Tanto Matteo Salvini, quanto Luigi Di Maio, hanno negato questa mattina che sia intenzione del governo abolire il bonus degli 80 euro. Nulla di strano, se non fosse che si parla in realtà della misura simbolo del governo Renzi, tanto osteggiato negli anni sia dal leader della Lega che dal capo politico del MoVimento 5 Stelle. Un vero e proprio paradosso, dunque, che una volta arrivati nei palazzi che contano, Salvini e Di Maio abbiano dovuto prendere atto che quella che era stata da più parti definita come una “mancia elettorale” sia adesso avvertita da milioni di italiani come un diritto “acquisito”. Ma c’è di più. Oggi Luigi Di Maio ha dichiarato:”Non vogliamo metteremo le mani nelle tasche dei cittadini come si è fatto prima”. Una formula, questa, inventata tempo addietro da Berlusconi. Difendere Renzi con le parole di Berlusconi: un paradosso per due come Di Maio e Salvini, nemici giurati del Nazareno…(agg. di Dario D’Angelo)
TRIA AVVISA: QUALCOSA SI DOVRA’ TAGLIARE
Era stata un’intervista a Il Sole 24 Ore del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a far drizzare le antenne a tanti sul bonus degli 80 euro. Il primo a parare le polemiche è stato Matteo Salvini, seguito a ruota da Conte e Di Maio, che ha chiarito come il taglio degli 80 euro studiati dall’allora governo Renzi non è in discussione. Come riportato dall’Huffington Post, però, non è nelle intenzioni del Tesoro scatenare una “guerra di principio” sul punto. Da via XX Settembre, infatti, si limitano a far presente che “gli interventi possibili per liberare risorse possono essere svariati, ma bisogna prendere delle decisioni”. Cosa significa? Che per provare a realizzare le misure promesse in campagna elettorale, dal reddito di cittadinanza alla flat tax, a qualcosa tanto Di Maio quanto Salvini dovranno rinunciare. Certo l’Europa concorderà un seppur lieve margine di flessibilità, ma illudersi è inutile: non saranno gli 80 euro, non sarà l’aumento dell’IVA, ma da qualche parte il governo nella prossima Legge di Stabilità dovrà tagliare…(agg. di Dario D’Angelo)
CONTE, “NON PENSIAMO DI TOGLIERE GLI 80 EURO”
80 euro, premier Giuseppe Conte è chiaro: “Non li aboliamo”. Giungono smentite plurime dal Governo sulle indiscrezioni circolate nelle ultime ore sul possibile taglio del provvedimento voluto dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi per poter finanziare l’avvio della flat tax. Intervistato da Il Sole 24 Ore, il primo a parlarne è stato il ministro dell’Economia Giovanni Tria: “Va rivisto con la garanzia che nessuno perda nel passaggio dal vecchio al nuovo. L’obiettivo è di definire la distribuzione dei benefici e di modulare di conseguenza l’intervento sulle tax expenditures”. Ma Conte, così come Salvini e Di Maio, hanno voluto smentire quanto riportato nel corso della giornata: “Il governo non pensa di togliere gli 80 euro e non vuole aumentare l’Iva“. Dello stesso avviso il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico: “Non so chi se la sia inventata questa cosa, così come dell’aumento dell’Iva. Questo governo è compatto nella volontà di non mettere le mani nelle tasche degli italiani”.
80 EURO, SMENTITE SULL’ABOLIZIONE
Anche il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha sottolineato che non è assolutamente in discussione il taglio degli 80 euro, tra i pochi provvedimenti dell’esecutivo del Partito Democratico elogiati. Nonostante ciò, in mattinata è giunto il commento di Matteo Renzi: “Oggi Salvini difende #80euro. Ieri il Governo ha detto che apprezza il mio #pianoperiferie. Prima hanno cambiato idea su #caporalato e su #18app. Dicono: “Renzi ha un cattivo carattere”. Meglio restare antipatici e fare cose utili che raccontare barzellette: il tempo è galantuomo”. E in casa dem si sono moltiplicati i commenti di fronte alle indiscrezioni di stampa: “Un provvedimento dannoso. Gli 80 euro sono a tutti gli effetti una diminuzione delle tasse. Spostarli sulla flat tax vuol dire redistribuirli in modo più iniquo. Più sensato al limite sarebbe usarli abbattere il costo del lavoro”, l’analisi di Carlo Calenda.