Se la Lega rimanesse senza un soldo non le resterebbe che chiudere i battenti, ha detto ieri il numero due del Carroccio Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. A quel punto però, secondo un retroscena pubblicato ieri dal Correre della Sera, Salvini fonderebbe un nuovo partito, con un obiettivo ancora più ambizioso: prendersi tutto il centrodestra.
Il caso riguarda l’inchiesta della procura di Genova sui fondi della Lega. Il 5 settembre è attesa la decisione del tribunale del Riesame di Genova. I giudici del Riesame si pronunceranno, su rinvio della Cassazione, sul sequestro dei fondi della Lega già richiesto dal pm di Genova nel settembre 2017. Il Riesame aveva respinto la richiesta della procura, che in risposta aveva fatto ricorso. Il 12 aprile scorso la Cassazione ha accolto il ricorso legittimando la confisca diretta di 49 milioni. In caso di condanna sarebbero requisiti anche tutti i futuri proventi del partito, versati da consiglieri e parlamentari leghisti. Le casse della Lega resterebbero vuote, e senza soldi non si fa politica.
In questa vicenda sono molti i punti che non tornano, secondo Giancarlo Pagliarini, leghista della prima ora, ministro del Bilancio nel primo governo Berlusconi. Pagliarini è uscito dalla Lega nel 2007 per dedicarsi alla causa federalista. “Innanzitutto quei 49 milioni non sono rubati, è lo Stato che li ha dati alla Lega sulla base dei voti ottenuti. Le modalità di calcolo facevano parte della vecchia legge sul finanziamento ai partiti. Si può non essere d’accordo, ma quella era la legge”.
Che cosa non la convince?
Bossi e Belsito hanno fatto un uso illegale di quei soldi, d’accordo, ma non per 49 milioni, solo per una minima parte. Invece i giudici vogliono la restituzione di tutti i soldi. Questo non riesco a capirlo. Mi pare folle.
Quindi ha ragione Salvini a dire che è una sentenza politica?
Vista da fuori è un’operazione ancor più politica di quella della nave Diciotti. Questi pm fanno diventare salviniano pure me.
Salvini ha parlato di “un processo politico che riguarda fatti di 10 anni fa su soldi che io non ho mai visto”.
Questa è un’altra cosa strana. Quei 49 milioni sono entrati nei bilanci della Lega. E tutti gli anni la Lega, come tutti i partiti politici, pubblica il bilancio. Un magistrato non ci mette nulla a vedere nel tal anno i soldi che entrano e nel bilancio dell’anno successivo come sono stati usati.
Che cosa c’è di strano?
Salvini dice di non averli visti? E’ lui che comanda, faccia tirare fuori gli estratti conto e allora vedrà tutto. Non credo che abbiano distrutto fisicamente i dati contabili.
La lega nelle gestioni successive a quelle di Bossi potrebbe avere nascosto i soldi per evitare che venissero sequestrati? La procura di Genova ipotizza che abbiano preso la via del Lussemburgo.
Nel 2006 avevo raccomandato al tesoriere della Lega (Stefano Stefani, ndr) di pubblicare i bilanci con la massima trasparenza. Se questo fosse stato fatto come si deve, nessun magistrato avrebbe qualcosa da ridire. In ogni caso non possono essere stati distorti 49 milioni.
E perché?
Perché la Lega aveva dei dipendenti, faceva le trattenute, versava i contributi.
Secondo un retroscena del Corriere, se Salvini dovesse fare a meno della Lega sarebbe pronto a fondare un partito unico del centrodestra. E se fosse questo che vuole?
Non credo, perché è un’operazione che potrebbe fare comunque, indipendentemente da questa faccenda.
Lei era su posizioni federaliste. E adesso?
Ho fondato nel 2008 l’Associazione Giancarlo Pagliarini per la riforma federale e continuo a portarla avanti. Già due anni fa avevo previsto che Salvini avrebbe preso il 17 per cento. Penso che se parlasse di federalismo più seriamente, potrebbe superare facilmente quel consenso.
Perché?
Perché l’unico modo di risolvere i problemi del paese è una riforma federale della nostra Costituzione, obsoleta e centralista.
Abbandonare il federalismo non è stato il passaggio obbligato per fare un partito nazionale?
Il punto è che di federalismo in Italia non si è mai parlato seriamente. La Svizzera è il paese più compatto che c’è a questo mondo e ha una costituzione federale: i diversi lavorano assieme per un obiettivo comune, far funzionare il paese.
E in Italia?
Anche il governo che c’è adesso è un governo federale. Ma M5s e Lega non lo sanno.
Scherza?
Niente affatto. La Lega ha preso i voti al nord, M5s al sud. L’Italia è così. Se i cittadini sono diversi, non è giusto pretendere che si faccia tutto quello che vuole M5s oppure tutto quello che vuole la Lega.
Hanno siglato un contratto.
Appunto. Un compromesso necessario per accaparrarsi e gestire il potere. Invece in un impianto federale cittadini diversi si mettono insieme, nessuno escluso, per mandare avanti il paese.
Cosa vuol dire nessuno escluso?
Sono convinto che nel governo avrebbe dovuto esserci anche il Pd. In Svizzera non c’è opposizione, anche chi perde concorre a governare.
Bossi non ha mai fatto questo discorso.
Io lo facevo, un po’ lo faceva Miglio, Bossi solo ogni tanto. Ma ripeto, di federalismo non si è parlato mai seriamente.
“Sforare il 3%? Se è necessario per mettere in sicurezza il Paese, anche sì” ha detto ieri Giorgetti. Non si sa se si riferisse a investimenti infrastrutturali, certo è che ha parlato di sviluppo.
Mi spiace moltissimo che abbia detto questo, anzi non voglio crederlo. Perché se siamo in questa situazione, con il debito pubblico al 128 per cento del Pil, è perché ci siamo indebitati oltre il 3 per cento proprio per fare “sviluppo”. E’ l’equazione storica italiana: fare sviluppo uguale comprare voti.
Misure come reddito di cittadinanza e flat tax costano soldi.
Non c’è dubbio, infatti mi chiedo: il redito di cittadinanza crea sviluppo o serve a comprare voti?
Come si fa a fare sviluppo?
Con una nuova cultura politica, con il federalismo, che vuol dire concorrenza e competizione nella società e nei territori.
Il nuovo partito di Salvini è la strada giusta o no?
Se vuol cambiare la Costituzione in modo federale, sì. Altrimenti servirà solo a peggiorare le cose.
(Federico Ferraù)