Per il Governo svedese e la sua composizione di prevedono tempi lunghi. Il Premier Lovfen ha già affermato di non avere intenzione di dimettersi, e anzi sta cercando nuove alleanze che non comprendano il partito estremista di Jimmie Akesson. Tanto che viene considerata possibile un’alleanza con i centristi, moderati di destra e comunque lontani dalle posizioni di Akesson, pur di frenare il potere che il partito di ultradestra ha ottenuto con il 17% alle urne. Difficile che l’alleanza rossoverde possa trovare altre sponde, la composizione generale del Governo appare complicata ma Lovfen potrebbe far leva sulla crisi dei Conservatori che, avendo subito una contrazione notevole al voto, potrebbero vedere a loro volta l’alleanza col Governo uscente come un’ancora di salvezza. (agg. di Fabio Belli)
MERCOLEDI’ I RISULTATI DEFINITIVI
Mercoledì prossimo si avranno i risultati “definitivi” e si scopriranno le esatte forze in campo nel prossimo Parlamento svedese: quello il momento irrinunciabile da dove poi partire per le consultazioni tra i vari partiti che quest’anno a Stoccolma, più del consueto, potrebbero vedere tempistiche assai lunghe. Secondo gli analisti, l’effetto “migranti” ha funzionato con le forti critiche al modello di integrazione scandinava che ha portato non pochi voti all’ultradestra di Akesson; attenzione però, un altro dei motivi di questo “boom” di Svedesi Democratici va ricercata nella lunga crisi dei conservatori, calati nelle ultime Elezioni ancora in maniera sensibile (meno 3,5% in soli quattro anno, raggiungendo ad oggi il 19,8% delle preferenze). «I socialdemocratici hanno resistito alla minaccia dell’ultra-destra, ma i risultati ottenuti dai nazionalisti sono un grave avvertimento in un Paese conosciuto per il suo più avanzato sistema sociale»: così ha sparlato il presidente del gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) al Parlamento europeo, Udo Bullmann. Secondo i socialdemocratici, «Come in Italia, in Austria e in Ungheria in Svezia l’estrema ha mostrato il suo vero volto in una campagna di odio, xenofobia e fake news. Tutti chiari ingredienti del neo-nazismo», osserva ancora Bullmann. (agg. di Niccolò Magnani)
SI CERCA MAGGIORANZA IN PARLAMENTO
Centrodestra e centrosinistra perdono terreno ma senza nessuno smottamento, e il fronte liberale non scalda i cuori. Ecco così che le ultime elezioni politiche svedesi hanno dato origine a uno stallo, tanto che la Svenska Dagbladet oggi parla in prima pagina apertamente di una situazione in cui “ci vorrà molta immaginazione” per comporre una maggioranza di Governo e far partire l’esecutivo. Infatti, sia i socialdemocratici sia la tradizionale coalizione di centrodestra saranno costretti quantomeno a dialogare, se non allearsi, per evitare che la forza sovranista sieda al tavolo delle trattative di Governo, anche se i principali partiti hanno già fatto sapere di non voler trattare con Akesson, fotte comunque del suo 17,6% che lo rende uno dei principali interlocutori politici o, nel caso in cui le forze avversarie dovessero coalizzarsi, certamente il principale partito di opposizione. Che, da parte sua, spera che il premier uscente Lofven non riesca a costruire la maggioranza necessaria a meno di non dare vita a un nuovo esecutivo di minoranza come nel 2014 che, tuttavia, potrebbe essere fatto cadere proprio dai democratici svedesi, forti del loro recente boom elettorale. (agg. di R. G. Flore)
SALVINI ESULTA, “ARIA DI CAMBIAMENTO”
La Svezia è ingovernabile: questo il risultato delle elezioni tenutesi ieri e giungono le prime reazioni anche dagli altri Paesi europei. Esulta Matteo Salvini, segretario federale della Lega, che ha commentato così il risultato ottenuto dai ‘colleghi’ sovranisti guidati da Akesson: “La Svezia patria del multiculturalismo e modello della sinistra, dopo anni di immigrazione selvaggia ha deciso finalmente di cambiare. Ora anche lì dicono no a questa Europa di burocrati e speculatori, no ai clandestini, no all’estremismo islamico. La forte affermazione di Jimmie Åkesson è l’ennesimo avviso di sfratto ai Socialisti: a maggio, alle elezioni Europee, completeremo l’opera del cambiamento fondato sui valori del lavoro, della sicurezza e della famiglia”. Totalmente opposto, invece, il giudizio di Laura Boldrini, che ha colto l’occasione per attaccare il Carroccio: “Il partito xenofobo svedese ha ottenuto lo stesso risultato elettorale della #Lega: 17%. Dubito, però, che #Åkesson troverà un alleato alla ricerca di poltrone come #DiMaio che gli permetterà di formare un governo della destra populista”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MODERATI SFIDANO ULTRADESTRA E SOCIALDEMOCRATICI
Mentre i due litigano, di norma, il terzo può approfittare e “godere”: con lo scontro dei primi due movimenti per “importanza” in Svezia – lo storico partito di maggioranza dei Socialdemocratici e la novità dell’ultradestra di Akesson degli ultimi mesi – potrebbe alla fine approfittare della situazione il Partito dei Moderati di Centrodestra con il leader Ulf Kristersson che tramite il suo 19,7% e un possibile accordo con Centristi, Liberali e Cristiano democratici, mira a sfidare direttamente Lofven e Akesson nei prossimi mesi. «Le elezioni svedesi sono il segno di ciò che è diventato un trend comune in Europa, cioè che gli elettori abbandonano i grandi partiti. I perdenti in queste elezioni sono i Socialdemocratici, che erano al governo, ma anche i Moderati, cioè il principale partito della destra politica», ha spiegato così all’AgenSir Göran von Sydow, direttore dell’Istituto svedese per gli studi politici a Stoccolma (Sieps). «La frammentazione del voto, che si è spalmato su tanti partiti in Svezia a quello che è avvenuto in molte elezioni europee», spiega ancora l’analista che denuncia la quasi totale mancanza di governabilità del Paese, «È un po’ come avvenuto in Italia nelle ultime elezioni. È molto difficile capire come sia la destra sia la sinistra potranno governare».
SOCIALDEMOCRATICI: “MAI CON I NAZISTI”
Prende tempo il primo ministro Stefan Lofven dopo le elezioni in Svezia che hanno fatto segnare il record negativo dei Socialdemocratici dall’introduzione del suffragio universale. Certo, il centrosinistra è riuscito negli ultimi giorni di campagna elettorale a limitare i danni e soprattutto a frenare l’avanzata dell’estrema destra di Jimmie Akesson, fermatasi al 17,9% ma il risultato dello spoglio conferma un quadro politico frammentato, in cui nessuna coalizione ha i seggi necessari per governare in autosufficienza. Come riportato dall’Ansa, rispetto al leader del centrodestra Ulf Kristersson, che rivendica la possibilità di formare un governo, Lofven è stato più cauto. Pur confermando di voler “restare a lavoro”, il premier ha detto:”Il risultato non è ancora chiaro. Sta ora ai partiti politici cooperare responsabilmente e creare un governo forte”. Quel che appare certo è che i Socialdemocratici non faranno alleanze con gli estremisti di Svezia Democratica:”Un partito con radici naziste non potrà mai offrire nulla di responsabile”. (agg. di Dario D’Angelo)
PREMIER SOCIALDEMOCRATICI, “NON MI DIMETTO”
Che sia un voto di protesta ancora non è possibile dirlo con “certezza”, ma di certo il premiare i partiti più piccoli che aiutano ancora di più a spezzettare il rebus di un Parlamento estremamente diviso dopo le Elezioni di ieri. Secondo le prime analisi dei politologi svedesi e non, potrebbero volerci mesi prima di trovare una via di accordo tra i diversi partiti “vincitori” senza aver vinto per davvero. Il Centrodestra moderato ha richiesto ufficialmente di avere l’incarico di Governo, avanzando anche la richiesta di dimissioni da parte dell’attuale premier socialdemocratico: piccata la risposta di Stefan Stefan Lofven, alla guida di una coalizione formata da Socialdemocratici e Verdi, «resterò in carica almeno fino all’apertura del nuovo parlamento tra due settimane, non mi dimetto». Il candidato del centrodestra Ulf Kristersson ha detto ai suoi sostenitori che si attende un mandato per formare un nuovo governo, «L’alleanza di opposizione in parlamento e’ chiaramente la piu’ ampia e il governo deve andarsene. Abbiamo vinto il promo round per formare un nuovo esecutivo». (agg. di Niccolò Magnani)
RISULTATI ELEZIONI IN SVEZIA: VOTO DI PROTESTA?
Cresce, ma meno rispetto alle attese, Svezia Democratica, la formazione di estrema destra che alle elezioni nel Paese scandinavo ha rappresentato uno spauracchio per tutta l’Europa. Il partito capeggiato da Jimmie Akesson, che nella serata di ieri ha ricevuto anche i complimenti di Matteo Salvini, ha ottenuto il 17,6% (in aumento di 4,7 punti rispetto al 2014). Un aumento significativo, ma di certo inferiore rispetto ai sondaggi che parlavano di un possibile testa a testa con i Moderati sopra la soglia del 20% e addirittura di un possibile assalto alla casella di primo partito. In questo senso la tradizione svedese ha avuto la meglio: perché è vero che viene registrato il peggior risultato dalla storia del suffragio universale, ma allo stesso tempo i Socialdemocratici conservano il primato con il 28,4%. Si fermano al 19,8% i Moderati, in calo di 3 punti e mezzo rispetto al 2014 e questo nonostante un’intera legislatura trascorsa all’opposizione.
NESSUNO PUO’ GOVERNARE
Il dato che emerge in maniera incontrovertibile dalla elezioni svedesi è che nessuna forza politica ha ottenuto la maggioranza dei seggi necessaria a governare (349). Come riportato dall’Agi, la formula del “governo di minoranza” è stata negli ultimi decenni pressoché la prassi ma in questa tornata elettorale non solo nessuna coalizione ha totalizzato un risultato tale da poter sperimentare questo tentativo, ma l’equilibrio tra alleanza di centrosinistra (144 seggi) e quella di centrodestra (143) rende anche complicato capire chi abbia veramente il diritto di provare a governare. I Socialdemocratici non avrebbero i numeri neanche alleandosi con la Sinistra e coi Verdi. Al contrario i Moderati potrebbero governare se decidessero di allearsi proprio con Svezia Democratica di Jimmie Akesson: ipotesi, questa, respinta in più di un’occasione in campagna elettorale. E allora? L’ipotesi al momento più probabile è che si vada verso un governo di larghe intese tra Socialdemocratici e Moderati, contando magari sull’astensione nel Riksdag (il Parlamento svedese) di qualche partito centrista.