Dopo reddito di cittadinanza e Tav, altro terreno di scontro al Governo tra Lega M5s sono le trivelle. Frecciatine e repliche non sono mancate nelle ultime ore, il premier Giuseppe Conte ha gettato acqua sul fuoco a margine degli Stati generali dei consulenti del lavoro: «Sicuramente questo Governo esprime una sensibilità diversa rispetto al passato. Adesso la questione è specifica e di competenza del ministro Di Maio e del ministro Costa, ma evidentemente faremo una riflessione comune al Governo e vedremo». Il giurista evidenzia che c’è intesa sul rivalutare le autorizzazioni: «C’è sicuramente una sensibilità comune del Governo per rivedere l’autorizzazione delle trivelle: non è questa la soluzione da offrire al Paese per rafforzare la capacità e l’autonomia energetica. Sulle singole situazioni aspetteremo le valutazioni dei ministri e le condivideremo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



FRECCIATINA DI DI STEFANO A SALVINI

Lo scontro nel Governo Lega-M5s prosegue, eccome: «Sono certo che #Salvini riporterà i suoi sottosegretari sulla giusta strada relativamente alle #trivelle, solo qualche mese fa la #Lega era super determinata in fin dei conti e fermarle significa più lavoro e meno inquinamento»: così scrive Manlio Di Stefano (Sottosegretari agli Esteri del M5s) su Twitter, postando la foto che vale molto più del suo commento, un Matteo Salvini con felpa “Stop Trivelle, Vota Sì” durante la campagna elettorale per il Referendum sulle Trivelle del 2016. Dopo lo scontro, i grillini provano a far rientrare nei ranghi quella Lega che, probabilmente scottata dai casi migranti e Tav, vuole mettere i “puntini sulle i” e non far più passare nulla di “semplice” ai colleghi-alleati-rivali dei Cinque Stelle. «Il territorio ha alzato la testa per dire ‘No’ alle trivellazioni nel Golfo di Taranto, costringendo il Governo a prenderne atto e a bloccare 36 permessi riguardanti le ricerche di idrocarburi», spiega Confcommercio Taranto, che sottolinea come questo primo importante risultato deve ora «traguardare ad un blocco definitivo e totale, e non solo per tre anni, delle attività di prospezione e ricerca degli idrocarburi nel Golfo di Taranto entro le 12 miglia».



SALVINI: “VANNO BENE SE LONTANE DALLA COSTA”

Sulla questione trivelle si apre un nuovo fronte di scontri all’interno del governo. Come da copione, il Movimento 5 Stelle si schiera da una parte, mentre dall’altra, troviamo i leghisti. A creare confusione è stato il carroccio, con il sottosegretario all’ambiente, Vannia Gava, che nella giornata di ieri ha rilasciato alcune dichiarazioni (che trovate qui sotto), che fanno capire come il “no” tout court sia sbagliato. A sostegno di Gava è giunto il collega di partito, il ministero dell’interno, Matteo Salvini, che ospite della trasmissione Porta a Porta su Rai Uno ha ammesso: «Trivellare vicino alla costa no – spiega il vice presidente del consiglio leghista – ma dire di no a ricerche in mezzo al mare per partito preso rimettendo in discussione contratti già fatti non mi sembra molto intelligente. Noi l’energia la paghiamo molto più cara rispetto agli altri. Ok alla tutela dell’ambiente, ma non possiamo far finta che il mondo si sia fermato». Sulla vicenda è intervenuto anche l’altro vice-premier, Luigi Di Maio, che ha dispensato ottimismo mandando nel contempo un messaggio al collega leghista: «Sono certo che Salvini riporterà i suoi sottosegretari sulla giusta strada sulle trivelle, solo qualche mese fa la Lega era super determinata e in fin dei conti e fermarle significa più lavoro e meno inquinamento». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



TRIVELLE: SCONTRO NEL GOVERNO

Dopo la Tav, i migranti ora è il turno delle Trivelle: sottotraccia nei giorni scorsi, lo scontro tra Lega e M5s esplode questo pomeriggio quando la Sottosegretario all’Ambiente, la leghista Vannia Gava, dichiara «Non posso approvare una impostazione tutta volta a dire No come quella che sta alla base dell’emendamento dei 5 stelle sul tema delle trivelle. È sbagliato bloccare le autorizzazioni per le trivelle: non possiamo consentire che la paura blocchi lo sviluppo». Secondo la vice del Ministro Costa, il caso dei permessi vietati dal M5s negli scorsi giorni per le sonde-trivelle nel Mar Ionio rischia di fermare il Paese nel suo sviluppo, esattamente come sta succedendo per la Tav e per altre infrastrutture viste dal Movimento 5Stelle come uno spreco e un possibile “contagio” di malaffare e corruzione. «Questo Paese ha bisogno di una vera politica energetica che non può dipendere dall’acquisto dall’estero perchè questo oltre a portare costi sulle bollette dei cittadini, ci rende anche estremamente deboli», scrive ancora la Gava aprendo un nuovo fronte interno al Governo Lega-M5s.

TRIVELLE, NUOVO SCONTRO LEGA-M5S

Secondo la Sottosegretario all’Ambiente, gli insediamenti nello Ionio devono sottostare a precise valutazioni di impatto ambientale che li rendono compatibili con l’eco sistema, «senza contare che questo comparto imprenditoriale è una eccellenza che genera posti di lavoro». Per Vannia Gavia, «noi non vogliamo cercare motivi per bloccare le aziende e lo sviluppo, ma vogliamo cercare una strada assieme per fare le cose, facendole bene. Le sfide del futuro non aspettano, il nostro paese deve andare avanti e non indietro». Da ultimo, la responsabile leghista conclude sottolineando «Noi non vogliamo Cercare motivi per bloccare le aziende e lo sviluppo, ma vogliamo cercare una strada assieme per fare le cose, facendole bene. Le sfide del futuro non aspettano, il nostro Paese deve andare avanti e non indietro». In un primo commento richiesto al titolare dei Trasporti, Danilo Toninelli, il Ministro replica «nessuno scontro di Governo, ho appena dato il “cinque” a Salvini in CdM su Tav e Trivelle. Se non sbaglio tra l’altro molti leghisti (e il vicepremier del Carroccio era tra questi, ndr) avevano votato “Sì” al Referendum nel 2016, dunque non ci sono problemi». Ma in realtà la distanza, almeno per alcuni membri autorevoli della Lega, sembra essere assai più presente..