La lettera inviata dall’ufficio di presidenza della Commissione di Vigilanza Rai al Cda del sevizio pubblico in merito allo stallo circa la nomina del Presidente, con quel Marcello Foa lasciato di fatto “a bagnomaria” dopo che non ha ricevuto la fiducia: da una parte le opposizioni chiedono che ora si arrivi a un nome condiviso, dall’altra Matteo Salvini (uno dei suoi principali sponsor) resta arroccato su questa posizione da giorni continua a dire che l’ex editorialista de Il Giornale è la migliore scelta possibile. E la lettera arriva come un fulmine a ciel sereno sulle parole di Luigi Di Maio: il vice-premier aveva detto che senza intese non ci sarà per adesso la nomina di nessun Presidente, spiegando che per quanto lo riguarda il Cda è pienamente operativo. Ma la Commissione, nella figura di Alberto Barachini ha inviato a nominare al più presto questa figura di garanzia e “avvertito” il Cda di non procedere ad alcun atto fuori dall’amministrazione ordinaria. La risposta del Cda è attesa entro domani alle 16 e stando a quanto si apprende alla lettera sono allegati anche i pareri di illustri esperti quali il professor Beniamino Caravita, ordinario di Diritto Pubblico alla Sapienza che ha ribadito come Foa, dopo la bocciatura, non possa né guidare il Cda, né ricandidarsi. (agg. di R. G. Flore)



“POTERI FOA NON DILATABILI, ORA NOMINE”

La Vigilanza Rai ha inviato ai componenti del Cda, e per conoscenza ai presidenti delle Camere e al ministro dell’Economia, una lettera in cui chiedono la nomina di un nuovo presidente. Alberto Barachini, presidente della commissione parlamentare di Vigilanza, ha espresso «alcune specifiche indicazioni» sulla situazione di stallo sui vertici Rai. Inoltre, ha spiegato che c’è stata «un’articolata discussione e valutazione in merito alla situazione venutasi a creare» dopo la bocciatura di Marcello Foa a presidente della Rai da parte della Vigilanza. In questa situazione, i poteri di Foa come consigliere anziano sono «non dilatabili». I consiglieri di amministrazione quindi «dovrebbero valutare di astenersi dal procedere ad altri atti, quali, ad esempio, le nomine dei direttori di rete, di canale e di testata». Nella lettera si evidenzia anche l’urgenza e «si sollecita l’adozione della nuova delibera di nomina del presidente». (agg. di Silvana Palazzo)



RAI, DI MAIO “SENZA INTESA NIENTE PRESIDENTE”

Rai, Luigi Di Maio è stato chiaro: “Senza intesa niente presidente”. In questi minuti sono in corso al Senato le votazioni sul Decreto dignità ma il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ha rilasciato alcune dichiarazioni anche su un altro tema caldo per il Governo, ovvero quello relativo alla nomina dei vertici della televisione pubblica. Situazione di stallo sul profilo di Marcello Foa, voluto fortemente dalla Lega ma osteggiato dagli alleati di centrodestra di Forza Italia, e non sono da escludere possibili sorprese. Intervenuto a Palazzo Madama ai microfoni dei cronisti presenti, il leader del Movimento 5 Stelle ha commentato brevemente: “Per quanto mi riguarda, il Cda è pienamente operativo: bisogna eleggere il presidente della Rai e la legge dice che è necessaria una intesa tra i gruppi. Fino a quando non si raggiunge questa intesa, non c’è un presidente”.



MINOLI LA SPUNTA SU FOA?

Non mancano le polemiche sulla piena operatività del Cda, con il senatore del Partito Democratio che, come riporta Repubblica, ha replicato a Di Maio: “Di Maio sbaglia. A differenza di quello che ha appena affermato, il cda Rai non è pienamente operativo. Senza la nomina del presidente, non è legittimato né giuridicamente né politicamente a fare nulla, tutti i suoi atti sarebbero nulli o illegittimi. Di Maio e il governo rispettino l’autonomia della Rai e le prerogative del Parlamento. Basta strappi, basta rotture istituzionali”. E attenzione ai possibili colpi di scena. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il Movimento 5 Stelle è al lavoro per cercare di convincere Matteo Salvini a desistere sul nome di Marcello Foa ed è caccia alla possibile alternativa. “Il migliore dei nomi possibili” Foa secondo il leader della Lega, ma il piano B potrebbe portare a un altro profilo: parliamo di Giovanni Minoli, il nome in cima alla lista dei papabili. Il noto conduttore conosce meglio la televisione pubblica e avrebbe inoltre il via libera di Silvio Berlusconi e del Partito Democratico.