Vi abbiamo raccontato cosa prevede il Decreto dignità, ieri approvato dal Senato e divenuto ufficialmente legge, con il Movimento 5 Stelle in festa per la vittoria politica. Intervistato da Avvenire, il ministro Luigi Di Maio ha esultato per la vittoria contro “le lobby del gioco d’azzardo”: “Ieri abbiamo approvato, dopo decine di anni, il primo decreto non scritto da potentati economici e dalle lobby. Un decreto che mette al centro i lavoratori, i giovani precari, le famiglie e gli imprenditori. Possiamo finalmente affermare che i cittadini segnano un punto: cittadini ‘uno’, sistema ‘zero’. Ovviamente, contro il divieto alla pubblicità del gioco d’azzardo abbiamo toccato proprio gli interessi delle lobby. Non ci siamo fatti intimidire e siamo andati avanti compatti”. Poi sul tema occupazione il capo politico M5s ha sottolineato che è “un primo modo per incentivare il ritorno all’utilizzo del contratto a tempo indeterminato che vogliamo far tornare di moda. Questa misura avrà benefici anche sui nostri giovani: garantendo loro più stabilità avranno una serenità maggiore per formare una famiglia”. Infine, sul ritorno delle causali e sul monitoraggio: “Ci sono tutte le modalità per prorogare i contratti. Se dovesse emergere una situazione non chiara, relativa al periodo di conversione, siamo pronti ad intervenire”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“SUL LAVORO INVERTIAMO ROTTA”
Il MoVimento 5 Stelle esulta per l’approvazione al Senato del decreto Dignità. «Sono cresciuto negli anni in cui i diritti dei lavoratori sono stati smantellati. Il pacchetto Treu è del ’96. Ho iniziato a lavorare a 16 anni in un’impresa artigiana. Sono orgoglioso ora di contribuire all’inversione di rotta», ha dichiarato al Corriere della Sera il deputato Davide Tripiedi, relatore del decreto Dignità alla Camera. In merito al numero dei contratti a termine che saranno convertiti a tempo indeterminato grazie al decreto Dignità, Tripiedi spiega: «Intende modificare una tendenza: in Italia il 90 per cento dei contratti stipulati nel 2017 era a termine». Per il deputato qualsiasi stima è poco realistica. Per quanto riguarda invece le sanzioni, per chi delocalizza le sanzioni non saranno troppo punitive: «Qualunque imprenditore onesto condivide il fatto che sia inaccettabile vedere imprese straniere venire in Italia, prendere incentivi e magari non pagare le tasse, per poi andarsene dopo pochi anni all’estero». (agg. di Silvana Palazzo)
IL MONITO DI TAJANI
Come vicepresidente di Forza Italia, in un’intervista al Tg1 il già Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, ha criticato duramente l’approvazione del Decreto Dignità. Secondo Tajani il Decreto Dignità non risolverà la piaga del precariato, anzi secondo le stime potrebbero essere ben 130.000 i posti di lavoro che a lungo termine si perderanno, a causa dell’impossibilità di rinnovare contratti a termine e senza il conseguente obbligo di assunzioni a tempo indeterminato. Secondo Tajani le misure del Decreto Dignità sono completamente inefficaci rispetto a quelle che sono le reali esigenze del Paese e del mondo del lavoro, con tutto ciò che ne consegue a livello di ripercussioni sull’economia. Una misura del governo gialloverde che secondo Tajani è completamente fuoristrada rispetto alle idee che la coalizione di centrodestra aveva prima delle elezioni sul tema lavoro. (agg. di Fabio Belli)
LIBERI E UGUALI IRRIDE DI MAIO
Se il Pd ha contestato anche il modo in cui il Decreto Dignità è stato repentinamente approvato anche alla Camera, impedendo a loro dire alle opposizioni una seria discussione, Liberi e Uguali non è da meno nel bocciare un provvedimento che a loro dire non solo non rappresenta un segnale di discontinuità rispetto a quanto fatto dal precedente Governo in materia di incentivi al lavoro e lotta al precariato ma segna anche un passo indietro. Non è un mistero che i parlamentari di LeU sognassero il ripristino dell’articolo 18 e le bordate più pesanti contro la prima legge “portata a casa” dal vicepremier Luigi Di Maio sono quelle di Stefano Fassina, deputato del partito che alle scorse elezioni aveva Pietro Grasso come leader: “Consiglio non richiesto a Luigi Di Maio: raccontare balle dall’opposizione funziona, dal Governo no” ha scritto su Twitter l’ex parlamentare dem, facendo riferimento a Matteo Renzi e poi usando l’hashtag #DecretoContinuità. Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Speranza, anche lui fuoriuscito dal Pd, che prendendo spunto dall’annuncio enfatico del Ministro del Lavoro (“Cittadini 1 Sistema 0”) ha spiegato che le cose non starebbero proprio così e che, col ritorno dei voucher, il punteggio segna invece un rotondo 2 a 0 a favore del sistema “contro i lavoratori”. (agg. di R. G. Flore)
M5S, FRECCIATA AL PD SULLA FIDUCIA
Movimento 5 Stelle euforico per l’approvazione al Senato del Decreto Dignità che, dopo l’ok alla Camera, è stato definitivamente approvato. Giungono i primi commenti sui social network, con gli esponenti pentastellati che evidenziano l’assenza della richiesta di fiducia, molto praticata invece dal Partito Democratico nell’ultimo governo: “#DecretoDignita approvato! È legge. Primo del governo segna inversione di tendenza. Più certezza sul lavoro e meno burocrazia per le imprese. Decreto approvato senza fiducia e facendo lavorare il Parlamento. Orgoglioso!”, le parole di Carlo Sibilia. Soddisfatto il ministro alla Giustiza Alfonso Bonafede, “Approvato anche al Senato il #DecretoDignità. Avanti così!”, così come Gabriele Lanzi: “Il #DecretoDignità è stato finalmente approvato anche dal #Senato. Nessuna fiducia, troppo abusata dai Governi precedenti, ma un testo finale frutto di un confronto parlamentare costruttivo”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI MAIO GONGOLA
È un Luigi Di Maio visibilmente soddisfatto quello che, immediatamente dopo l’approvazione definitiva del Decreto Dignità, diventato legge grazie all’ok arrivato anche al Senato, commenta il primo risultato portato a casa dal Governo a trazione Movimento 5 Stella-Lega. Il vice-premier nonché Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico è apparso infatti gongolante ai microfoni della stampa a Palazzo Madama e, in un video apparso immediatamente anche sulla sua pagina Facebook, ha voluto rimarcare che, a suo dire, si tratta della approvazione del “primo decreto che dopo decine di anni non è stato scritto da lobby o potentati e che mette al centro il cittadino”. A tal proposito, il leader pentastellato ha anche coniato uno slogan che potrebbe diventare virale o, alternativamente, suscitare altre critiche da parte delle opposizioni: “Finalmente i cittadini segnano un punto: Cittadini 1 Sistema 0” ha detto Di Maio aggiungendo in coro coi suoi senatori che il Decreto Dinità darà una “forte spallata a quella piaga sociale che risponde al nome di precariato”, parlando di una rivoluzione culturale. (agg. di R. G. Flore)
VIA LIBERA ANCHE AL SENATO CON 155 SI’
Decreto dignità è legge: via libera dal Senato, approvato il provvedimento firmato dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Pochi minuti fa è giunta l’ufficialità: al Senato si è conclusa la votazione, il testo è passato con 155 voti favorevoli, 125 voti contrari e un astenuto. Ricordiamo che il Decreto Dignità era già stato approvato alla Camera, l’approvazione dunque è definitiva. “IL #DECRETODIGNITÀ È LEGGE! Fatelo sapere a tutti”, il commento a caldo del Movimento 5 Stelle su Twitter, ma non sono mancate le polemiche nelle ultime ore per una misura che, secondo l’opposizione, anzichè creare farà perdere posti di lavoro. Il Partito Democratico ha denunciato i limiti del provvedimento, che metterebbe a rischio 80 mila posti di lavoro. E sui social network negli ultimi minuti sono giunte le prime reazioni degli esponenti politici di maggioranza e opposizione.
DECRETO DIGNITA’ E’ LEGGE: LE REAZIONI
“Ridurre la precarietà è un dovere morale: troppi giovani e meno giovani vivono sulla propria pelle l’esperienza di lavori instabili, senza certezze, spesso sottopagati. Il decreto Di Maio che passerà oggi è un errore, che si ritorcerà contro tanti lavoratori. #decretodignita”, l’analisi di Nicola Zingaretti, esponente del Partito Democratico. I dem si sono scagliati con forza contro il provvedimento di Luigi Di Maio, questo il commento di Francesco Bonifazi: “Da giorni a fare opposizione al #decretodignità, ovvero al #decretodisoccupazione. La maggioranza gialloverde non ha voluto cambiare una virgola. Ci sentiamo vicini più che mai a quanti a breve si troveranno a perdere il posto di lavoro a causa di questo provvedimento sbagliato!”. Risponde per le rime in aula il M5s, mentre il leghista Alberto Bagnai ha sottolineato: “”Confindustria attacca questo decreto? Fiat, Marcegaglia, Luxottica, Honda Italia, sono tutte aziende che recentemente hanno scelto di uscire da Confindustria, che è sempre più lontana dalle piccole e medie imprese. Abbiamo migliorato una legge che per qualcuno era già perfetta, vediamo cosa dirà Confindustria dopo l’approvazione di questo decreto”, sottolinea Repubblica”.