La Lega nel merito e nella forma non si sbilancia più di tanto sulla figura di Tria, eppure a scavare un attimino si trova una certa qual divisione tra chi ritiene che il Ministro dell’Economia debba “sbilanciarsi” di più sui numeri e le risorse e chi invece ritiene che il Mef debba fare da garante alle misure (alle volte, sparate) dei due vulcanici vicepremier. A rappresentare il primo ruolo è Gianmarco Centinaio, Ministro dell’Agricoltura e fedelissimo di Salvini: stamattina a L’Aria che Tira su La7, «E’ giusto che Salvini e Di Maio spingano Tria ad aprire un po’ più la borsa. Anch’io non vorrei trovarmi poi a dover affrontare tagli all’agricoltura o addirittura al turismo. Tria deve fare il suo». Di contro, il Sottosegretario e “bilanciere” di questo Governo, Giancarlo Giorgetti prova a trattenere il meglio di entrambe le posizioni e bacchetta sia Di Maio che lo stesso responsabile del Mef su una Manovra che ancora stenta a decollare. Dove poi andrà la Lega tra qualche settimana, ancora, non è dato saperlo: di certo vuole marcare una certa differenza con il M5s, va bene il Contratto di Governo ma ci sono sempre le Elezioni tra qualche mese.. 



ANCORA GIORGETTI: “TRIA SIA PIU ELASTICO”, POI PERÒ ZITTISCE DI MAIO

Proseguono le tensioni nel governo gialloverde fra il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, e quello dell’economia, Giovanni Tria. Ad accendere il dibattito è stato lo stesso titolare del Mise, che ieri, in occasione di un’intervista rilasciata all’agenzia Ansa, ha appunto messo alle strette “l’economo” sulla necessità di reperire i fondi per la manovra in progetto. Tensioni ordinarie assicurano dall’esecutivo, e da più parti vengono smentite le dimissioni dello stesso Tria, come invece ventilato nelle scorse ore. A ribadire il concetto è stato il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che interpellato dai microfoni de La Repubblica ha ammesso: «Tria non rischia il posto ma sia più elastico sulle virgole del deficit. L’invito che farei a tutti i colleghi di governo – aggiunge – è quello di parlare il meno possibile e darsi da fare. Il momento è delicato ed è vero che conta lo zero virgola, il rispetto dei parametri nella stesura della manovra, ma è anche vero che non possiamo impiccarci alle percentuali: i mercati guardano anche alla serietà delle proposte, oltre che alla tenuta dei conti». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PRESSING ANCHE DA GIORGETTI “PRIORITÀ A MISURE INTELLIGENTI”

Acque agitate nel governo. La manovra è il banco di prova per la maggioranza, ma si gioca su diversi fronti. Dalla flat tax ai tagli alle pensioni, passando per pensione di cittadinanza e altre misure. Queste sono tutte spine nel fianco per il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che predica prudenza per rassicurare l’Europa e annuncia comunque interventi strutturali per abbassare il carico fiscale, soprattutto per la classe media. Proprio le mosse del titolare di via XX Settembre agitano, e non poco, i due schieramenti del governo. Oltre al “pressing” di Luigi Di Maio, si registra la critica del sottosegretario Giancarlo Giorgetti in merito al tetto sul rapporto deficit-Pil: «Quello viene dopo. Prima bisogna varare misure intelligenti, il resto vedremo». Per il M5s la priorità è il reddito di cittadinanza, che è peraltro il provvedimento più costoso sul fronte delle coperture che il governo potrebbe varare. (agg. di Silvana Palazzo)



MINISTRO MEF: “I MERCATI CE LA FARANNO PAGARE”

“Se forziamo il deficit i mercati ce la faranno pagare”, è questo il mantra che Giovanni Tria avrebbe ripetuto ieri al tavolo del vertice di Palazzo Chigi sulla Manovra quando le pressioni dei colleghi si erano fatte insopportabili. Da qui la decisione del titolare dei conti di non schiodarsi da quel tetto dell’1,6% che ha provocato il disappunto di Luigi Di Maio. Come riportato dall’Huffington Post, Tria non ha intenzione di mollare la presa, al netto dello sfogo di Di Maio con l’Ansa:”Lo stato è già in ritardo di 20 anni ci sono famiglie italiane con figli in momentanea difficoltà, giovani senza lavoro, pensionati che con 500 euro non mangiano. Iniziamo a dare i soldi a loro. Poi semmai ci porremo il problema che non ci sono i soldi per dare stipendi a chi guadagna centinaia di migliaia di euro”. (agg. di Dario D’Angelo)

DI MAIO, “UN MINISTRO SERIO TROVA I SOLDI”

Di Maio prima di partire per la sua missione in Cina, ha rilasciato poche ma “incendiarie” dichiarazioni all’Ansa in cui ribadisce quanto alcuni critici vanno dicendo: l’armonia nel Governo c’è, alle volte, solo a parole e le distanze sulla Manovra sono tutt’altro che marginali. «Nessuno ha chiesto le dimissioni del ministro Tria ma pretendo che il ministro dell’Economia di un governo del cambiamento trovi i soldi per gli italiani che momentaneamente sono in grande difficoltà. Gli italiani in difficoltà non possono più aspettare, lo stato non li può più lasciare soli e un ministro serio i soldi li deve trovare», ha spiegato il Ministro del Lavoro. Solo qualche ora prima a Milano il titolare del Mef aveva provato a tranquillizzare investitori e mercati Ue, dichiarando «Vogliamo realizzare una crescita solida e sostenibili, con investimenti pubblici debbono tornare ad essere il 3% del Pil nel breve». Poi, qualche ora dopo, Di Maio in poche parole rischia di “rovinare” la tranquillità raggiunta dopo il vertice di Palazzo Chigi; insomma, la strada se non proprio impossibile, è di certo “irta” assai. 

“RISPETTEREMO I VINCOLI EUROPEI”

L’obiettivo del governo è una crescita forte e sostenibile attraverso riforme strutturali. Lo ha dichiarato il ministro dell’Economia Giovanni Tria al Forum Bloomberg a Milano. «Il governo, pur rispettando i vincoli europei si impegna in un percorso di sviluppo, nel rispetto dei diversi bisogni sociali, per creare una solida base per una crescita di lungo termine». Le riforme strutturali prevedono quella della giustizia civile con una riforma «per migliorare l’ambiente di business», ma «nel segno della crescita». Un altro obiettivo del governo è «eliminare il gap di crescita dell’1% che ci separa dai Paesi dell’eurozona». Tria chiarisce anche i pilastri della futura manovra di governo: «Gli investimenti pubblici e privati, la lotta alla povertà e la riduzione del carico fiscale». Per quanto riguarda invece il «reddito di base universale», Tria spiega la necessità di «risolvere i problemi sociali che hanno portato al bisogno di questo reddito», e cita gli effetti dirompenti del «cambiamento tecnologico». (agg. di Silvana Palazzo)

TRIA A INVESTITORI “RIDURREMO CARICO FISCALE”

Il giorno dopo il vertice a Palazzo Chigi, il Ministro dell’Economia Giovanni Tria ha illustrato agli investitori nel Forum Blooomberg di Milano le prime “cornici” della Manovra Economica che il Governo Conte intenderà approntare nei prossimi mesi. «Il Governo deve recuperare un 30% di investimenti pubblici venuti meno negli ultimi anni, debbono tornare ad essere il 3% del Pil nel breve termine», ha rilanciato il titolare del Mef, aggiungendo come per fare questo e per combattere l’annoso problema delle tasse «bisogna andare oltre la flat tax riducendo il carico fiscale sulla classe media. Siamo ad uno studio molto avanzato che ridurrà il carico fiscale sulla classe media mantenendo il budget gestibile». Ospite questa mattina ad Agorà, il Presidente della Commissione Bilancio alla Camera – Claudio Borghi, Lega – ha rilanciato il tema dell’Iva con le prossime salvaguardie che dovranno essere inserite nel testo della Legge di Bilancio. «L’Iva non si tocca. Si, perché per Tria, secondo lui, sono teorie rispettabili, alzando l’Iva e abbassando altre tasse alla fine il risultato è che si stia meglio. Magari ha ragione, non lo so. Però noi nel contratto di governo abbiamo scritto chiaramente che l’IVA non aumenta».

PACE FISCALE, PENSIONI E TICKET

Secondo le prime stime del Sole 24 ore, i toni rassicuranti di Conte, Salvini e Di Maio dopo il vertice sulla Manovra non possono cancellare il vero nodo dell’intera operazione legge di bilancio: le coperture. La pace fiscale ancora non convince il M5s, il reddito di cittadinanza invece è indigesto alla base della Lega, per pensioni e ticket sanitari invece va decisa la linea da perseguire per capire quali e quanti fondi poter stanziare in Manovra. Insomma, non proprio vie “semplici” per Tria e per i tecnici legastellati che nelle prossime settimane avranno certamente bisogno di nuovi vertici e di toni sempre più distensivi per non arrivare al punto di rottura. Tutte le misure “di bandiera” da riportare nel testo con però deficit che rimanga entro l’1,8% come chiesto dal Mef: la “pace fiscale” voluta dalla Lega continua a far discutere per l’ipotesi del tetto a 1 milione di euro, con i M5s che insistono sull’indisponibilità a «votare alcun condono, perchè dobbiamo aiutare le fasce più deboli, non premiare chi si è portato i soldi all’estero e vuole farli rientrare». I nodi restano, Tria e Conte lo dovranno sbrogliare a breve per non rimanere impantanati nel duro autunno economico. 

VERTICE DI GOVERNO “IN ARMONIA”

«Le scelte sulla legge di bilancio devono essere coraggiose e devono esserlo nell’interesse dei cittadini. La mia posizione è ferma: vanno tagliati tutti gli sprechi, tutti i rami secchi così come devono essere recuperate quelle risorse che a oggi vanno nella direzione sbagliata. Gli italiani si aspettano tanto da noi e noi non li deluderemo perché saremo anche pronti a fare scelte coraggiose»: così ha commentato il vicepremier Luigi Di Maio dopo il vertice di Governo sulla Manovra Economica durato oltre tre ore ieri sera a Palazzo Chigi (qui tutti i dettagli e le misure discusse, ndr) che ha sancito forse non grandi proclami ma quantomeno una rinnovata armonia dopo gli scontri nei giorni scorsi tra i due vicepresidenti del Consiglio e il Ministro dell’Economia Giovanni Tria. «Ci siamo soffermati sull’analisi degli sprechi da tagliare ai fini della riqualificazione della spesa pubblica e sulle possibilità di un rilancio della crescita attraverso i punti qualificanti del contratto di governo», ha spiegato il premier Conte uscendo da Palazzo Chigi a tarda sera, mentre il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato «Bello e proficuo lavoro, per far crescere l’economia italiana (senza regali alla Renzi) rispettando gli impegni presi con tutti».

MANOVRA: SPUNTA IL TAGLIO DEI TICKET SANITÀ

Ma di quali impegni parla Salvini? Di sicuro nel vertice sulla Manovra Economica del prossimo autunno si è parlato e “aggiornato” i contorni di spesa per le misure più importanti del Contratto di Governo Lega-M5s, ovvero «tasse, pensioni, reddito di cittadinanza e maggiori posti di lavoro» come spiega lo stesso vicepremier leghista. Le misure di “bandiera” ci saranno tutte, ma con gradualità voluta da Tria (e dai mercati) in modo da rispettare i limiti di bilancio Ue. Conte ha poi aggiunto, «soffermati sull’analisi degli sprechi da tagliare ai fini della riqualificazione della spesa pubblica e sulle possibilità di un rilancio della crescita attraverso i punti qualificanti del contratto di governo: flat tax, reddito di cittadinanza, superamento della legge Fornero e un quadro organico di tagli alle spese improduttive». All’interno delle varie misure c’è anche l’ipotesi di una riduzione del ticket sanitario , come anticipato anche ieri dal Ministro Giulia Grillo: «Abbiamo bisogno di rilanciare la sanità pubblica, i cittadini devono avere accesso alle cure senza pagare più del necessario e per questo stiamo lavorando, in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, alla riduzione del ticket, ossia della compartecipazione economica del cittadino alla spesa per le sue cure».