Ma è proprio vero, come ha scritto ieri il sociologo Ilvo Diamanti su Repubblica, che continuando ad agitare temi ansiogeni il consenso attorno a Matteo Salvini sta aumentando anche fra gli elettori grillini, tanto che si può dire che “cresce l’idea di una Lega a 5 stelle”? “Il consenso a Salvini sta indubbiamente salendo anche tra gli elettori M5s – risponde il sociologo e sondaggista Arnaldo Ferrari Nasi -. Stando a una nostra recente rilevazione, a precisa domanda “Lei è d’accordo o no con quanto sta facendo Salvini sul tema immigrazione?” il 66% dei grillini risponde Sì. Ma che questo consenso si traduca poi in voto è assai difficile. Sta accadendo quanto abbiamo già visto con Gianfranco Fini, osannato dalla sinistra per i suoi dissidi con Berlusconi, ma poi finito nell’irrilevanza. L’elettorato 5 Stelle è sempre più orientato a sinistra, tanto che secondo me è destinato a sostituire il Pd come partito della sinistra”.
Salvini, dunque, è sempre in forte ascesa?
Sull’immigrazione è facile. Vediamo quando si inizierà a parlare dei temi economici. Questo è un governo “estivo”, in carica da pochissimi mesi. E finora cosa ha fatto? Sugli immigrati Salvini ha fatto il pieno, ma sul decreto Dignità, realizzato dal suo alleato di governo Di Maio, in tanti sono rimasti più o meno scontenti. Per ora l’alleanza funziona, il collante è il potere. Ma quando affronteranno temi coma la Tav?
Che cosa potrebbe succedere?
I 5 Stelle hanno un’opinione diametralmente opposta a quella della Lega, che per quanto partito nazionale conserva il suo bacino elettorale più robusto sempre al Nord, un’area del Paese più dinamica e che pesa demograficamente più del Sud. Credo che a quel punto i nodi verranno al pettine.
Intanto Salvini fa presa anche sugli elettori del partito di Di Maio. Perché?
Perché Salvini rispetto a Di Maio si è preso la parte del lavoro più facile. È più facile parlare di migranti, ordine pubblico e microcriminalità che affrontare i temi del lavoro. E poi Salvini sta sfruttando un altro vantaggio.
Quale?
C’è un centrodestra allo sbando. In quell’area non c’è un’offerta politica. Berlusconi non è più credibile, ha già fatto tre giri senza però realizzare la tanto sbandierata rivoluzione liberale. E la Meloni non ha raccolto l’eredità di Alleanza Nazionale, vuoi per diatribe interne, vuoi perché lei non osa andare più in là. Così oggi quali opzioni sono rimaste a un elettore di centrodestra? Non andare a votare o votare Salvini. Insomma, l’ascesa del leader leghista non è tanto e solo merito suo, quanto soprattutto demerito degli altri.
Se nel centrodestra non c’è offerta politica, la sinistra sembra sparita dai radar. Non è così?
È vero. E tenga conto di una cosa: il M5s, che è un partito grosso, adesso è il partito di sinistra. Il Pd andrà a scemare, diventerà come i socialdemocratici del Psdi nella Prima Repubblica, una forza del 3-4%, mentre i 5 Stelle sostituiranno il Pd come partito della sinistra.
Intanto Salvini fa breccia anche in questo elettorato di sinistra…
Sul versante M5s avrei dei dubbi. Il M5s è nato come movimento con due anime, una di destra e una di sinistra, ma negli ultimi tempi si è spostato molto a sinistra. Nel 2013-2014 il 40% dei suoi sostenitori si dichiarava di sinistra e un 30% di destra, era ancora un movimento trasversale, mentre oggi meno di un elettore su cinque si sente di destra. E un elettore così è d’accordo con Salvini finchè è al governo, ma poi non gli darà certo il voto.
Di Maio sbaglia a essere così appiattito sulle posizioni di Salvini?
Di Maio non è appiattito, lui e Salvini sono soci di governo. Diciamo che Salvini è più esplicito, più navigato e più forte di Di Maio.
All’interno dei 5 Stelle Di Maio e Fico sulle posizioni di Salvini hanno atteggiamenti e giudizi opposti, non crede?
Di Maio è operativo perché è al governo, Fico no, può permettersi di più di parlare di temi alti. Ma ripeto: il 66% dei grillini oggi è d’accordo con Salvini.
Sull’immigrazione si è sfiorato uno scontro istituzionale aperto con il presidente Mattarella. Quanto potrà influire sul gradimento del governo Conte?
Il governo, secondo me, è ancora in quella fase che potremmo definire della luna di miele. Siamo ancora in estate, sono stati affrontati temi non ancora incisivi, dunque la gente dice: bravo Salvini. Ma ci vuole poco a cambiare.
La legge di Bilancio è alle porte. Le vele oggi gonfie potrebbero iniziare ad afflosciarsi?
Sì, il rischio c’è, anche se penso che sulla legge di Bilancio alla fine Lega e M5s una quadra la troveranno. Comunque che l’autunno e la ripresa siano passaggi delicati è un film già visto in tantissime occasioni.
Agitare continuamente lo spettro di un’Europa matrigna con l’Italia paga in termini di consenso?
A me piace monitorare con continuità i temi legati all’Europa e su questo fronte registro un’importante novità: oggi c’è una sorta di accettazione passiva dell’Europa. E’ un po’ come se gli italiani dicessero: mettiamo un freno alla voglia di unirci di più, noi non vogliamo andarcene dall’Europa, ma restare come siamo.
Questo sembra contraddire il mood su cui si fonda questo governo: l’Europa così com’è non funziona, bisogna cambiarla…
Diciamo che l’attuale concetto degli italiani è questo: non vogliamo che l’Italia si leghi ancora di più all’Europa.
Quali sono oggi i temi che più interessano gli italiani?
Sono quelli economici, il lavoro, l’economia, i conti pubblici. Come sempre quando arriva l’autunno e la ripresa delle attività.
(Marco Biscella)