Il sequestro dei conti è solo l’acceleratore: in realtà il nuovo partito di Salvini è pronto da tempo. Secondo i bene informati il progetto viene aggiornato giorno per giorno, e ad occuparsene è lo stesso capitano, come nella Lega chiamano Matteo.

“E’ la nazionalizzazione della Lega” dice il nostro confidente usando una parola in voga questa estate da Autostrade in giù. Fin qui, a essere onesti, la Lega al Sud ha avuto risultati modesti. L’onda elettorale lunga è arrivata fino all’Abruzzo, che proprio Sud non è. In Campania le percentuali leghiste sono allo zero virgola, per il resto del Mezzogiorno poco di più. Ci sono i sondaggi, è vero: ma fin qui hanno attirato solo ceto politico in cerca di postazioni. La campagna acquisti della Lega fin qui è stata poco brillante: molti ex An, tanta estrema destra, qualche forzista in rotta coi capataz locali. Insomma, tutto da rifare.



E infatti il capitano ha pronto un partito nuovo di zecca, buono per i padani nostalgici di Pontida e per i sudisti in cerca del nuovo “partito mamma” dopo la Dc e il centrodestra berlusconiano.

Le parole d’ordine sono quelle note: immigrazione, prima gli italiani, una spruzzata di cattolicesimo ratzingeriano, tanto territorio come è nelle corde della Lega.



E stop alle transumanze del ceto politico, fin qui fonte di polemiche e di qualche impiccio mediatico nel caso di candidature particolarmente chiacchierate. Ci sarà qualche eccezione: un posto di prima fila nel nuovo partito lo avrà Raffaele Fitto, vecchia gloria berlusconiana e prima ancora democristiana, vicino di banco di Salvini a Bruxelles e in predicato di una candidatura alle europee nella Lega. E’ la stessa aspirazione di Alessandra Mussolini, dirottata però su una più lontana e più virtuale candidatura alla presidenza della Regione Campania. Sempre in Campania bussa alle porte salviniane l’ex ministro Nunzia De Girolamo, mentre è stato prima arruolato e poi accompagnato alla porta l’ex deputato Marco Pugliese, ex patron dell’Avellino calcio che ora schiuma veleno contro Salvini.



Insomma il nuovo partito salviniano gioca le sue sorti a Sud: “guai se dovessimo fallire nel Mezzogiorno”, sussurra il nostro informatore. “A Nord il governo non ci sta portando tanti consensi perché al di là della visibilità di Matteo ci sta tanto malcontento della piccola impresa specie veneta”.

Già, guai se il Sud non dovesse sorridere alla nuova balena verde: per Matteo sarebbe la prima battuta d’arresto, e in fondo il precedente del tonfo dell’altro Matteo è l’unica nota di leggero turbamento in questa estate che incorona Salvini come il beniamino degli italiani.