Per alcuni ha parlato in specifico modo della Tav, per altri sera un “ultimatum” ai compagni di Governo per instillare il “timore” di possibili elezioni anticipate: Matteo Salvini, intervenendo alla Scuola di formazione politica della Lega a Milano, oltre che commentare soddisfatto la cattura dell’ex terrorista Cesare Battisti in Bolivia ha lanciato queste frasi sibilline: «Con i 5 Stelle stiamo governando insieme. Se su qualche punto non si trova l’accordo la via del popolo è la via sovrana, la scelta la faranno gli italiani». Non solo, in merito all’imminente incontro del premier Conte con i sindaci dell’Anci per dirimere la polemica sul Decreto Sicurezza, il Ministro ha aggiunto «del decreto sicurezza non si cambia mezza virgola. Quella è legge e le leggi si applicano, se qualcuno fatica a capire lo aiuteremo a capire». Salvini non le manda a dire e dopo le moltissime polemiche sorte in seno ai rapporti con l’alleato-rivale di Governo, con la Tav, le Trivelle e il Reddito di Cittadinanza che non hanno di certo lasciato “immutati” i rapporti tra i due vicepremier. Quelle parole sul “popolo sovrano” possono infatti riferirsi alla possibilità di un referendum come “extrema ratio” se non si arriva ad un accordo tra Lega e M5s sulla Tav Lione-Torino; ma possono anche puntare un po’ più in là, verso un possibile voto anticipato qualora le distanze su tutti i temi caldi rimangano immutate. Salvini di questo, paura non ne ha..
LA SETTIMANA CRUCIALE DI LEGA E M5S
Quota 100, Decreto Sicurezza (con il vertice Conte-Anci) e Reddito di Cittadinanza: la settimana del Governo Lega-M5s si presenta come cruciale, forse come mai prima d’ora visto il grado dei rapporti interni alla maggioranza dopo il caso migranti e la Tav che la scorsa settimana hanno “sfibrato” le diplomazie a Palazzo Chigi. Le parole di oggi del Ministro Salvini non fanno altro che rinfocolare e dare “ultimatum” ai Cinque Stelle nelle loro continue pressioni su temi interni ma anche esterni al Contratto di Governo (come il contestato Ddl del M5s sulla Cannabis libera, ma non solo): va detto che il leader leghista, a domanda diretta, smentisce tutto e dopo il suo intervento milanese sottolinea «Mi dicono che tutti sarebbero andati all’incasso, ma non io. Ho firmato un patto e lo rispetto, perché a me interessa il bene degli italiani». Insomma, tutto come prima? Non esattamente, la campagna elettorale delle Europee è appena cominciata e le armi affilate dei due partiti più votati d’Italia si preparano: un qualsiasi ostacolo ai due decreti-cardine delle prossime settimane potrebbe davvero far scatenare la “tempesta perfetta”.