Partito Democratico in ebollizione dopo l’intervista concessa da Carlo Calenda a Circo Massimo su Radio Capital. Su Twitter l’ex titolare del Mise ha risposto ad alcuni utenti precisando di non essere stato lui, bensì il giornalista de La Repubblica a pronunciare la frase che ha creato maggior scalpore:”Il Pd merita l’estinzione”. Calenda ha spiegato:”E’ una frase che ha pronunciato Giannini e non io. Siccome trattasi di radio e non di stampa non mi pare possa esserci alcun dubbio”. In ogni caso i contenuti dell’intervista non sono meno soft e a chi gli chiede di ritirare quel “Pd da psichiatria” per rispetto degli elettori Calenda replica:”Dico che per rispetto di quei milioni di elettori bisogna iniziare a dire le cose come stanno”. Quel che è certo è che non ci sarà la famosa cena a 4 con Renzi, Gentiloni e Minniti:”Per me l’unico prossimo passo è portare a cena i miei figli. Pizza, Chinotto e insalata (per me). E archiviamo così la cena delle beffe”. (agg. di Dario D’Angelo) 



GIACHETTI ANNUNCIA SCIOPERO DELLA FAME

Roberto Giachetti infuriato per la situazione in casa Partito Democratico. Non è andato per il sottile il dem nel corso di una diretta Facebook: “La situazione che ci troviamo di fronte non consente più di giocare, abbiamo giocato anche abbastanza. Devo dire francamente che sono incazzato nero, penso che non sia accettabile quello a cui abbiamo dovuto assistere a proposito di cene e incontri. Penso che non sia più possibile andare avanti così. Tutto questo lo avevo ampiamente previsto, tutti avevano deciso di non fare il congresso subito e che questo avrebbe comportato che il congresso si sarebbe svolto dappertutto tranne che nella sede opportuna”. E sottolinea: “Il sondaggio ci dà sotto il 17 per cento: davvero al nostro popolo possiamo offrire uno spettacolo di questo tipo? Io penso che sia necessario che tutti inizino a ragionare sulla situazione che ci troviamo di fronte. Io le ho provate tutte, ho spiegato che non era possibile rimandare il Congresso, che la situazione necessitava una reazione immediata”. Infine, l’annuncio roboante: “A questo scenario indecoroso reagisco tornando alle mie origini: dalla mezzanotte di ieri sera ho iniziato lo sciopero della fame perché sia immediatamente convocata una assemblea straordinaria e fissata la data del congresso del Partito democratico“. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



RENZI E GENTILONI “NON SI PARLANO DAL 4 MARZO”

«Non ho mai pronunciato la parola estinzione per il Pd. È una constatazione del conduttore della trasmissione radio ‘Circo Massimo’ Massimo Giannini, non mia. Quello che ho detto è che sono convinto che alle prossime elezioni europee il Pd non ci debba essere ma debba esserci un fronte repubblicano-progressista che recuperi del Pd la parte di classe dirigente locale e nazionale capace»: la spiega così Carlo Calenda dopo la querelle della “cena” finita nel peggiore dei modi, con ancora più divisioni di prima. Lo scontro del Congresso arriva diversi mesi prima ma si consuma con tante correnti divise e avvelenate tra loro, come ha confermato Calenda (che non ha invece smentito la “proposta dello psichiatra”). L’ex radicale Roberto Giachetti, notevole membro Pd, ha annunciato su Twitter poco fa «Amici cari, visto che voi vi dedicate alle cene e continuate a prendere tempo mentre il Pd scivola sempre più in basso, io smetto di mangiare. Dalla mezzanotte di ieri sciopero della fame per chiedere che sia fissata subito la data del congresso». Il quadro politico dei dem è drammatico, come spiega l’ex ministro Mise ancora a Radio Capital «non ci si fida, qualunque iniziativa viene presa come un’aggressione contro altri. Basti pensare che Gentiloni e Renzi non si parlano dal 4 marzo. Ma se rispetto alla situazione generale la reazione del partito di opposizione è questa, come facciamo a stupirci che stiamo al 16%?». (agg. di Niccolò Magnani)



CALENDA-SHOW

Ne ha per tutti Carlo Calenda, l’ex ministro dello Sviluppo Economico che intervistato a Circo Massimo ha denunciato la crisi del Pd e dei suoi dirigenti sostenendo che il Partito Democratico “merita l’estinzione”. Calenda su Twitter ha spiegato che la cena annunciata per oggi con Renzi, Gentiloni e Minniti è saltata perché “Renzi si era sfilato ieri pomeriggio via agenzie e retroscena e a quel punto non aveva più molto senso. Non so bene quale sia l’interesse di Renzi, che da molto tempo dice A e fa B. Penso che se dici ‘io ci sarò’ e poi fai uscire certi retroscena… è un modo di fare non serio, a cui ormai sono abituato da mesi”. Ma non è stata questa l’unica bordata rifilata all’ex segretario dem. Secondo Calenda, “nel Pd c’è un’entità, che si chiama Renzi, che non si capisce cosa voglia fare e che va avanti per conto suo. È una roba un pò singolare. È stato un presidente del Consiglio che all’inizio aveva veramente voglia di cambiare l’Italia e che ha fatto cose buone. È un grosso peccato”. Sul fatto poi che la cena a casa sua fosse un ritorno ai “caminetti”, Calenda ha replicato:”Questa storia dei caminetti non l’ho mica capita. In tutta la storia politica ci si incontra, nei partiti, fra persone che la pensano allo stesso modo. Con Renzi c’era un caminettino: lui, Lotti e la Boschi”.

MARTINA, “ADESSO BASTA!”

Ma le parole di di Calenda non hanno lasciato indifferente l’attuale segretario, Maurizio Martina che sul blog dell’Huffington Post ha risposto:”Adesso basta. Chi pensa che il PD si debba estinguere non capisce che oggi questa comunità è l’unico argine al pericolo di questa destra. Dobbiamo cambiare, aprirci, rilanciare ma non certo estinguerci. Io giro in lungo e in largo il paese e non faccio polemiche via tweet o in radio”. Martina ha proseguito:”È possibile ora chiedere a tutti i dirigenti nazionali del mio partito una mano perché la manifestazione del 30 settembre a Roma sia grande, bella e partecipata? Perché sia un segnale collettivo di ripartenza e sfida a Lega e Cinque Stelle che vogliono dissolvere l’Europa? La nostra gente vuole vedere al lavoro una squadra, non ne può più delle prediche dei singoli che pensano di avere verità in tasca. E il congresso con le primarie a gennaio sarà un percorso cruciale per confrontarci sulla prospettiva e allargare al massimo la partecipazione a questo impegno collettivo per l’Italia”. (agg. di Dario D’Angelo)

CALENDA, “PD MERITA ESTINZIONE”

Rischia di esplodere definitivamente la situazione all’interno del Pd dopo le ultime dichiarazioni di Carlo Calenda a Circo Massimo, il programma radiofonico condotto da Massimo Giannini su Radio Capital. L’ex ministro dello Sviluppo Economico, dopo aver annullato l’invito a cena a Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Marco Minniti definendola ormai “dannosa” dopo le polemiche innescatesi con la “contro-cena” organizzata da Zingaretti, ha commentato amaro:”Il Partito Democratico merita l’estinzione”. Secondo Calenda ai dirigenti dem “non importerà” di perdere le prossime regionali né le Europee: “Quello che importa a loro è il congresso. Sta diventando un posto in cui l’unico segretario che si dovrebbe candidare è il presidente dell’associazione di psichiatria”. Calenda ha aggiunto:”Sono convinto che alle prossime europee il Pd non ci debba essere. Serve un fronte repubblicano, progressista, che recuperi la parte di parte di classe dirigente locale e nazionale capace ma che spazzi via un partito che ha come unico obiettivo quello di spartirsi una torta sempre più piccola tra dirigenti che sono usurati, che pensano solo a questo dalla mattina alla sera”. (agg. di Dario D’Angelo)

CALENDA ANNULLA CENA PD

Arrivano nuovi aggiornamenti sull’attesa cena in casa Partito Democratico con protagonisti Carlo Calenda, Matteo Renzi, Marco Minniti e Paolo Gentiloni. Dopo le conferme dell’ex ministro del Lavoro e le indiscrezioni sul possibile dietrofront dell’ex premier di Rignano, Calenda ha deciso di annullare tutto. La precisazione arriva su Twitter: “Dopo 24h di polemiche interne e amenità varie,a partire dalla disfida delle cene, ho cancellato l’incontro. Lo spirito era quello di riprendere un dialogo tra persone che hanno lavorato insieme per il paese e aiutare il @pdnetwork . In questo contesto è inutile e dannoso”. Era stato già Paolo Gentiloni ad avanzare dubbi sull’utilità di queso incontro a quattro: “A Carlo non dico no, ma non è tavola che si risolvono i problemi del partito…”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

RENZI SI SFILA?

Sembrava tutto fatto e invece pare che il Pd non si metta d’accordo nemmeno sulla cena a quattro proposta dall’ex Ministro Carlo Calenda a casa sua e i cui commensali dovrebbero essere Matteo Renzi, Marco Minniti e Paolo Gentiloni. Infatti, se in mattinata era arrivata l’apertura dell’ex premier toscano all’invito rivolto da colui che da tempo invoca la nascita di un Fronte Repubblicano, nelle ultime ore proprio Renzi sembra aver fatto un passo indietro, parlando di “roba da matti” a proposito del fatto che, mentre l’attuale Governo toglie i vaccini obbligatori, qualche esponente dem pensa alle cene. Doccia fredda per Calenda insomma, anzi doppia: perché Nicola Zingaretti, non invitato alla cena e da tempo critico con l’attuale leadership del partito, ha lanciato l’idea di una controcena i cui invitati sarebbero un imprenditore, un operaio, uno studente, un professore, un volontario e un professionista, ovvero tutti i diversi settori della società lavorativa italiana. Almeno questa iniziativa avrà successo o Zingaretti, come Calenda, rischia di doversi trovare a mangiare da solo? (agg. di R. G. Flore)

VERSO LA CENA A 4

Se il segretario nazionale Maurizio Martina ha annunciato che il congresso si farà e le primarie sono in programma per il 2019, in casa Partito Democratico c’è un altro capitolo delicato: ci riferiamo all’ormai famosa cena a quattro proposta da Carlo Calenda a Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Marco Minniti. L’ex ministro dello Sviluppo Economico ha confermato via Twitter che la cena si farà: “La data è stata spostata e per evitare l’ennesimo tormentone sul PD rimane riservata”, le parole del dem in risposta a un suo follower. E’ infatti arrivato l’ok dei tre invitati all’appuntamento: “E’ un gesto di responsabilità di tutti i partecipanti. Bene così. Ottima notizia”. Non avrà luogo, dunque, martedì, ma ciò che è sicuro è che si scriverà il nuovo capitolo della storia del Partito Democratico, tra un primo e un secondo… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

MARTINA: “CONGRESSO PD SI FARA'”

Pd, il segretario Maurizio Martina: “Il congresso si farà” e conferma che le “primarie si faranno nel 2019”. Il segretario nazionale del Partito Democratico è intervenuto ieri a Genova ed ha fatto il punto in casa dem dopo le polemiche degli ultimi giorni: “Basta con questa idea che tutti possono dire di tutto, basta con le parole in libertà”. Il presidente Matteo Orfini aveva infatti proposto di sciogliere e rifondare il partito, ipotesi totalmente rigettata da Martina: “Più che discutere di scioglimenti del Pd o di rinvii del congresso, facciamo un passo in avanti per il futuro nel segno della giustizia sociale e della solidarietà”. E l’ex ministro dell’agricoltura ha risposto così “all’esclusione” dalla cena di Carlo Calenda con Matteo Renzi, Marco Minniti e Paolo Gentiloni: “Questa sera io partecipo a una cena di solidarietà per Genova: per costruire l’alternativa di governo del Partito Democratico serve un percorso aperto il più possibile a tutte le energie e partecipato da tanti”.

PD, CONGRESSO E PRIMARIE

E il duello a distanza tra Maurizio Martina e Matteo Orfini non si placa. Ieri, tramite la sua pagina Facebook, il presidente del Partito Democratico ha commentato: “Pensate davvero che possiamo ripresentarci con il Pd come funziona oggi? Tutti dicono di voler superare il correntismo e poi chiedono di fare subito un congresso basato su accordi tra correnti. Bene, facciamolo. E il giorno dopo? Ricominciamo come sempre, con la minoranza che combatte la maggioranza. Pensate davvero che così la risolviamo? Beati voi…”. Una proposta, quella di Orfini, che però non trova d’accordo anche altri esponenti dem, che nelle ultime ore hanno detto la loro sui social: da Monica Cirinnà, “Anacronistico che chi è stato anni in ruoli di vertice ed è corresponsabile del disastro proponga scioglimento Pd. Si vada avanti con il congresso Siano i nostri militanti a decidere per il futuro, un futuro ricostruito su idee e valori non su trovate verticistiche e formali”, a Tommaso Ederoclite, “L’assemblea nazionale aveva scelto un percorso: congresso prima delle europee. Posso capire la proposta di #Orfini, ma abbiamo votato e scelto un percorso. Si va avanti con quello”.