Fitch non ha abbassato il rating BBB dell’Italia, pur portando da stabile a negativo l’outlook, e il ministro dell’Economia Giovanni Tria appare tranquillo e fiducioso che questi giudizi vengano corretti in senso positivo. Tria, che è volato in Cina per stringere rapporti di collaborazione finanziaria e commerciale, ha ricordato che i vincoli di bilancio non saranno sfondati, ma non per evitare una bocciatura da parte della Commissione di Bruxelles, bensì perché dipendono dai rapporti con i mercati finanziari. «Il deficit significa chiedere prestiti, che è legittimo, ma poi bisogna trovare chi il prestito è disposto a darlo e a quali condizioni». Secondo Tria bisogna recuperare orgoglio: «Vorrei anche ricordare che abbiamo partecipato al soccorso finanziario ad altri Paesi, ma non abbiamo mai chiesto neanche un euro di aiuti per sostenere i nostri conti pubblici – ha dichiarato come riportato dal Corriere della Sera – Queste cose le abbiamo spiegate anche ai nostri interlocutori cinesi e ci siamo accorti che erano quasi sorpresi, ma questi sono i fatti. Forse uno scatto d’orgoglio della stampa nazionale su questo sarebbe necessario». (agg. di Silvana Palazzo)



“PRESTO AZIONI PER RASSICURARE AGENZIE DI RATING”

Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, non sembra preoccupato dalla revisione dell’outlook sull’Italia da “stabile” a “negativo” da parte dell’agenzia Fitch che ha lasciato il rating fermo a ‘BBB’. Secondo il responsabile dei conti pubblici, intervenuto nel corso di un incontro con la stampa italiana a Shangai, “poiché il programma di governo che si sta mettendo a punto risponde alle linee che sono già state più volte espresse ufficialmente, sia dal presidente del Consiglio e sia da me, sia a giugno e sia ad agosto, evidentemente questo non ha convinto perché erano dichiarazioni”. Il titolare di via XX Settembre, come riporta l’Agi, ha chiarito che “sono giudizi che non si basano su situazioni di fatto, ma si basano su attribuzioni di intenzioni al governo, che evidentemente differiscono dalle intenzioni dichiarate dal governo”. In ogni caso, “tra poco non ci sarà più il problema di convincere su azioni future, ma ci saranno le azioni” per rassicurare le agenzie di rating. (agg. di Dario D’Angelo)



TRIA SU FITCH:”CORRETTA SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO”

Missione in Cina da parte del ministro dell’economia, Giovanni Tria. Nella seconda potenza economica al mondo per stringere nuovi rapporti commerciali, l’erede di Padoan ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni in merito alla situazione economico-finanziaria del nostro paese. Fitch ha deciso di non abbassare il rating BBB dell’Italia, anche se l’outlook è passato da stabile e negativo, e a riguardo Tria ha ammesso: «Vedo il mantenimento del rating da parte di Fitch, e il rinvio di quello di Moody’s, come una corretta sospensione di giudizio in attesa di vedere le azioni del governo – le parole riportate da Corriere.it – appena arriveranno i documenti ufficiali del governo questi giudizi verranno corretti in senso positivo». Tria ha quindi sottolineato la necessità di mantenere l’equilibrio di bilancio ma non perché lo impone l’Europa, ma principalmente perché lo chiedono i mercati finanziari: «A volte i mercati internazionali sono distratti – confessa – invece di fare analisi attente guardano i titoli di alcuni giornali e pensano che in Italia ci sia la finanza allegra. Sono vent’anni che abbiamo surplus primario ed è un caso unico in Europa, abbiamo debito che viene da lontano, ma non c’è finanza allegra in Italia». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SFORARE O MENO IL TETTO DEL 3%?

Lo scontro è sempre lo stesso: sforare o non sforare il tetto del 3% del rapporto deficit/Pil, con il Contratto di Governo che “consiglierebbe” la soluzione anti-Ue ma con il Ministro dell’Economia Tria che in più di un’occasione ha fatto capire che il tetto europeo «non si viola, si può solo criticare». Insomma, un braccio di ferro che porterà probabilmente questo Governo fino alla Manovra di autunno: Di Maio-Salvini e le loro richieste specifiche, Giovanni Tria (e Paolo Savona, sempre dentro alle logiche economiche di questo governo, sebbene in seconda fila e da un altro Ministero) a recitare la parte dei duri revisori dei conti. Insomma, non così diversa la situazione già vista tra Renzi e Padoan: il “capitolo” di giornata riguarda la “promessa” del Mef di non sforare il 3%, bensì di fissare come obiettivo e traguardo minimo l’1,5%, circa 10 miliardi di euro per le maggiori spese. Il momento della verità sarà nei prossimi giorni, quando il Governo italiano dovrà presentare il Def che di fatto annuncerà la posizione che l’Italia dovrà sostenere: sfiderà in muro contro muro Bruxelles o si dimostrerà più “realista”? Come riporta giustamente la Stampa, «l’aumento dello spread con i Bund tedeschi (ora a 285 punti base) e con i titoli spagnoli e portoghesi spiega che gli investitori si chiedono soprattutto cosa accadrà in Italia. Per rassicurare sulle intenzioni del governo, il Tesoro sta valutando se anticipare di qualche giorno la presentazione della nota di aggiornamento».

L’ANALISI DI BRUNETTA

A richiedere un anticipo di tempistica sul fronte Documento di Economia e Finanza è uno dei “capomastri” economici del Centrodestra, quel professore ed economico Renato Brunetta che nell’ultimo ventennio ha fatto le fortune (e non solo, ndr) di Silvio Berlusconi e dell’intera coalizione di Cdx. Il consiglio non richiesto dell’economista arriva dalle pagine del Foglio, dove in un colloquio con Luciano Capone spiega: «Consiglio a Tria, Conte e Giorgetti di anticipare la nota di aggiornamento del Def, dando ai mercati finalmente pochi numeri e certi. Il governo dica subito cosa vuole, non può alimentare l’incertezza perché è un costo che rischia di mandarci giù dal precipizio e poi non si torna più indietro». Secondo Brunetta, infatti, bisognava anticipare il giudizio delle agenzie di rating, non si può aspettare fino a fine mese: «Il governo deve dire che non supererà l’1 per cento di deficit, che è qualcosa in più dello 0,8 previsto, ma in discesa rispetto all’1,6 attuale. Sarebbe una scelta coraggiosa, rigorosa e responsabile politicamente, che salverebbe l’Italia. Di fronte a un governo che prendesse atto che la situazione è gravissima, tragica, non mancheremmo di dare il nostro appoggio», conclude il membro di Forza Italia.