“Siamo abituati a un dibattito anche duro all’interno degli Stati, lo siamo meno su scala europea”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, in merito allo scontro diplomatico tra Francia e Italia dopo le dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio che, secondo Moavero, sarebbero “parte del dibattito che ci accompagnerà verso le elezioni europee: dobbiamo abituarci a questi toni”.
“Il colloquio con Le Drian è stato franco, estremamente aperto ed esplicito, da inquadrare nel quadro dei colloqui tra rappresentanti tra Paesi che restano amici e alleati”, ha aggiunto Moavero dopo avere incontrato a Bruxelles il suo omologo francese. “La percezione delle dichiarazioni è estremamente soggettiva – ha aggiunto Moavero – quella francese è stata esplicitata dalle fonti che si sono già espresse”. Ha il volto tirato il ministro degli Esteri del governo Conte quando pronuncia queste parole, è furibondo in realtà, e manda segnali non equivoci al Quirinale: questa volta è troppo.
Mentre Macron e Merkel seppelliscono ad Aquisgrana il progetto europeo comportandosi da veri sovranisti e spartendosi la sovranità continentale, l’Italia si agita in chiave antifrancese invano e recidendo tutte le possibili alleanze. La risposta di Berlino infatti non si fa attendere: via dall’operazione Sofia le navi della Marina tedesca, tanto per far capire da che parte sta la Germania.
Moavero nel tardo pomeriggio è vicino ad annunciare le proprie dimissioni. Mattarella mette sotto assedio Conte e Palazzo Chigi. Salvini contro-replica solidarizzando con Di Maio. Il presidente del Parlamento europeo Tajani, che fa la spola tra la corte di Berlusconi e quella della Merkel rincara la dose contro l’Italia.
La notte per Enzo Moavero Milanesi, mite servitore dello Stato e convinto europeista, sembra non finire mai. Sì, forse meglio le dimissioni. Alessandro Di Battista, l’eroe dei due mondi, scalda i muscoli. Gli Esteri sono più vicini.