È stato condannato a più anni rispetto al Primo Grado: con ben 7 anni e 6 mesi per corruzione Roberto Formigoni si affaccia al prossimo e ultimo grado di giudizio, la Cassazione, per la prima volta con il timore che i giudici possano realmente credere alla tesi secondo cui l’ex Presidente della Regione sia un “corrotto della peggior specie” come da tempo va attaccando l’Espresso & Co. Il caso Maugeri fa tremare l’ex board di Regione Lombardia: a due giorni dalla condanna in Appello, non si placa però la voce di chi non solo lo difende ma denuncia chi in tutti questi anni continua ad attaccare Formigoni e l’intera sua gestione nelle 4 legislature consecutive in Lombardia. Dopo le parole di Maurizio Lupi, che con Alessandro Colucci aveva commentato a caldo «Formigoni corrotto dal lusso e` un’offesa alla sua intelligenza umana e politica, alla sua grande competenza amministrativa, alla capacita` di fare squadra, di mettere insieme le persone a lavorare per obiettivi comuni. C’e` un’eredita` politica di costruzione positiva che non puo` e non deve essere dimenticata. I lombardi lo sanno», è un gruppo di politici di Milano Popolare a far sentire la propria voce. «Dopo i “corrotti” del penta-partito messi alla sbarra alla fine della prima Repubblica, un altro importante pezzo della seconda viene punito quale nemico del popolo. Se il centro destra liberale esiste ancora rivendichi la storia dei 20 anni di azione politica di Formigoni in Regione Lombardia. Con la condanna di Roberto Formigoni in realtà si vuole far passare un giudizio negativo su tutti i suoi venti anni di esperienza di governo. E noi non ci stiamo», scrivono Matteo Forte (consigliere comunale di Milano), Alessandro Bramati (presidente del Municipio 5), Deborah Giovanati (assessore del Municipio 9) e i consiglieri municipali di Milano Stefania Bonaccorsi, Elio Torrente, Nicola Natale, Massimo Casiraghi, Marco Campagnano, Giovanni Ferrari, Massimiliano Perri, Franco Vassallo, Eugenio Dell’Orto, Roberto De Lorenzo. Non solo, gli stessi politici di Milano Popolare non ci stanno a definire la Lombardia un sistema corruttivo su larga scala: «La recente storia di Regione Lombardia non è una storia criminale. Giudicarla attraverso il codice penale è ingiusto e sbagliato. Per noi l’applicazione del principio di sussidiarietà, proprio della dottrina sociale cattolica, e che qui ha trovato una sua esemplare concretizzazione, rimane modello e parametro del nostro impegno politico».
FORMIGONI, LA DIFESA DI CATTANEO E DEL GOBBO
A schierarsi in piena difesa dell’ex Celeste e della stessa Regione Lombardia è anche uno dei fedelissimi e sempre presente nei Consigli Regionali negli ultimi anni: Raffaele Cattaneo, oggi Assessore all’Ambiente e Clima della Lombardia, su Facebook ha scritto una lunga difesa per nulla “d’ufficio” ma appassionata, competente e interessante in diversi punti. «Roberto Formigoni è una delle persone più importanti nel mio percorso politico e anche personale. È un uomo da cui ho imparato molto, che stimo e che gode, ancor di più oggi, della mia considerazione e della mia amicizia. Dunque ammetto di essere di parte. Ma non in forza di un un pregiudizio, bensì di una esperienza», scrive Cattaneo, non prima di ricordare che il Formigoni da lui conosciuto non è affatto un corrotto, «gli sono stato vicino per anni, ho visto come lavorava, che cosa aveva a cuore, la passione che ci metteva, l’impegno senza risparmiarsi, la tensione continua a costruire, insieme alla sua squadra, soluzioni utili al bene comune e al benessere di tutti. Persino le cazziate che ho ricevuto per ciò che non era all’altezza delle sue aspettative me lo confermano!». Per l’Assessore, le opere di Formigoni sono sopravvissute a questo tentativo di distruzione, «persino di damnatio memorie e sono lì, visibili a tutti, per coloro che vogliono vedere» e l’evidenza di quei risultati va ben oltre le condanne (ancora parziali) giunte contro l’ex Presidente. «L’evidenza di questa esperienza è per me più forte, con tutto il rispetto dovuto, di qualunque giudizio emerso in un tribunale. Coraggio Roberto: il tempo è galantuomo e la verità alla lunga vince sempre!», conclude Cattaneo.
Il consigliere regionale di “Noi con l’Italia” Luca Del Gobbo ha espresso solidarietà a Roberto Formigoni, «politico e uomo di grandi valori, di indiscussa competenza, di passione sincera per il bene comune; doti che si sono trasformate, in quasi vent’anni di amministrazione regionale, in un lavoro continuo e instancabile per dare migliori opportunità ai lombardi in ogni settore: dalla scuola al lavoro, dalla formazione alla sanità, dai trasporti alla sicurezza. Un modello per il Paese e buona parte dell’Europa. Efficienza e qualità raggiunte non con una politica che impone e “cala dall’alto”, ma con quel metodo sussidiario che ha favorito il protagonismo delle persone, delle famiglie, delle imprese, dei corpi intermedi». Per questo Del Gobbo sente di dover dire grazie a Formigoni, e sollecita anche gli altri a farlo: «Di questo sono e dobbiamo tutti essere grati a Roberto Formigoni. A lui, va la mia totale solidarietà per la condanna ricevuta oggi, che ancora non può dare in modo definitivo un giudizio di colpevolezza. Fanno male, infatti, tutti coloro che, in queste ore, si attardano a pronunciare sentenze definitive. Scivolare nel giustizialismo è un gioco facile, ma alquanto vile e meschino».