E ora anche Giorgio Napolitano si schiera “a favore” della cattura di Cesare Battisti: non è una novità, visto che da Presidente della Repubblica aveva tentato – come tutti i governi italiani passati – a riportare in Italia il latitante ed ex terrorista dei PAC. Ma è invece una novità l’attacco all’ex presidente Lula considerato fino a non molto tempo fa – da alcuni anche oggi, nonostante il carcere e la condanna a 12 anni per corruzione – il “vero modello della Sinistra mondiale” a cui tutti dovrebbero ispirarsi. Famoso è il tweet, rispuntato in questi giorni, dell’allora premier Matteo Renzi dopo il vertice con Lula «un uomo che ha rappresentato un modello di sinistra di governo per tanti di noi»: ecco che “Re Giorgio” oggi, il giorno dopo dell’arrivo in Italia dell’ex PAC, “rinnega” il passato di sinistra e inchioda (forse in ritardo?) Lula alle sue responsabilità. In una lettera alla Stampa, l’ex Presidente della Repubblica afferma «Durante gli anni della mia Presidenza la questione Battisti è stata sempre al centro dell’attenzione mia e dei governi italiani: ricordo in particolare le mie iniziative di protesta e di sollecitazione nei rapporti con il presidente Lula, sia per via diplomatica ed epistolare, sia personalmente soprattutto in occasione della sua visita in Italia nel novembre del 2008, e successivamente durante il vertice G8 dell’Aquila del luglio 2009. Aggiungo – ricorda il Capo dello Stato emerito – che con Lula avevo avuto un importante momento, anche polemico, di confronto e chiarimento politico già in occasione di una mia visita politica in America Latina nel lontano 1988».



L’AFFONDO DI NAPOLITANO CONTRO LULA

Napolitano spiega poi come l’asse con Lula per riportare il “protetto” Cesare Battisti in Italia non ha mai portato a nulla e anzi, l’ex terrorista e scrittore ha continuato a frequentare feste e spiagge per anni: «Sapevo dunque di poter contare su un atteggiamento di forte vicinanza e rispetto da parte sua, su un’autorevolezza che spesi nei suoi confronti per sollecitarlo fortemente a decidere l’estradizione e la consegna alla giustizia italiana del criminale Battisti. Ottenni allora da lui in tal senso un netto impegno, che tuttavia non mantenne, cedendo alle pressioni della componente estremista della sua maggioranza e del suo governo», prosegue Napolitano nella lunga lettera. Poi sul finire l’affondo finale che “confessa” di soffrire in questi giorni di rivendicazioni del successo tra Salvini, Conte e Bolsonaro: «Credo che Lula abbia avuto modo successivamente di capire il suo errore, finendo per lasciare la paternità e il merito dell’ordine di consegna di Battisti a un Capo di governo che oggi esprime un indirizzo politico ben lontano dalla sinistra».

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