Soffia sul fuoco della polemica Matteo Salvini, evidentemente consapevole che gli attacchi riservatigli da Jean Asselborn, il ministro degli esteri del Lussemburgo che lo ha accusato di utilizzare “toni e metodi fascisti da anni Trenta”, non fanno altro che compattare l’opinione pubblica italiana sulla sua linea politica anti-migranti. Ospite di Barbara D’Urso a Domenica Live, il ministro dell’Interno ha voluto puntualizzare:”Io non sopporto chi paragona la storia degli emigrati italiani, dei nostri nonni che partivano per andare a lavorare con i clandestini che arrivano, spacciano e rubano in Italia”. Salvini ha motivato l’atteggiamento di Asselborn definendolo “ignorante” come “tutti coloro che non hanno argomenti, continuando a darmi del fascista, del populista, del razzista”. (agg. di Dario D’Angelo)
PRESIDENZA UE, “NON SAPEVAMO DEL VIDEO”
Nello scontro tra Jean Asselborn e Matteo Salvini si inserisce l’Unione europea. La presidenza austriaca di turno ha fatto sapere che «non era al corrente della registrazione» dell’intervento del ministro dell’Interno italiano alla riunione di Vienna e del botta e risposta col collega lussemburghese. Lo afferma la stessa presidenza ai microfoni dell’Ansa, specificando che «non ci sono regole per le riunioni informali o le conferenze», ma che comunque l’obiettivo «è assicurare discussioni riservate, rispettose ed eque». Fonti di Bruxelles hanno però confermato ad HuffPost che la questione rappresenta un problema per l’Ue. Finora vigeva una prassi condivisa per la quale gli assistenti dei ministri non danno conto, in tempo reale, delle riunioni in corso, tanto meno attraverso video «pirati» usati contro partecipanti alla riunione. La fonte diplomatica spiega che «samo ormai abituati a tweet che danno conto in tempo reale delle posizioni di un ministro o capo di governo, ma i video sono altra cosa, soprattutto perché coinvolgono altre persone a loro insaputa». (agg. di Silvana Palazzo)
FRANCIA CON SALVINI: “ASSELBORN NON PUÒ FARE LA MORALE”
Per una volta, l’Europa sembra “seguire” la linea di Salvini, quantomeno prendendo le sue difese dopo le invettive del Ministro lussemburghese: i media francesi, mai troppo “teneri” con il leghista (e in generale con i politici italiani, ndr) si schierano con Salvini e contro Asselborn. «Come può un paradiso fiscale come il Lussemburgo che non accoglie migranti fare la morale all’Italia?”», si chiede Le Figaro, con anche altri commentatori che riportano la loro analisi per nulla “pro-Lussemburgo”, «come Asselborn metta sullo stesso piano una immigrazione intra-europea, legale e auspicare dal Lussemburgo stesso per questioni economiche con una immigrazione extra-Ue, anarchica, illegale e non sollecitata dalle popolazioni europee».
ATTACCO AL MINISTRO: “IO FASCISTA? È UN IGNORANTE”
«Asselborn mi dà del fascista? Beh, lui è ignorante, non capisce cosa intendo fare in Europa e soprattutto mi interrompe quando io invece gli aveva fatto terminare il discorso che tra l’altro non condivido. Parlare di fascismo degli anni Trenta è davvero assurdo..»: ha esordito così Matteo Salvini a Domenica Live nella lunga intervista ancora in corso sulla poltrona di Barbara D’Urso. «Mi ha interrotto mentre stavo dicendo che io non voglio immigrati per coprire carenze demografiche, io ho proposto altre soluzioni», replica ancora al collega degli Esteri del Lussemburgo dopo lo scontro riacceso questa mattina. «Voglio un’Italia e un’Europa dove dopo 41 anni di duro lavoro si possa andare in pensione. Questo anche nell’ottica di garantire un futuro ai giovani, che possano tornare a fare figli», riattacca Salvini in diretta su Canale 5. Rispetto alle accuse di razzismo, oltre a quelle di fascismo, la risposta del vicepremier è sempre la stessa, anche se efficace: «Onu si occupasse di Paesi dove torturano omosessuali e infibulano bambine. Non dell’Italia, dove l’unico razzismo che c’è è quello contro gli italiani».
SALVINI-ASSELBORN “COME” BERLUSCONI-SCHULZ NEL 2003
Continua il duello a distanza tra Matteo Salvini e il ministro degli esteri del Lussemburgo, Jean Asselborn, che dopo aver dato in escandescenze durante un summit a Vienna (con l’ormai epico “merde, alors”) in un’intervista allo Spiegel è tornato all’attacco dicendo che il leader della Lega usa “metodi e toni dei fascisti degli anni Trenta”. Una polemica, quella tra Salvini e Asselborn, che a tanti ha ricordato quella di qualche anno fa tra Silvio Berlusconi e il collega europeo Martin Schulz, oggi leader dei socialdemocratici in Germania. Era il luglio del 2003: dopo aver subito i duri attacchi dell’europarlamentare Spd al discorso di insediamento dell’Italia alla Presidenza Europea, Berlusconi non si trattenne e disse: “Signor Schulz, so che in Italia c’è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti. La suggerirò per il ruolo di Kapo”. In Italia, come sempre quando c’è di mezzo il Cavaliere, l’opinione pubblica si divise. Meglio andò a Schulz, che grazie a quella battuta di Berlusconi divenne una sorta di mito della sinistra europea, fino a diventare presidenti dei socialdemocratici al Parlamento di Strasburgo. (agg. di Dario D’Angelo)
POLEMICA SULLA REGISTRAZIONE DI NASCOSTO
Dopo il botta e risposta a Vienna durante la conferenza su migrazione e sicurezza, prosegue anche a distanza lo scontro tra Jean Asselborn e Matteo Salvini. Quest’ultimo ha teso una trappola al ministro degli Esteri e dell’immigrazione lussemburghese? A lanciare l’interrogativo è lo Spiegel, ricordando che le riprese di nascosto, senza avvertire le persone interessate, è un reato sia in Germania che in Austria. Ma non ci sono regole che vietino in modo specifico di riprendere una riunione di quel tipo. Esiste la prassi di non filmare le discussioni a porte chiuse, e finora era stata rispettata. Chi lo ha girato? Come ammesso dallo stesso Salvini, il video è stato registrato da qualche membro del suo staff. Da qui la convinzione di Asselborn che sia stata «una provocazione calcolata». Una trappola per «far saltare i nervi» di Asselborn? Impossibile dirlo, ma lo Spiegel semina il dubbio. (agg. di Silvana Palazzo)
CAOS FONDI LEGA
Non bastava l’attacco sui migranti, ora anche sui fondi della Lega si “accende” la sfida anomala tra Italia e Lussemburgo: in un intervista a Il Fatto Quotidiano, il presidente del Parlamento in Lussemburgo – nonché compagno di partito del ministro Asselborn – avverte l’Italia e lo stesso Salvini, «Se davvero la Lega ha nascosto la sua cassa nel mio Paese, presto scoprirà che non siamo un paradiso fiscale ma seguiamo le regole della trasparenza» afferma Mars Di Bartolomeo. Chiare origini italiane (abruzzesi, per la precisione), il Presidente del Parlamento ritorna poi sulla polemica continua tra i due Ministri Ue anche dopo i nuovi attacchi di Asselborn di oggi: «per colpa di movimenti nazionalisti, come quello di Salvini, tutto quel che abbiamo fatto per unire i nostri popoli è ora in pericolo. Questo modo di dividere e semplificare mi ricorda quel che abbiamo vissuto prima della Seconda guerra mondiale. E mi fa paura. Semplifica, divide e peggiora il mondo. La mia politica e la mia storia è diversa. Io sono nato lussemburghese, ma i miei nonni sono partiti dall’Italia perché erano trattati, loro sì, come schiavi. Erano schiavi in Italia e sono diventati più liberi grazie al Lussemburgo. Non c’è più memoria. Allora l’Europa era Mussolini e Hitler. Ora ci sembra scontato che esista la pace, ma non è così», conclude Di Bartolomeo sul Fatto.
LA REPLICA DI SALVINI
Non poteva non giungere a stretto giro la replica del Ministro Salvini ai nuovi, duri, attacchi di Asselborn dal settimanale Spiegel: «il ministro socialista del paradiso fiscale Lussemburgo, dopo aver paragonato i nostri nonni emigranti italiani ai clandestini che sbarcano oggi, dopo aver interrotto un mio discorso urlando “mer..”, oggi mi dà del fascista», striglia pesante il leader del Carroccio che poi sottolinea tutta la sua distanza da quei “toni” e “metodi” di cui è accusato da Asselborn. «Ma dico io, che problemi hanno in Lussemburgo?», si chiede ironicamente il vicepremier, prima di concludere il post al veleno su Facebook «nessun fascismo, soltanto rispetto delle regole. Se gli piacciono tanto gli immigrati, che li accolga tutti in Lussemburgo, in Italia ne abbiamo già accolti anche troppi». Il ministro socialista aveva poi anche attaccato il “metodo” di registrare ogni singola parola detta da Salvini durante le riunioni europee, ma su questo punto il Ministro degli Interni non ha voluto – per ora – replicare.
ASSELBORN TORNA AD ATTACCARE SALVINI: “TONI FASCISTI”
Basta un’intervista allo Spiegel e si riaccende in pochissimo tempo la polemica tra il Ministro degli Interni in Lussemburgo Jean Asselborn e il suo omologo italiano, Matteo Salvini. Il battibecco-litigio scoppiato venerdì scorso durante il vertice Ue dei Ministri Interni su sicurezza e migranti ha avuto una “coda” talmente lunga da portare fino ad oggi al nuovo capitolo aperto dal lussemburghese che non ha gradito il fiume di polemiche per i suoi toni usati contro il vicepremier della Lega, tanto dall’Italia quanto da varie parti in Europa. «Salvini usa metodi e tondi dei fascisti degli anni Trenta», scatta d’ira Asselborn nell’intervista al settimanale tedesco, di fatto “rivangando” la polemica dopo le parole di Moscovici dei giorni scorsi «in Europa non ci sono Hitler ma tanti piccoli Mussolini» con evidente riferimento al Governo italiano e in particolare a Di Maio e Salvini (oltre che Orban, Kurz e gli altri di Visegrad, ndr). Non solo, secondo il Ministro lussemburghese «si è trattato di una provocazione calcolata. I collaboratori di Salvini si piazzano nelle sale in posizioni strategiche e riprendono sistematicamente tutto quello che dice Salvini». QUI TUTTI I DETTAGLI DELLO SCONTRO SALVINI-ASSELBORN
LO SCONTRO SUI MIGRANTI “ACCENDE” L’UE
Il Ministro Asselborn ha poi aggiunto di non voler ritrattare nulla di quanto detto in merito alla necessità di favorire, e non contrastare, l’immigrazione: «In Europa abbiamo bisogno di immigrati perché stiamo invecchiando», aveva detto in un primo momento a Vienna, con la pronta replica (pacata, va detto) del leader Lega «Ho sentito da qualche collega dire che c’è bisogno di immigrazione perché la popolazione europea invecchia, io ho una prospettiva completamente diversa. Io penso di essere al governo e di essere pagato per aiutare i nostri giovani a tornare a fare quei figli che facevano qualche anno fa e non per espiantare il meglio dei giovani africani per rimpiazzare i giovani europei che per motivi economici oggi non fanno più figli». A quel punto però Asselborn sbotta e si sfoga contro il ministro italiano, lasciandosi sfuggire un’imprecazione (“mer.. alors”, ndr): la polemica è continuata poi, con Salvini che scritto sui social «Ma in Lussemburgo, paradiso fiscale che non può dare lezioni all’Italia, non hanno nessuno di più normale che faccia il Ministro??». Caos migranti e caos Unione Europea, questo il vero punto della disfida che vale ben oltre gli attriti fra Italia e Lussemburgo: se poi però Asselborn continua nello scontro, allora sembra quasi che “voglia cercare” a tutti i costi la polemica che già venerdì aveva stancato, «video a mia insaputa. Se vengono ripresi incontri di ministri Ue oppure addirittura di capi di governo e di stato, allora non ci potrà mai più essere un dibattito franco».