“Non è detto che voteremo Zingaretti. Vediamo se vi saranno altre candidature. E se conosco bene il Partito democratico nuove proposte arriveranno”. È lapidario il giudizio dell’ex segretario Pd Matteo Renzi sulla discesa in campo del governatore del Lazio.

Una sentenza definitiva? Vedremo. Sicuramente una sportellata alle furbizie del falco Franceschini che, senza troppo giri di parole, aveva apprezzato il coraggio di Zingaretti tentando di mettere il cappello sopra la sua candidatura assolutamente rispettabile ed (allora) anche forte.



Fotocopia di quanto è accaduto e sta accadendo in Toscana: tornasole sempre interessante per interpretare le vicende del Nazareno. Nella terra di Dante i renziani, a mo’ di richiamo venatorio, avevano agito d’anticipo proponendo un semisconosciuto e (pre)candidato: il sindaco di San Casciano Val di Pesa Massimiliano Pescini.



Il solito pesce d’aprile a cui gli orlandiani hanno risposto con un loro ancor meno conosciuto candidato, tal Valerio Fabiani, ma l’opposizione lettian-franceschiniana — quella che conta in Toscana come a livello nazionale — ha invece risposto con un pezzo da novanta: l’ex vicepresidente della Regione Toscana ed oggi parlamentare Pd, Federico Gelli.

Un nome assolutamente di riguardo, molto apprezzato anche fuori del Pd e molto temuto dai renziani che doveva essere stanato per poi essere bruciato.

Elementare, Watson. Tutto come da copione: Gelli si presenta, ottiene molto consenso — anche perché la persona lo merita — ed immediatamente scatta la trappola: i renziani chiedono un candidato unitario. Anzi — precisa l’autorevole ex ministro Luca Lotti — noi offriamo la disponibilità a sederci ad un tavolo per individuare, insieme, un candidato unitario alla segreteria regionale.



Il pacco è fatto!

Nei giorni scorsi, prima di tornare in tv e liquidare — pardon — parlare di Zingaretti, l’ex premier ha incontrato personalmente Gelli per avvisarlo: non puoi rompere il partito ed opporti al candidato di tutti.

Gelli ha preso tempo ed in qualche modo sarà ricompensato per il senso (indotto) di responsabilità. Ed una ricompensa tanto gradita a Gelli ci sarebbe: la candidatura a presidente della Regione. Chimere!

I renziani puntano al Ko tecnico: vincere ai punti in Toscana, dove conservano un eccellente bottino di voti determinante per vincere anche le prossime elezioni regionali, e vincere anche ed a livello nazionale dove hanno dimostrato di avere una spanna in più in audacia e furbizia politica rispetto agli sparuti e divisi competitor.

Attenzione all'”attore” Matteo.