Le ultime azioni di Conte a favore dei migranti e la firma di Grillo per il patto pro-Vax promosso da Burioni sono mosse che hanno lanciato un chiaro messaggio. L’estromissione di Salvini e l’apertura al Pd per organizzare un governo a guida Pd-M5s. Salvini è solo a combattere. Avendo contro anche Berlusconi.
Il fulcro del governo gialloverde è il legame di reciproca fiducia che si è stabilito tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Ma in casa 5 Stelle sono in molti a considerare Luigi succube di Matteo ed ormai con troppi scheletri nell’armadio. Meglio dunque destabilizzare quel legame con l’intento di recuperare il Movimento ad una collocazione meno destroide.
Salvini potrebbe giocare in contropiede con facilità, ma i tradizionali alleati della Lega sono ormai preda di invidia (come Berlusconi) per la gioventù ed i consensi ormai perduti per sempre, e vittime della propria inconsistenza, da Tajani a Cesa, da Toti a Carfagna a Gelmini.
Renzi pensa a sua volta di lucrare sull’eventuale rottura dei due Dioscuri, ma non capisce che il suo treno è passato e che la vera differenza tra lui e Berlusconi è presto detta: nelle reti Mediaset, di cui Berlusconi è il padrone, lui ha fatto al più la comparsa nella “Ruota della fortuna”.
Salvini è solo, quindi. Ma tra i tanti che non lo hanno mai votato né lo voteranno, permane al momento una convinzione ancora più certa. Questi elettori non torneranno a sostenere quelli del patto del Nazareno. Conte lo sa, Casalino lo teorizza. E’ Salvini il solo ostacolo al fatto che il caotico ma pervasivo partito pentastellato possa occupare in Italia tutto il potere che è nei sogni dei suoi giovani arrembanti. Salvini è uno rigido ma non al punto da considerarsi stupido. Le sorprese, dopo l’affaire maltese, sono solo all’inizio.