Sarà una manovra seria ed equilibrata in cui le priorità saranno la flat tax, il reddito di cittadinanza, e la riforma della legge Fornero. Così si evince dalle dichiarazioni rilasciate nelle scorse ore dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e dal ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio. Il premier si trova attualmente in Francia, a Salisburgo, per un nuovo ennesimo vertice sui migranti, e intrattenuto dai giornalisti al suo arrivo ha ammesso: «Non impicchiamoci ai decimali, abbiamo in programma una manovra seria, coraggiosa che consenta crescita e sviluppo sostenibile». Conte sottolinea quindi la necessità di “allargare un po’ le vedute” per il bene dell’economia e quindi degli italiani. Ha poi parlato Di Maio, che ha ribadito la sua piena fiducia nei confronti del ministro economico Giovanni Tria «per quello che sta facendo e ho piena fiducia nel gioco di squadra che stiamo facendo come governo», per poi aggiungere: «Sì a un po’ di deficit, si può rientrare dal debito in uno-due anni». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



BRUNETTA “DIFENDE” TRIA

A difendere il Ministro Tria arriva.. Renato Brunetta: già, come già anticipavamo in precedenza, è Forza Italia (e anche il Pd) che per trarre il modo di attaccare il Governo optano per la linea pro-Mef. «Dopo alcuni giorni di tranquillità vissuti dai nostri titoli di Stato, dovuti alle forti rassicurazioni del ministro Tria circa la volontà da parte dell’Italia di non voler interrompere il percorso di risanamento dei conti pubblici concordato con la Commissione Europea, con la quale è in corso una delicata trattativa sulla soglia obiettivo del deficit/Pil per il 2019, le furiose uscite di Di Maio contro il ministro Tria, alla conclusione del vertice di governo sulla prossima legge di Bilancio, hanno scatenato di nuovo le vendite sui nostri Btp, con il rendimento sul decennale che si è riportato sulla soglia del 2,85%, annullando tutti i guadagni dell’ultima settimana», spiega Brunetta in una nota che segue la prima in cui affermava tutta l’irresponsabilità del vicepremier M5s nel suo insistere ad attaccare il Ministro Tria, «solo per finanziare il reddito di cittadinanza». 



PD: “M5S SI RIMANGIA TUTTO: INCAPACI”

Il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato (Pd) si scaglia contro la scelta di “pressare” un giorno sì e l’altro pure il Ministro dell’Economia Giovanni Tria, visto paradossalmente dalle opposizioni quasi “meglio” di come veniva giudicato il suo predecessore (anche se dem) Pier Calo Padoan: «Per 5 anni ci hanno raccontato, con i loro emendamenti puntuali a ogni legge di bilancio, che i soldi per il reddito di cittadinanza c’erano. Che si poteva fare subito. In campagna elettorale, poi, Di Maio aveva promesso anche un decreto al primo Consiglio dei ministri per tagliare 30 miliardi di euro di sprechi. Quello delle risorse per la prossima manovra, stando alle parole di Di Maio, non dovrebbe essere un problema». Per Rosato i grillini si rimangiano tutto e pur di non ammettere i propri errori, provano a mettere in mezzo Tria: «Era facile fare opposizione per il Movimento 5 Stelle, è stato facile fare campagna elettorale sul dramma di tante persone ancora senza lavoro. Il governo è altra cosa. E lo stallo di questi primi 100 giorni dimostra che loro evidentemente ne sono incapaci». Più diretto e schietto il deputato di Forza Italia, Paolo Zangrillo, che ad Agenpress sottolinea «La smetta quindi Di Maio di minacciare il ministro Tria e abbia l’umiltà e la decenza di cercare di capire cosa serve veramente per dare lavoro agli italiani e restituire credibilità al nostro Paese». 



LA VICE CASTELLI CRITICA TRIA

Questa volta lo scontro è veramente servito: dopo il vertice di Palazzo Chigi sembrava rinnovata l’armonia tra M5s e Tria, con Salvini e la Lega che facevano da cuscinetto. Solo tre giorni dopo, sembra tutto cambiato: Di Maio dalla Cina continua con le sue bordate contro il Mef, di contro il premier Conte si limita a parole di mera circostanza nell’intervista a La Verità e nessuno all’interno della maggioranza si prodiga a schierarsi pienamente con il titolare del Ministero dell’Economia. Anzi, lo attaccano ancora di più: la sua stessa vice, Laura Castelli (grillina doc, ndr) spiega a Radio Capital «intenzione di Tria di mantenere il deficit all’1,6%? Vorrebbe dire non fare quasi niente, a meno che non si facciano solo tagli». In difesa di Tria, paradossalmente, giungono le opposizioni: Renato Brunetta, Forza Italia, fa sapere in una nota «Gli attacchi irresponsabili sempre più frequenti da parte del vicepremier Luigi Di Maio al ministro dell’Economia Giovanni Tria e le sue insistenti richieste di denaro per finanziare il reddito di cittadinanza fortemente voluto dal suo Movimento Cinque Stelle stanno cominciando a innervosire di nuovo i mercati finanziari». 

TRIA È ACCERCHIATO

Anche il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha confermato la permanenza del ministro dell’economia, Giovanni Tria, smentendo le voci delle ultime ore che parlavano di possibili dimissioni. «Non l’ho mai visto vacillare», ha raccontato il primo ministro in un’intervista concessa stamane a La Verità. Al di là delle dichiarazioni, di facciata o meno, alcune divergenze interne al governo permangono, visto che il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha invitato il collega a trovare i soldi necessari per le riforme basilari, mettendo da parte il rigore. Anche oggi il titolare del Mise ha ribadito la propria posizione in merito a Tria, e nel contempo, ha spiegato che flat tax, reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero saranno le tre priorità per la prima manovra di bilancio: il ministro economico è avvisato. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LE REAZIONI DEL MONDO POLITICO

La manovra economica porta conflitto all’interno del Governo. Nelle ultime ore sono circolate numerose indiscrezioni su un possibile scontro tra il ministro Giovanni Tria e il vice premier Luigi Di Maio, causa scatenante le coperture per il reddito di cittadinanza. Il ministro del Lavoro ha detto sì a “un po’ di deficit”, l’opposizione insorge. Ecco il commento di Laura Boldrini: “#DiMaio non può continuare a ingannare gli italiani prendendosela con altri Trovare coperture per #RedditoDiCittadinanza è problema anche suo, visto che è Vicepremier Se fosse persona seria dovrebbe assumersi le proprie responsabilità e ammettere che l’ha sparata grossa #Tria”. Queste, invece, le parole della dem Alessia Rotta: “#DiMaio frigna e dice a #Tria: dacci 10 miliardi o vai a casa. Ma in campagna elettorale non aveva giurato di aver trovato nel bilancio 25 miliardi di tagli agli #sprechi? Dove sono finiti? Storia di un delirio. Allacciate le cinture e si salvi chi può!”. Infine, segnaliamo il tweet di David Sassoli: “Io non so se #DiMaio si rende conto quando insulta il suo ministro del Tesoro. Se #Tria dice arrivederci e se ne va il governo è morto. @pdnetwork @eurodeputatipd”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“OK FARE DEFICIT”

«Nessuno ha chiesto le dimissioni del ministro Tria ma pretendo che il ministro dell’Economia di un governo del cambiamento trovi i soldi per gli italiani che momentaneamente sono in grande difficoltà. Gli italiani in difficoltà non possono più aspettare, lo stato non li può più lasciare soli e un ministro serio i soldi li deve trovare»: sono queste parole dette ieri da Di Maio (prima di partire per la missione in Cina da Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico) ad aver incendiato la maggioranza di Governo, con la Lega che ha cercato di “tappare” la furia del leader M5s contro il Ministro Giovanni Tria colpevole di essere “risparmioso” e ostile alle troppe misure inserite nel Contratto di Governo. Ebbene, oggi nel suo primo discorso dalla Cina, lo stesso Di Maio rilancia il guanto di sfida: «Ho piena fiducia nel ministro Tria per quello che sta facendo e ho piena fiducia nel gioco di squadra che stiamo facendo come governo», spiega ai giornalisti facendo sembrare di voler chiudere la polemica, poi però rilancia «Queste sono le 3 priorità: flat tax, reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero. Le metteremo nella legge di Bilancio». Non solo, conclude poi «Si attinge ad un po’ di deficit per poi far rientrare il debito l’anno dopo o tra due anni, tenendo i conti in ordine e senza alcuna manovra distruttiva dell’economia»: non proprio un “incoraggiamento” nel seguire Tria..

MANOVRA ECONOMICA: TRIA IRRITATO CON DI MAIO

Non è piaciuto – e come dargli torto, del resto – al ministro Giovanni Tria l’affondo-critica feroce che Di Maio gli ha mosso prima di partire per la missione in Cina; non ci sono commenti o dichiarazioni ufficiali, ma secondo le fonti interne ai palazzi romani dell’Huffington Post filtrerebbe decisa irritazione per quanto il vicepremier M5s ha avazanto contro il Mef, specie in quel passaggio “un ministro serio trova le risorse” che suona proprio come un affondo gratuito contro chi sta cercando di tenere i cordoni di una borsa ribaditi ancora una volta ieri sera nel vertice di Palazzo Chigi. «Se forziamo il deficit i mercati ce la faranno pagare», avrebbe detto ieri sera Salvini provando un approccio più “soft” rispetto al suo collega grillino. Un conto però sono i provvedimenti e le occasioni istituzionali, un altro come abbiamo visto in questi primi mesi di Governo è quando i leader dei due partiti di maggioranza si trovano a dover “commentare” le loro impressioni in merito ai temi più caldi della politica. La “controreplica” di Tria al momento si “limita” al ribadire che non si torna indietro su quanto deciso a Palazzo Chigi, ovvero che il deficit resti “murato” a quel’1,6% considerato l’argine giusto per non “irritare i mercati”. Reggerà? E soprattutto, reggerà il Ministro delle Finanze?