I vertici del Partito Democratico stoppano la proposta del presidente Matteo Orfini, lo stesso che ieri aveva lanciato una proposta choc: stracciare lo Statuto, sciogliere il Pd e rifondarlo ripensandolo da zero. Un’idea che non piace al segretario Maurizio Martina, che per tutta risposta ha impresso un’accelerazione annunciando la celebrazione del Congresso e la calendarizzazione delle primarie per il mese di gennaio. La replica di Orfini su Facebook non si è fatta attendere:”Pensate davvero che noi possiamo ripresentarci con il Pd come funziona oggi? Tutti dicono di voler superare il correntismo e poi chiedono di fare subito un congresso basato su accordi tra correnti e filiere di tessere e preferenze. Bene, facciamolo. E il giorno dopo? Ricominciamo come sempre, con la minoranza che combatte la maggioranza, con un maggioritario interno distruttivo e divisivo? Pensate davvero che così la risolviamo? Beati voi…”. (agg. di Dario D’Angelo)



RENZI, “BASTA COL FUOCO AMICO”

Prima Orfini con la proposta di “sciogliere il Pd”, poi Calenda che invita a cena i leader del partito ma “dimentica” il segretario Martina: insomma, nel giro di poche ore il Partito Democratico è di nuovo immerso dalle lotte intestine che non riescono a rivolgere un fronte comune contro il “nemico” gialloverde che continua ad avanzare nei sondaggi e nel gradimento degli elettori. Intervenendo da Genova, l’attuale segretario prova a richiamare tutti ad una rinnovata unità: «Più che discutere di scioglimenti del Partito Democratico o di rinvii del Congresso, facciamo invece tutti un passo avanti per il futuro, nel segno della giustizia sociale e della solidarietà». Non solo, precisa ancora l’ex Ministro dell’Agricoltura, «Il congresso ci sarà, faremo le primarie a gennaio, basta con questa idea che tutti possono dire di tutto, basta con la parole in libertà». Di un simile avviso anche l’ex premier Matteo Renzi che dalla Cina scrive su Facebook: «Governo è il problema del paese, non il Pd. La maggioranza parlamentare sta bloccando l’italia, non l’opposizione. Il Pd deve smetterla col fuoco amico che troppe volte ha colpito e indebolito chi stava al governo. Ci sarà un Congresso e chi lo vincerà avrà l’aiuto degli altri». Di contro, fonti di Huffington Post mostrerebbero come lo stesso Renzi abbia gradito l’invito di Calenda, spiegando di avere grande stima per i commensali e con importanti possibilità di collaborare nell’immediato futuro. Intanto, per Martina sarà gennaio 2019 il momento in cui si terranno le primarie di coalizione verso le Elezioni Europee. (agg. di Niccolò Magnani)



CALENDA INVITA A CENA MINNITI, GENTILONI E RENZI

All’indomani dell’intervento del presidente del Pd, Matteo Orfini, che ha proposto di sciogliere e rifondare il partito, arriva l’invito dell’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ad un incontro. «Questo è un invito formale. Vediamoci @PaoloGentiloni @matteorenzi #minniti. Per essere operativi e per limiti miei di movimento: martedì da me a cena. Invito pubblico per renderlo più incisivo ma risposta privata va benissimo», ha scritto su Twitter rispondendo allo scrittore Giuliano da Empoli che invitata i quattro a sedersi attorno ad un tavolo per impedire la deriva del Pd e la sua «sottomissione al M5s». Renzi, che sarà in Cina fino a giovedì, ha fatto sapere – come riportato da Rainews – di essere disponibile ad un incontro. L’ex premier ha spiegato ai suoi di avere grande stima per i tre commensali, evidenziando come essi abbiano assunto importanti responsabilità nel Paese proprio su sua proposta. L’unica condizione per Renzi è che sia chiaro che non c’è nessun accordo possibile con Movimento 5 Stelle e con la Lega. (agg. di Silvana Palazzo)



LETTA: “NON SI RIPARTE INSULTANDO”

Non l’ha presa benissimo Enrico Letta il progetto di “rivoluzionare” il Pd nei prossimi mesi: non tanto perché non sia d’accordo sulla cruda realtà – “questo partito va rifondano, così non si va da nessuna parte” diceva anche nel recente passato l’ex premier dem – ma perché non si è fatto abbastanza ancora per riflettere su quello che è stato sbagliato finora dal Partito Democratico dopo il punto più alto raggiunto alle Europee del 2014. «Ho atteso per tutta l’estate che si riflettesse sulla sconfitta subita. Invece nessuna autocritica»: per poter effettivamente ripartire e organizzare il futuro – che Letta vede sempre più lontano da quel Matteo Renzi che lo ha di fatto scaricato deponendolo da Palazzo Chigi proprio dopo quelle Elezioni 2014 – l’ex premier ricorda «non si riparte insultando chi ha vinto e per le Europee bisogna puntare sul cuore e sulla difesa della pace» conclude nella lunga intervista oggi sulla Stampa. (agg. di Niccolò Magnani)

ZINGARETTI NON CI STA: “TATTICA PER FARMI VINCERE”

«Stracciamo lo statuto del Pd e cambiamolo. Cambiamo anche il nome, cambiamo tutto». Non usa troppi giri di parole l’esponente del Partito Democratico, Matteo Orfini. La bomba è stata sganciata nella serata di ieri, ed ha avuto l’effetto di un ordigno nucleare. Una mossa tragica, ai limiti della disperazione, ma secondo Orfini sarebbe l’unico passo concreto per rifondare i Dem, alla luce anche delle continue diatribe interne, che dallo scorso 4 marzo ad oggi, da quando cioè è stata presa una batosta epocale alle elezioni, sono vive più che mai. C’è chi però non ci sta, come il governatore della regione Lazio, Nicola Zingaretti, che vede la mossa di Orfini come un semplice tentativo di screditarlo, di sbarrargli la strada verso la candidatura al ruolo di segretario generale del partito. Una mossa tattica secondo Zingaretti: «Un’altra scusa per non fare il congresso – dice, come riporta Il Corriere della Sera – hanno paura! Pur di non far vincere me preferiscono far chiudere il Partito democratico». Come finirà? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

“IO DIVERSO DA SALVINI”

Matteo Orfini propone di sciogliere il Partito democratico e Matteo Salvini coglie l’occasione per attaccare i dem. «Condivido questa proposta del presidente del partito democratico Orfini», ha dichiarato il ministro dell’Interno durante un comizio a Fano. Il deputato del Pd ha replicato nel giro di pochi minuti: «Io il Pd lo voglio rifondare per battere quelli come Matteo Salvini. Lui la Lega la vuole sciogliere per non restituire 49 milioni di euro. Questa è la differenza». Intanto il contrasto tra correnti si sta riaccendendo in vista del congresso, che probabilmente si terrà tra febbraio e marzo. Da una parte ci sono i renziani che potrebbero candidare l’ex ministro Delrio, dall’altra i sostenitori del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che peraltro è stato protagonista di un secco botta e risposta con Orfini nelle scorse ore, come vi abbiamo raccontato. (agg. di Silvana Palazzo)

ORFINI, “SCIOGLIAMO E RIFONDIAMO IL PD”

Sono destinate a scuotere l’intera area del centrosinistra le parole di Matteo Orfini, il presidente del Partito Democratico che intervenendo alla sesta edizione della festa di Left Win ha dichiarato:”Stracciamo lo statuto del Pd, sciogliamolo e rifondiamolo“. Parole rese ancora più forti dal fatto che a pronunciarle non è stato un elemento della minoranza o un oppositore dello status quo, bensì il numero uno del partito. Orfini, come riporta Il Fatto Quotidiano, è convinto che “cambiare nome non serve”. Un discorso, il suo, che sembra riprendere per gran parte gli appelli di Cacciari, Prodi e Carlo Calenda, soprattutto in un passaggio:”Mettiamo insieme un pezzo di paese che non condivide le politiche di questo governo: dobbiamo costruire una risposta dopo la sconfitta che sia all’altezza della sfida“. Ma basterà creare un fronte “anti-populista” e cambiare nome per recuperare il popolo del centrosinistra?

ORFINI, ZINGARETTI E I DUBBI SUL CONGRESSO

Le parole di Orfini sulla necessità di sciogliere il Partito Democratico hanno già suscitato le prime reazioni e rischiano di creare ulteriore confusione rispetto ai tempi di un congresso che, al netto delle rassicurazioni di Martina, voci maliziose fissano a dopo le Europee per evitare di fornire all’esterno l’immagine di un partito dilaniato tra correnti rivali. Intanto c’è chi come Nicola Zingaretti, già candidato alla segreteria, lascia intendere di non vedere di buon occhio la prospettiva ipotizzata da Orfini:”Il lavoro di riaggregazione di un popolo è già ricominciato fuori dall’enclave del Truman Show. Io dico al mio partito: meno Truman Show e più società“. Secca però la replica di Orfini:”Le sue parole sui notabili del Pd sono apprezzabili. Però nella sua regione ha candidato Bruno Astorre, che come campione anti notabilato non mi sembra credibilissimo“. Orfini insomma non sembra più disposto a temporeggiare:”Il partito com’è oggi non funziona. Mi rivolgo a tutti, basta questa distinzione con la società civile, decidiamo insieme la linea politica e la leadership“.