Matteo Salvini e Luigi Di Maio fissano i paletti per la realizzazione dei rispettivi cavalli di battaglia, come se non bastassero i vincoli di bilancio. Sì del leader della Lega al reddito di cittadinanza, ma non deve essere «un reddito per stare a casa a guardare la televisione». Sì del capo politico del M5s alla flat tax, ma «non deve aiutare i ricchi». Il dialogo all’interno del governo però non è difficile. Lo assicura Di Maio: «Non ci sono tensioni sulla manovra ma un dibattito franco nel governo sul fatto che o si mantengono le promesse o è inutile che ci stiamo. Il nostro obiettivo è portare a casa un risultato coraggioso e sui questo compatti». Quasi in contemporanea Salvini dichiara: «Io messaggio ogni giorno con Conte e Di Maio, sono persone ragionevoli. Lo dico ai giornalisti che ogni giorno cercano di farci litigare: Noi non litighiamo, duriamo 5 anni». E infatti domani il premier Conte, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Di Maio, quello dell’Interno Salvini e dell’Economia Tria si riuniranno a palazzo Chigi con il ministro per gli Affari europei Paolo Savona per discutere della manovra, il primo vero banco di prova per il governo. (agg. di Silvana Palazzo)
TENSIONE NEL GOVERNO, SALVINI FURIOSO: ECCO PERCHÈ
Matteo Salvini-M5s, è tensione: “così non si lavora”, acque agitate all’interno del Governo. Il retroscena lo riportano i colleghi del Corriere della Sera, con il ministro dell’Interno e leader della Lega che non ha gradito, così come altri esponenti dell’esecutivo gialloverde, il metodo portato avanti dal Movimento 5 Stelle. Insieme al ministro degli Esteri e dell’Economia, la Lega ha minacciato di non presentarsi alla riunione di governo per approvare un testo che non era stato reso noto in pre-consiglio e sul quale il Movimento 5 Stelle chiedeva sostegno a scatola chiusa. E c’è di più: “l’appuntamento era stato preceduto dalla gran cassa mediatica grillina, l’indomani si sarebbe celebrata a Genova la ricorrenza della tragedia del Ponte Morandi”, sottolinea Francesco Verderami.
SALVINI AL M5S: COSI’ NON SI LAVORA
E non è stato facile trovare un compromesso, contiua il Corriere della Sera: Luigi Di Maio ha lavorato con Matteo Salvini per raggiungere un’intesa prima della riunione, con la vicenda che ha messo a dura prova l’intesa tra i due vice-premier. E Salvini è dovuto intervenire anche su Giovanni Tria e Enzo Moavero, con i due ministri che avevano annunciato di non voler partecipare alla votazione, soprattutto per gli aspetti tecnici del decreto, volevano avere delle garanzie. Salvini ha invitato i colleghi dell’esecutivo a superare le obiezioni, ma non ha lasciato spazi a dubbi rivolgendosi al Movimento 5 Stelle: “Noi abbiamo già portato pazienza sul decreto corruzione, ma ora basta”. E ancora, sottolinea Verderame: “’è un problema di metodo. Prima si prepara un provvedimento e si trova tra noi un accordo, e dopo viene il resto. Così non si lavora”.