Mezza Italia ne è scandalizzata, l’altra mezza ne sorride, complice. L’immagine è quella di Matteo Salvini, ex paladino del Nord contro il Sud, ex tifoso del “forza Etna, forza Vesuvio”, ex mangia-terroni che si vanta di essere stato eletto senatore a Cosenza e sta preparandosi a conquistare politicamente il Mezzogiorno.



“Se questo è l’uomo che al Sud raccoglie consensi e baciamani, immagino che domani sarà il paladino dei migranti africani contro la Boldrini xenofoba”, commentano perplessi tra il tacco e la suola dello stivale.

Ma forse Salvini interpreta solo la natura vera dell’Italia che è questo: le convergenze parallele, partito lotta e di governo, né con lo stato né con le Br…



Questi slogan assurdi, intraducibili, incomprensibili fuori dal recinto italiano erano poi l’espressione retorica di assurdi pratici che hanno accompagnato il paese sin dalla sua nascita: Garibaldi che “libera” il Sud dalla “tirannia” borbonica per consegnarlo ai Savoia i quali lo domano a colpi di cannonate e fucilazioni di massa contro i “briganti”; Crispi ex garibaldino, in odore di mafia (diremmo oggi) probabile terrorista contro il “tiranno” Napoleone III che diventa terrorizzante premier contro i suoi meridionali e ambizioso imperialista.

Infine il più classico degli esempi: Mussolini socialista e poi fascista.



Questi assurdi paiono figli diretti dei paradossi dell’eleatico Zenone che vicino a Salerno 2500 anni fa spiegava compunto come la lepre non avrebbe mai vinto una corsa con la tartaruga. In tal modo provava che il filo della parola può essere più potente dell’osservazione di tutti i giorni.

Di certo, l’Italia è un paradosso già dalla sua nascita. La bandiera e il concetto fu inventato da Napoleone, un italiano diventato imperatore dei francesi…

Forse qui c’è una verità che non vediamo, che l’Italia andrebbe vista capovolta. Ciò non solo come mappa geografica. Infatti se pure il Nord è sopra nelle mappe, il centro del paese per storia e per secoli è stato al Sud, centro di scambi tra Oriente e Africa.

Ma il capovolgimento forse è da sondare anche nella logica comune. Se la politica che ha vinto è stata sin dall’inizio quella dei paradossi, allora Salvini è diritto, in linea con la storia d’Italia, e tutti gli altri sono storti. Salvini allora avrà il vento in poppa?

In realtà forse no, perché Zenone per provare il suo paradosso rivoluzionò tutta la logica occidentale aprendola a Platone e Aristotele; perché i Savoia massacrarono i ribelli “sudici” ma avevano un disegno strategico chiaro, schierarsi con Francia e Inghilterra contro Austria e Russia; perché Crispi sognava di unire il paese alla corsa coloniale in atto nel resto d’Europa.

Cioè la logica coerente di medio-lungo termine giustificava e giustifica assurdi tattici. Lo stesso valeva per la Dc che voleva aprire al Pci con le convergenze parallele, o il Pci che voleva fare lo stesso proclamandosi “di lotta e di governo”.

Ma se manca il lungo termine coerente, l’incoerenza tattica si rovescia su stessa e resta quello che pare a prima vista: una stupidaggine. Questo pare il dramma attuale per Salvini e l’Italia. Va bene che lui si trasformi da Lega Nord a Lega Sud, va bene che rinneghi il “forza Etna” celebrando il gusto impareggiabile dell’arancino, ma poi?

Se una risposta al “ma poi?” non arriverà presto anche le sue fortune, oggi tanto in auge, potranno declinare. Del resto è successo così solo pochi mesi fa al suo quasi omonimo Renzi.