Renzo Bossi contro Salvini: “L’eleganza è un’altra cosa”, lunga intervista del ‘Trota’ ai microfoni di Oggi. Il figlio di Umberto Bossi ha messo nel mirino l’attuale segretario federale della Lega: “Diciamo che l’eleganza è un’altra cosa, ma non commento le sue uscite. A me la politica del tweet non piace, preferisco quella dei progetti per il Paese. Non puoi fare cento cose, fanne solo due ma bene. La vera priorità è il rilancio della parte produttiva del Paese, unico modo per creare lavoro e far riprendere in consumi”. Definito mediaticamente il Trota, Renzo Bossi è stato al centro di numerosi casi giudiziari, con una condanna in primo grado a 18 mesi per appropriazione indebita: “Ho fatto tutto credendoci. Se ho fatto errori è stato perché ho creduto alle persone sbagliate. Avevo 22 anni, oggi non ci cascherei più. Nonostante i problemi giudiziari, va bene così”. E sottolinea: “Mi hanno contestato venti episodi: per uno sono stato assolto, uno si è prescritto, otto sono stati derubricati in “tentativo di appropriazione indebita”. Per i restanti dieci ho dimostrato che quelle spese le avevo pagate di tasca mia. Ma mi hanno condannato lo stesso”.
RENZO BOSSI SUL PADRE UMBERTO
Renzo Bossi ha poi parlato del padre Umberto, attualmente eletto col Carroccio ma “lasciato solo”: “Quando la Lega gli ha detto che non avrebbe più pagato un assistente per lui, ho deciso di farlo io. Per tre mesi l’ho accompagnato a Roma, stando ore ad annoiarmi su quei divani e correndo perché questa cosa non impattasse troppo sulla mia azienda. Poi per fortuna papà ha trovato chi lo accompagna, pagato direttamente da lui, e sono tornato alla mia vita. Perché la Lega gli ha tolto i soldi per l’assistente? Non m’interessa: non mi fisso sui problemi, cerco soluzione. Non volevano candidarlo? Non frequento via Bellerio dal 2012, non so cosa sia accaduto con le liste”. Infine, una battuta sui 49 milioni di euro: “Io mi limito a dire che, quando mio padre è andato via, i soldi in cassa c’erano e questo è agli atti dal 2012. E non le dico io, lo certifica il bilancio revisionato dalla Price Waterhouse dopo le indagini. Cosa sia accaduto a quei soldi dopo, non lo so”.