Il Partito Gay è pronto ad entrare in campo: non è uno scherzo e non siamo in un romanzo “distopico” su un futuro prossimo dove i sentimenti e gli orientamenti sessuali diventano filoni culturali e financo partiti politici. Nulla di tutto ciò, il Pg pare essere pronto per scendere in campo ed entrare nell’agone politico italiano; come scrivo oggi il Messaggero, «lo scorso 30 agosto presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi del Ministero dello Sviluppo economico. Proprietario del marchio è Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center e attivista Lgbt, nonché ex presidente dell’Arcigay di Roma». Sono ben due le proposte grafiche e nominative per il nuovo movimento pro-LGBT: si chiamano Partito Gay o Lista Gay, con i loghi ovviamente contraddistinto dalla bandiera arcobaleno con la scritta “Europa, Italia” al esterno del cerchiolino. Marrazzo è stato interpellato dall’Adnkronos per spiegare la proposta già a buon punto: «si tratta ancora di un’idea embrionale. Ma siamo disposti a scendere in campo qualora la politica si dimostrasse sorda alle nostre richieste. Con questa iniziativa vogliamo soprattutto dimostrare che promuovere temi come i diritti delle persone omosessuali non fa perdere voti».



IL SONDAGGIO SUL “NUOVO” PARTITO GAY

A suggerire al portavoce Marrazzo di fare il “passo decisivo” sono stati i risultati di un sondaggio commissionato da Gay Center alla Euromedia Research di Alessandra Ghisleri (e presentati lo scorso 23 gennaio, ndr). In sostanza, secondo quelle rilevazioni tra diversi campioni d’elettorato italiano si è scoperto che il 6,25 degli italiani voterebbe ad oggi per una lista gay, «senza che sia mai stata fatta alcuna proposta in tal senso». Non solo, il 27,3% degli elettori – riportano ancora i risultati del sondaggio Euromedia – vedrebbe comunque molto bene la nascita di un partito “del genere” (la battuta era scontata, chiediamo venia..). «Da quel sondaggio è emerso come i temi delle battaglie storiche Lgbt siano trasversali nel panorama politico italiano. Gli elettori Lgbt sono presenti in tutti i partiti», spiega ancora Marrazzo. In Italia con quei dati, ad oggi, il Partito Gay sarebbe in grado di battere (anzi, doppiare) LeU, +Europa Bonino, Potere al Popolo, Noi con l’Italia e tutti gli altri partiti minori. Battuta però anche Fratelli d’Italia (al 4%) e quasi raggiunta Forza Italia ad oggi appena sopra il Pg per pochi punti percentuali. «È un processo di ‘stimolo’ alla politica per spingerla ad affrontare queste tematiche e a dare risposte alla comunità Lgbt», conclude Marrazzo ai colleghi dell’Adnkronos.

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