatura alla Presidenza Rai (poi bocciato in Commissione Vigilanza per lo strappo di Berlusconi dall’alleato-nemico Matteo Salvini), ora si aggiunge un nuovo capitolo alla difficile situazione maturata nell’azienda di Viale Mazzini e nello stesso Parlamento in questi ultimi giorni prima dell’estate. Il figlio di Marcello, Leonardo Foa, ha 24 anni e lavorerebbe – anzi, lavora – per lo staff della comunicazione di Matteo Salvini (tra l’altro uno dei più geniali canali di comunicazione politica, visto il balzo clamoroso della Lega dal 5% al 30% di oggi). Secondo quanto riportato da L’Espresso, sul profilo LinkedIn (poi oscurato in un secondo momento) del ragazzo il suo cv si presenta in bella forma: «Leonardo Foa, giovane laureato, con master e trilingue, ha studiato la comunicazione social di Matteo Salvini nell’ambito del progetto di tesi. In questo modo ha cominciato a collaborare con lo staff di Salvini, esperienza proseguita da quando Salvini è diventato ministro e ora fa parte del team comunicazione». Da diversi mesi infatti Foa jr lavora presso il gruppo messo in piedi da Luca Morisi, il vero uomo chiave del successo del Ministro (un po’ come era a suo modo Filippo Sensi per Matteo Renzi) in questi mesi di grande successo elettorale e comunicativo del politico n.1 in Italia per consensi.
LE CRITICHE DEL PD
Non poteva che scatenare un putiferio tale scoperta non tanto per il lavoro del giovane Foa che legittimamente e crediamo anche con buoni esiti lavora nello staff comunicativo del Ministro, non vi è nessun reato: diverso è però il discorso fatto dalle opposizioni che approfittano del “caso” per attaccare la scelta di Marcello Foa come Presidente Rai. Secondo Alessia Morani, Partito Democratico, «ricordo i tempi del primo mandato di Salvini a Strasburgo quando ad accompagnarlo come assistente parlamentare fu un familiare di Umberto Bossi. Salvini non cambia mai. Nepotista era, nepotista rimane. Come era quella di Foa indipendente dai partiti? Vergogna». Secondo un altro dem, con passato nel Centrodestra, Gianfranco Liprandi «Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, chiarisca se sono vere le voci secondo cui Leonardo Foa, figlio di Marcello Foa, il presidente Rai designato, è assunto nel suo staff comunicazione al Viminale. Se fosse vero, sarebbe veramente singolare». Sono parecchi i post sui social di Leonardo Foa in cui il “Capitano” – come viene definito Salvini proprio da un’idea dello staff di Morisi – viene mostrato nelle varie battaglie dei recenti mesi. Fonti del Viminale riportate dall’Ansa spiegano che il figlio del nominato Presidente Rai ha studiato la comunicazione social di Salvini nell’ambito del progetto di tesi e in questo modo ha «cominciato a collaborare con lo staff di Salvini, esperienza proseguita da quando il segretario della Lega è diventato ministro, con l’ingresso nel team comunicazione».