Se queste sono le premesse, la Manovra di autunno sarà una lunghissima e complessa “battaglia” tutta interna al Governo gialloverde tra chi detiene i cordoni della borsa, il Mef, e chi invece spinge per attuare il Contratto di Governo, Lega & M5s. Dopo l’intervista di Di Maio al Fatto dove si spingeva per, eventualmente, violare il tetto del 3%, arriva la pronta risposta del Ministro Tria che sa molto di “secca smentita”: «Il governo italiano non ha intenzione di superare il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil in vista della prossima legge di Bilancio». Certo, secondo il Mef proprio il rapporto deficit/Pil è uno dei punti più criticabili del rapporto tra Ue e Paesi membri, «ma non per questo vuol dire che lo supereremo, anzi lavoreremo per continuare a ridurre il rapporto debito/Pil». Insomma, l’esatto opposto dell’idea lanciata da Di Maio: il messaggio lanciato da Tria dalla Cina, dove è in visita ufficiale presso il Governo di Pechino, sta già facendo discutere gran parte della base grillina (e anche leghista) e minaccia di portare il livello dello scontro più si avvicinerà l’appuntamento “caldissimo” della Legge di Bilancio.
CRITICHE DI FICO
Luigi Di Maio a 360° in una lunga intervista rilasciata ai microfoni del Fatto Quotidiano. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, nonchè vicepresidente del Consiglio, ha trattato diversi temi e un focus particolare sui dissidi interni al Governo. Ai più non è passato inosservato il recente scontro tra Matteo Salvini, ministro dell’Interno, e Roberto Fico, presidente della Camera ed esponente di punta del Movimento 5 Stelle. Ecco il commento di Di Maio sull’argomento: “Roberto ha il pieno diritto di esprimersi da presidente della Camera, ma io ricordo a tutti che Salvini lo conoscevamo bene già prima. È ovvio che su alcune cose non siamo d’accordo, ma il contratto di governo l’ha votato il 94 per cento. C’è una dialettica di governo aperta, perché noi siamo un esecutivo sincero”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI MAIO A 360°
Una lunga intervista al Fatto Quotidiano mette Luigi Di Maio, ancora una volta, sul gradino più alto del Governo assieme al rivale-amico Matteo Salvini: Conte è diversi passi indietro, mentre i due vicepremier continuano a dettare la linea (non solo comunicativa) del Governo gialloverde, esattamente come lo si pesava all’inizio del giuramento davanti a Mattarella. Mentre nelle ultime settimane i temi “caldi” sono stati imposti dalla realtà della cronaca, prima il Ponte di Genova crollato, poi l’emergenza migranti sulla nave Diciotti (con le dovute e chiare distinzioni di impatto e importanza, ndr), oggi Di Maio prova a rimettere in agenda i tre punti fondamentali del Contratto di Governo: «Voglio realizzare subito le tre misure principali del contratto di governo: superamento della Fornero, reddito di cittadinanza e flat tax». Guardando all’autunno che si avvicina, con la Manovra di Bilancio che attende al varco la tenuta dell’alleanza Lega-M5s, il vicepremier arriva a “sfidare” – ancora una volta dopo il recente botta e risposta col Commissario Oettinger – l’Unione Europea con una sorta di promessa-minaccia: la riforma dei centri per l’impiego (elemento necessario per il reddito di cittadinanza, ndr) si può fare con una «forma di reddito più ampia possibile, non procedo in modo timido. Non escludo che si posa violare il tetto del 3% di deficit, ma non possiamo dirlo ora, stiamo lavorando alla Legge di Bilancio», spiega ancora Di Maio che definisce «sbagliata quella regola, come ha detto lo stesso suo inventore».
IL VICEPREMIER ATTACCA SU AUTOSTRADE E MIGRANTI
Sui temi invece più “attuali”, il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico continua il muro contro muro con Autostrade: «La revoca della concessione ad Autostrade – fa quindi sapere Di Maio – procede ottimamente, ci sta lavorando il presidente Conte che è un eccellente avvocato. Certo, mi aspetto che ci facciano causa: cosa puoi aspettarti da persone che come prima dichiarazione sulla tragedia di Genova hanno negato di avere colpe?. Ci sono tutti i presupposti per la revoca – aggiunge il vicepremier -, poi realizzeremo la nazionalizzazione». In merito, invece, al problema migranti con il caso Diciotti appena archiviato qualche giorno fa, Di Maio “sfida” a distanza Orban e dunque indirettamente anche Salvini (che oggi a Milano incontrerà il Presidente dell’Ungheria, ndr): «non vogliamo avere nulla a che fare con Orban, ma la sua posizione sul tema migranti è la stessa di Germania e Francia». In merito al caso Diciotti, infine, Di Maio avanza «Per me il governo non ha sequestrato nessuno. La nostra posizione è sempre stata per i ricollocamenti dei migranti, e non puoi portarla avanti con modi gentili».