C’è anche una provocazione politica che investe le recenti tensioni con la Francia nelle parole pronunciate a Davos dal premier Conte. Come riportato dal Corriere della Sera, il Presidente del Consiglio ha dichiarato:”Oggi leggiamo il testo del trattato franco-tedesco sottoscritto ad Aquisgrana, molto ricco di riferimenti all’Unione europea. Solo che poi si precisa che la priorità di loto diplomazia è allargare il consiglio di sicurezza Onu a un singolo stato membro dell’Unione. Non si è sempre detto che l’Europa dovrebbe avere un proprio seggio permanente?”. Conte ha dunque insistito sul fatto che il seggio permanente nel consiglio di sicurezza Onu, dove oggi la Francia è l’unico Paese Ue ad essere rappresentato, non debba essere messo a disposizione di un unico alleato, in questo caso la Germania. “Esiste una “retorica europeista” che però l’Italia non è più disposta ad assecondare”, ha detto Conte, secondo cui “se la Francia vuole mettere a disposizione il proprio seggio nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, parliamone, nel contesto europeo, se davvero vogliamo dare importanza a tale contesto”. (agg. di Dario D’Angelo)



GIUSEPPE CONTE, “SERVE EUROPA DEL POPOLO”

Sono destinate a far discutere le dichiarazioni del premier Conte dal meeting di Davos. Il Presidente del Consiglio, parlando alla platea del World Economic Forum, non ha rinunciato a lanciare alcune bordate all’Europa e alle sue istituzioni:”L’opinione pubblica europea per anni ha considerato il ‘progetto europeo’ come lo strumento per affrontare queste sfide e proteggere dal loro impatto negativo”, ha detto Conte, ma oggi “sta mettendo in dubbio la sua validità e credibilità”. Come riportato dall’Huffington Post, Conte ha rivendicato l’azione del governo da lui presieduto:”C’è una parola chiave attorno alla quale abbiamo costruito la nostra visione politica e l’attività di governo, e quella parola è ‘Popolo”. Secondo Conte, “qualsiasi comunità, se lasciata sola, avrà difficoltà a fronteggiare i venti contrari di coloro che mettono una nazione contro l’altra a proprio vantaggio. Se noi europei siamo più uniti in questo sforzo, saremmo molto più forti nel sostenere la visione che ispira il sogno originale di un’Europa che protegge la sua gente e i valori a noi cari: libertà, giustizia sociale, trattamento equo per tutti, solidarietà tra popoli e nazioni, stato di diritto. Questa è l’Europa che noi italiani sogniamo. Un’Europa del popolo, del popolo per il popolo”. Conte ha poi aggiunto che gli “italiani sono stati pazienti per molti anni” dando “fiducia alle istituzioni politiche e tecniche europee” ma la reale implementazione dell’euro è stata “molto diversa”, sottolineando che il prezzo della stabilità è stato “un crescente debito pubblico” e “la frugalità di bilancio ha frenato la crescita del Pil”. (agg. di Dario D’Angelo)



GIUSEPPE CONTE A DAVOS:”ITALIA PUO’ CRESCERE DELL’1,5%”

Nonostante le stime sulla crescita delle massime istituzioni nazionali e internazionali, su tutte quelle di Bankitalia e del Fondo Monetario Internazionale, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, da Davos ostenta ottimismo sulla possibilità che l’Italia possa non solo raggiungere ma addirittura gli obiettivi fissati dal governo in fatto di crescita nella Legge di Bilancio. Secondo il premier non ci sarà alcun bisogno di correggere una Manovra che per il momento ha fissato al +1% le prospettive di crescita del Paese. Una percentuale che si scontra con quelle di Bankitalia, che ha rivisto al ribasso le stime pronosticando una crescita dello 0,6% al pari del FMI. Conte, però, intervistato da Bloomberg, si spinge addirittura oltre l’asticella che già ora viene definita irraggiungibile da tanti:”Sono fiducioso che la nostra crescita economica sarà superiore a quanto previsto nella legge di bilancio. Penso possa essere dell’1,2%, 1,5%“.



TRIA, “NESSUNA MANOVRA CORRETTIVA”

Lo stesso atteggiamento ottimista è condiviso almeno in apparenza da Giovanni Tria, il ministro dell’Economia che sempre da Davos ha confermato come non ci sarà bisogno di alcuna manovra correttiva legata al rischio di una crescita più debole delle attese. Il titolare del ministero di via XX Settembre, come riportato da La Repubblica, ha rassicurato sulla solidità del sistema bancario italiano dopo le vicende Carige, Mps e Popolare di Bari:”Nessuno di questi casi può implicare una crisi sistemica, noi stiamo intervenendo e monitorando per non avere impatto territoriale anche sull’economia e da questo punto di vista c’è l’interesse pubblico“. Proprio rispetto all’istituto genovese, Tria ha spiegato che il governo auspica una soluzione di mercato ma “è pronto evidentemente ad affrontare anche altre situazioni“. Il ministro dell’Economia, rispondendo all’Ansa sulla tensione tra Italia e Francia, ha poi auspicato:”Speriamo che sia decrescente