Non ci sarebbe l’oramai celebre uscita sulla “pacchia finita” alla base della denuncia presentata da cinque cittadini a Treviso contro il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini: l’iniziativa che oggi è stata rilanciata da diversi mezzi di stampa arriva a breve distanza proprio da una dichiarazione del leader del Carroccio che, in merito alla vicenda Diciotti, aveva detto di non temere alcuna denuncia per via della sua gestione del caso. Secondo i querelanti, infatti, le dichiarazioni di Salvini avrebbero contenuti discriminatori e razziali tanto da istigare all’odio: e tra le uscite incriminate del Ministro vi sarebbe anche quella riguardante la proposta di effettuare un censimento della popolazione Rom su base etnica che, a detta dei cinque firmatari (tra cui un ex consigliere comunale in quota Pd e il segretario cittadino di Sel), avrebbe contribuito a fomentare la denigrazione e l’odio verso quell’etnia ed entrando apertamente in contrasto con la legge Mancino che punisce proprio questo tipo di reati. (agg. di R. G. Flore)



ECCO I FIRMATARI DELLA DENUNCIA

Tra i depositari della denuncia contro Matteo Salvini, il quale non ha ancora risposto direttamente, anche l’ex consigliere comunale di Treviso Said Chaibi e l’ex segretario cittadino di Sel Renato Zanivan, si legge sul Secolo d’Italia. Che identifica negli esponenti della sinistra radicale i firmatari. Tra le frasi incriminate, si legge ancora, «Per gli immigrati clandestini è finita la pacchia, preparatevi a fare le valigie, in maniera educata e tranquilla, ma se ne devono andare» pronunciata dal ministro degli interni poco dopo la sua nomina e anche «per gli immigrati clandestini è finita la pacchia, preparatevi a fare le valigie, in maniera educata e tranquilla, ma se ne devono andare». Ecco chi sono tutti i firmatari, in tutto cinque: Luigi Galesso, Gabrielle Casagrande, Marta Cassano, Said Chaibi e Renato Zanivan. Chaibi, ex consigliere comunale della maggioranza che appoggiava l’allora sindaco Giovanni Manildo, è stato anche candidato sindaco (non eletto) alle ultime comunali, per la coalizione civica “Sinistra per Treviso” (Agg. Paolo Vites)



CASO DICIOTTI

Vi abbiamo raccontato della denuncia ricevuta da Trevsio da Matteo Salvini, ministro dell’Intero, per istigazione all’odio razziale. Non è l’unica iniziativa però intrapresa nei confronti del segretario federale della Lega: Cathy La Torre di Gay Lex ha lanciato su Facebook una campagna per invitare a denunciare il Capo del Viminale per sequestro di persona per i migranti bloccati sulla nave Diciotti. Ecco quanto recita il post: “Come cittadini e come attivisti per i diritti fondamentali abbiamo inviato un esposto per sequestro di persona, o diverso reato che la Magistratura ravviserà, alla Procura della Repubblica di Catania. È intollerabile restare immobili mentre 150 persone sono trattenute su una nave militare, contro la loro volontà, per il diktat di Salvini. Un ministro che come un Duce impone le sue scelte al di sopra di ogni norma, regola, convenzione, umanità”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“CAUSA COMMENTI XENOFOBI”

Un gruppo di cittadini di Treviso ha sporto denuncia alla Procura della loro città contro il ministro degli interni Matteo Salvini per “istigazione all’odio razziale aggravato dalla posizione di responsabile di una pubblica funzione”. Secondo quanto si legge nell’atto depositato, “diverse dichiarazioni del ministro hanno travalicato il limite del diritto di manifestazione del pensiero e dato origine sul web a decine di commenti xenofobi e razzisti”. Nel dettaglio viene detto che «Le affermazioni del Ministro, singolarmente e complessivamente considerate – rilevano i firmatari della denuncia – hanno travalicato scientemente il limite del legittimo esercizio del diritto di manifestazione del pensiero previsto dall’art. 21 della Costituzione, e non sono pertanto tutelate dalla libertà d’espressione».

MATTEO SALVINI DENUNCIATO PER ISTIGAZIONE ALL’ODIO RAZZIALE

Al momento non si registrano ancora commenti da parte del leader della Lega, ma non mancheranno di sicuro a poco, vista la sua attivissima presenza sui social. Il caso in questione, anche se non specificato, fa quasi sicuramente riferimento alla nave della Guardia di costiera Diciotti, ancorata da giorni nel porto di Catania con a bordo un centinaio di migranti provenienti da zone in guerra come l’Eritrea e la Somalia alla quale Salvini ha proibito di far scendere gli extra comunitari, provocando un caso internazionale che si trascina da giorni. Proprio stamane in una intervista al Corriere della Sera Salvini ha sottolineato come i veri ostaggi non siano quelle persone, “ma gli italiani, ostaggi degli immigrati e dell’Europa da troppo tempo”. Il ministro dall’inizio del caso chiede che i migranti vengano equamente distribuiti fra i vari paesi membri dell’Unione europea, ma nessuno si è ancora offerto. E a proposito di denunce, dice che “se i magistrati mi convocano sono a disposizione, s l’autorità giudiziaria riterrà di indagarmi processarmi o arrestarmi, troverà in me un italiano pronto a difendersi”.