Fanno quadrato attorno a Silvio Berlusconi i big di Forza Italia nelle ore in cui inizia a profilarsi la nascita di un nuovo partito unico del centrodestra di pari passo alla fine della Lega, sancita non nelle urne ma da una possibile sentenza di confisca dei conti da parte del Tribunale di Genova per truffa ai danni dello Stato. L’unica voce fuori dal coro è quella di Giovanni Toti, il governatore ligure da sempre definito “il più leghista tra i forzisti”, che rispetto all’ipotesi annunciata da Giorgetti fa sapere di vedere con favore “un partito unico che chiedo da tempo”. Il Cavaliere per il momento mantiene la consegna del silenzio, perlopiù per non alimentare polemiche ed evitare strappi prima del summit della prossima settimana con Salvini. Come riportato da Il Corriere, convivono due sentimenti nell’animo del Cavaliere: da una parte il desiderio di armistizio con Salvini, dall’altra la voglia di rivalsa. (agg. di Dario D’Angelo)



SALVINI-BERLUSCONI, SUMMIT IN VISTA

Quella della Lega è solo una provocazione: questa l’idea di Forza Italia sulla possibilità di lanciare un partito unico del centrodestra. Tra gli alti dirigenti più vicini a Silvio Berlusconi nessuno è a favore. La linea, come riportato da Il Giornale, è di evitare commenti, dato che c’è stata anche la mezza smentita di Giorgetti. Dopo una fase di disillusione, ora il Cavaliere, è pronto a rientrare in scena. Negli ultimi giorni ha parlato – scrive il quotidiano – tre volte con il vicepremier Matteo Salvini, con toni «calorosi e distesi». Ci dovrebbe essere un incontro, insieme al vicepresidente di FI Antonio Tajani, per un confronto su elezioni in Abruzzo, Basilicata, Sardegna, sul nodo della Rai e sulle prospettive della coalizione. «Chi abbocca all’amo del partito unico, che sarebbe un’annessione di Forza Italia alla Lega? Noi certo no. Sarebbe una resa e proprio quando i sondaggi ci danno in ripresa. Andiamo avanti per la strada di un centrodestra unito», sono le parole riportate dal Giornale da fonti di Forza Italia. (agg. di Silvana Palazzo)



GIÀ PRONTI STATUTO E SIMBOLO: ADDIO A “NORD”

Segnatevi in calendario la data del 5 settembre, perché quello potrebbe essere l’ultimo giorno della Lega come la conosciamo ora. Se il tribunale del riesame stabilirà la confisca dei beni del Carroccio per un valore totale di circa 49 milioni di euro, a quel punto la Lega Nord, creatura di Umberto Bossi, smetterà di esistere per lasciare spazio alla “Lega per Salvini Premier”. Ne è sicuro l’Huffington post, che pubblica anche una sorta di iter previsto per la costituzione del nuovo partito: la prossima tappa sarà il Congresso del nuovo movimento, quindi la creazione del partito con ovviamente Salvini segretario generale, giusto in tempo per le Europee in programma durante la primavera del 2019. Ma non è da escludere che il tutto possa essere addirittura anticipato alla fine dell’anno, con lo statuto e il simbolo già depositati da dicembre 2017, e con un addio alla dicitura “Nord” e alla “Padania”, due termini in cui i leghisti quanto i suoi elettori, non si identifica più. La “battaglia” della Lega non è infatti più contro gli abitanti del sud Italia, come si faceva anni addietro, ma bensì contro i migranti, una questione nazional-popolare che ha di fatto unito le masse. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LA LEGA CHIUDE IL 5 SETTEMBRE?

Da un retroscena alle parole di Giancarlo Giorgetti, che consegnano alla realtà una notizia bomba capace di far deflagrare gli equilibri della politica italiana: il 6 settembre prossimo la Lega potrebbe “chiudere”. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio intervistato da Peter Gomez alla festa del Fatto Quotidiano, spiegando che “se quel giorno si deciderà che tutti i futuri proventi che affluiscono alle casse della Lega dovranno essere requisiti è evidente che noi come partito non potremmo più esistere”. Secondo il braccio destro di Matteo Salvini, il paradosso è che “una sentenza non definitiva avrebbe una conseguenza definitiva: la chiusura del partito senza che quel processo sia finito. È ovvio che se i giudici decidono così, noi come partito siamo finiti. Nonostante sia una sentenza di primo grado”. Secondo Giorgetti, se la confisca degli introiti del partito, anche futuri, “arrivasse dopo una sentenza della Cassazione io non avrei niente da dire. Noi contestiamo il fatto che questa conseguenza sarebbe definitiva a processo non concluso”. (agg. di Dario D’Angelo)

GIORGETTI, “IDEE LEGA PIU’ ATTRATTIVE DI QUELLE DI TAJANI”

Iniziano ad arrivare i primi commenti sul retroscena riportato da Il Corriere della Sera, secondo cui Matteo Salvini avrebbe intenzione di lanciare un partito unico del centrodestra nel caso in cui il Tribunale di Genova confermasse, o addirittura estendesse, la sentenza sul sequestro dei conti della Lega. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, braccio destro del leader del Carroccio, intervistato da Peter Gomez alla festa del Fatto Quotidiano a Marina di Pietrasanta, ha dichiarato:”Non abbiamo tempo per fare un progetto per fare un’Opa più o meno ostile sugli alleati del centrodestra, non abbiamo le risorse per farlo, ma le idee della Lega e di Salvini son più attrattive per gli elettori di Forza Italia rispetto a quelle di Tajani”. Secondo Giorgetti, però, il fatto che la Lega cresca a differenza degli alleati “crea di fatto un partito di riferimento del centrodestra. Noi non portiamo via a Forza Italia deputati, senatori, consiglieri regionali. Se portiamo via gli elettori non è colpa nostra ma semmai è colpa loro”. (agg. di Dario D’Angelo)

DAL PREDELLINO DI BERLUSCONI A QUELLO SOCIAL DI SALVINI?

Sembra farsi sempre più strada nei pensieri di Matteo Salvini l’ipotesi di dar vita ad un partito unico del centrodestra, soprattutto nel caso in cui il prossimo 5 settembre il Tribunale di Genova decida di confermare il sequestro dei conti della Lega per la truffa ai danni dello Stato targata Bossi-Belsito, rendendo di fatto impossibile il prosieguo dell’attività politica. Ma come avverrebbe questo passaggio “epocale”? L’ultima volta che nel centrodestra venne lanciato il partito unico, con il Popolo della Libertà, fu Silvio Berlusconi, con quello che passo alla storia come l’annuncio del “predellino”, a federare quelli che allora erano i partiti egemoni della coalizione: Forza Italia e Alleanza Nazionale. Questa volta lo schema sembra diverso: secondo fonti ben informate all’interno del Carroccio, infatti, l’ipotesi è che il “predellino” di Salvini, dopo un’eventuale sentenza negativa nei confronti della Lega, possa avvenire su Facebook con un appello a riunire le forze sotto l’egida del nuovo partito unico. (agg. di Dario D’Angelo)

SALVINI PENSA A PARTITO UNICO DEL CENTRODESTRA

La data cerchiata di rosso sul calendario di Matteo Salvini è quella del 5 settembre: sarà in quel giorno che il vicepremier avrà chiaro il futuro politico della Lega e di conseguenza proverà a disegnare i contorni di un nuovo partito unico del centrodestra. Perché proprio il 5 settembre? Il motivo è presto detto: quella è la data in cui il Tribunale di Genova si pronuncerà sui conti della Lega sequestrati dopo la condanna per truffa ai danni dello Stato di Umberto Bossi e Francesco Belsito. Come riportato da Il Corriere della Sera, una delle ipotesi in campo – spiega un autorevole esponente del governo – è che “il sequestro potrebbe essere confermato e magari allargato anche ai conti correnti delle segreterie regionali. In sostanza, sarebbe sequestrata la Lega. Che rimarrebbe materialmente senza più un singolo euro“. Da qui la “morte” della Lega e la nascita di un nuovo soggetto politico, un partito – più o meno – unico del centrodestra.

OPA SU FORZA ITALIA, MA BERLUSCONI?

I dubbi sul fatto che davvero si possa parlare di “partito unico del centrodestra” riguardano soprattutto Forza Italia. Salvini potrebbe dare il via alla tanto annunciata “opa” sul movimento fondato da Silvio Berlusconi, con tanti parlamentari – nazionali e regionali – che potrebbero decidere di saltare sul carro vincente e di mollare il Cavaliere. Restano tutte da capire, però, le mosse del Cavaliere. Deciderà Berlusconi di entrare in uno schema di partito simile a quello del Popolo della Libertà consapevole che il ruolo di dominus questa volta non gli appartiene? O al contrario sceglierà di fondare a sua volta un soggetto nuovo capace di aggregare i moderati italiani che poco si rivedono in alcuni estremismi di Matteo Salvini? Difficile rispondere. Nel frattempo, spiegano sempre dal Carroccio, un problema da superare potrebbe essere quello del nome del partito, dal momento che il Tribunale potrebbe “mettere un’ipoteca su qualsiasi soggetto che contenga nel nome la parola Lega“. E a quel punto sorgerebbe quasi certamente un problema identitario…