“Nessuno deve dare lezioni alla terza carica dello Stato”: Barbara Lezzi, ministro per il Sud, è stata una dei pochi esponenti del Movimento 5 Stelle a prendere le difese di Roberto Fico, quando ha “osato” dire, in merito al caso Diciotti, che era il caso di far sbarcare gli immigrati. Andando in questo modo contro Matteo Salvini. “Non dobbiamo dimenticarci mai” ci ha detto in questa intervista il giornalista e politologo Mario Suttora “che il Movimento 5 Stelle non è un partito, ma una setta di tipo militare dove chi non sta in riga viene immediatamente messo a tacere”. Lo stesso Di Maio ha mandato a Fico un messaggio chiaro: “Credo che abbia tutto il diritto di esprimere la sua opinione, ma il governo resta compatto”. Abbiamo chiesto a Suttora se c’è aria di spaccatura nel movimento e quanto delle parole di Fico sono state dettate da autentico “umanitarismo” o da scontri interni.
Il caso Diciotti ha spaccato il Movimento 5 Stelle. Le critiche di Fico sono dettate da ragioni politiche interne o sono un malumore sincero sulla vicenda?
Ritengo che sia stato uno scontro in buona fede da parte di Fico, e di sostanza. Non ha agitato questa vicenda per andare contro Di Maio ma perché fedele a certi principi basilari dei 5 Stelle.
Ritiene che ci sia una spaccatura all’interno del Movimento?
Sicuramente, ma è una spaccatura non misurabile sui 300 parlamentari perché nessuno di loro ha il coraggio di esprimersi pubblicamente.
In realtà il ministro per il Sud Barbara Lezzi si è espressa a favore di Fico…
Infatti, è assai strano che abbia avuto il coraggio di dire quello che ha detto. Ma per il resto, l’atteggiamento è comprensibile per via della disciplina militare che regola il movimento, ancor più adesso che nessuno deve disturbare i manovratori.
Intende Di Maio e i suoi uomini? Il ministro dei Lavoro non è mai stato molto amato all’interno del movimento, non è vero? E’ così ancora oggi?
Sì, ma più che lui a infastidire sono i pretoriani che lo sostengono. Un po’ come succedeva con Renzi, dove a dare fastidio erano quelli del Giglio magico più che lui in persona. Adesso Di Maio da circa un anno si è circondato di questi fedelissimi che lui ha beneficiato mettendoli in posti chiave del governo. Soprattutto Di Maio ha scelto lui personalmente tutti i candidati, bypassando tutte le primarie.
Questo perché Di Maio è sostenuto totalmente da Casaleggio?
Sì, Davide ha stretto un patto indissolubile con Di Maio, anche comprensibilmente perché è un miglio avanti come capacità di garantire la governabilità rispetto a un Di Battista o a un Fico. Non c’è paragone. Tecnicamente è perfetto, nelle sue ultime interviste non sbaglia una risposta, è di una bravura da far spavento come capacità di districarsi che neanche un vecchio democristiano.
Di casi come la Diciotti ce ne saranno sicuramente altri, questo porterà a inasprirsi le posizioni dentro M5s?
Contrasti di questo tipo ce ne saranno sempre. Bisognerà aspettare le prossime politiche, visto che le elezioni europee saranno solo un grande sondaggione che servirà per contarsi. Il pallino è in mano alla Lega che deciderà se tornare all’ovile del centrodestra o no.
E i 5 Stelle?
I 5 Stelle sono bravissimi a fare quello che fanno adesso, con un Di Maio che professa fedeltà assoluta al governo. E’ come ai vecchi tempi della Dc e del Psi, in Italia nelle coalizioni di governo si è sempre assistito a questo tipo di dinamica. Con la differenza che i grillini sono una setta con una disciplina interna assoluta. Non so ad esempio che succederà adesso della Lezzi, ma sicuramente è entrata nel cono d’ombra di Casaleggio. Li consideriamo un partito ma è una armata che fa impressione, il compito di Di Maio adesso è tener buono l’elettorato del Sud, che è spontaneamente antileghista, con delle prese di distanza come quella che è stata fatta nei confronti di Orban.