Luigi Di Maio ha aperto alle Grandi Opere, ma Alessandro Di Battista ha ribadito la contrarietà del Movimento 5 Stelle alla Tav. Sulla Torino-Lione è intervenuto il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino: «Le risibili dichiarazioni di Di Battista, pure propaganda e disinformazione, tradotte in giacca e cravatta da Di Maio, confermano che per la componente pentastellata del governo la Tav non s’ha da fare per evidente pregiudizio politico. A questo punto il convitato di pietra, la Lega, smetta di tenere il sacco al M5s per paura di perdere poltrone, si assumano la responsabilità di decidere, ufficialmente e in fretta; noi ci regoleremo di conseguenza». Prosegue l’esponente del Pd, come riporta La Stampa: «Per quanto ci riguarda, se malauguratamente il Governo dovesse chiudere l’Osservatorio sulla Torino-Lione, ponendo fine ad uno strumento che è stato decisivo per accompagnare la realizzazione dell’opera con tutti i cambiamenti progettuali e finanziari che ha avuto, la Regione darà vita con propria iniziativa ad un Osservatorio regionale che non disperda il patrimonio di conoscenza e di partecipazione costruito in questi anni». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI MAIO APRE ALLE GRANDI OPERE
«Il Movimento 5 Stelle non deve essere ideologicamente contrario alle grandi opere»: a dirlo non è Salvini, non è Berlusconi né tantomeno Renzi, ma neanche qualche ex grillino o attuale “ribelle-dissidente”. No, è il capo politico del Movimento 5 Stelle, nonché vicepremier e Ministro del Lavoro: Luigi Di Maio, intervistato da Rtl 102.5 compiere un’altra “mini” rivoluzione copernicana rispetto al Movimento di piazza e di lotta (al netto di quanto ancora ieri il suo sodale Di Battista andava dicendo-attaccando nella lunga intervista a “Che tempo che fa”). Dopo le critiche della base grillina, feroci, per il “salva-banche” sul caso Carige, altro passo in avanti verso l’istituzionalizzazione del M5s in merito a quelle Grandi Opere che ancora tengono diversamente distanti la Lega e Salvini, che invece spingono per iniziare a realizzare le infrastrutture per cui gli elettori li hanno votati. Con buona pace del Ministro Toninelli, principali “avversario” sotto questo profilo del Carroccio, Di Maio stravolge i piani e rischia nello stesso tempo di inimicarsi ancora di più i grillini di lunga militanza: come ricostruisce in un retroscena La Stampa, il ragionamento del vicepremier sarebbe pressapoco questo, «Non possiamo passare per quelli che si oppongono a ogni infrastruttura. Ora siamo al governo, abbiamo responsabilità economiche. Abbiamo promesso una crescita decisa».
RESTANO I DUBBI SULLA TAV
Restano invece diversi dubbi sulla Tav, ed è lo stesso Di Maio a farlo capire mentre parallelamente Di Battista picconava il progetto Torino-Lione in diretta da Fabio Fazio: «In passato hanno significato devastazione del territorio e corruzione. Per questo il M5S era contro. Da oggi non sarà più così, perché noi non siamo contro a prescindere, se si fanno rispettando l’ambiente e senza mazzette», spiega Di Maio ai suoi collaboratori (sempre fonte by Ilario Lombardo sulla Stampa, ndr) con evidente riferimento alla Tav e alle fortissime opposizioni del M5s, ancora adesso, contro il progetto sull’Alta Novità. Salvini, la Lega e il Premier Conte in realtà starebbero mediando da tempo per poter far accettare – mandare giù il groppone – a DI Maio e soci il progetto Tav, magari “sacrificando” qualcosa del resto del programma leghista. Nel frattempo il Ministero dei Trasporti di Toninelli è stato incaricato di elaborare un piano di infrastrutture del Nord per “far digerire” l’eventuale no alla Tav, ancora tutta però da dirimere e soprattutto da affrontare in un momento in cui – stante la campagna elettorale verso le Europee – i rapporti Lega-M5s saranno sempre più tesi e complicati.