Può apparire a tratti sferzante Romano Prodi da Bruxelles, a margine di una colazione con Jean-Claude Juncker e l’intero collegio dei commissari, ma da “padre nobile” del centrosinistra il “Professore” fatica a trattenere la delusione per lo spettacolo offerto oggi dalla politica italiana. Nel mirino finisce ovviamente il governo, quando gli viene chiesto un parere sulle tensioni con la Francia, come riportato da Il Fatto Quotidiano:”Io quando vedo ‘sta roba– non riesco neanche a capacitarmi. Anche se ci fossero dei problemi, il modo di affrontarli, con una superficiale brutalità, di fronte ai problemi che sono così complessi e raffinati…”. Ma, sottolinea, “siamo in un’epoca in cui si pensa che si possa sempre agire con il sì o con il no, con i referendum. Appartiene, anche questo episodio, alla crisi della democrazia di oggi”.



PRODI, “SINISTRA PRIVA DI IDEE E LEADER”

Neanche il centrosinistra di oggi, però, è esente da colpe secondo Romano Prodi:”Abbiamo un’opposizione, non un’alternativa. Perché un’alternativa vuol dire un numero che possa visibilmente sostituire nel breve termine”. Come riportato da La Repubblica, a chi gli domanda se l’area di cui è stato a capo necessiti di un leader, Prodi risponde citando Arturo Parisi:”La politica non si fa col che ma con il chi”. Questo non vuol dire, però, che la sinistra non avrà la possibilità di riprendersi:”In politica i cambiamenti avvengono spesso anche molto più veloci di quanto si crede. Io non avevo mai pensato di vincere le elezioni, abbiamo organizzato tutto in un anno ed è andata bene. Il problema è di avere un’idea, una prospettiva, che è quello che manca oggi”. Questo non vuol dire assolvere il governo, anzi:”Ci sarà un cambiamento solo se ci sarà una lotta intestina alla maggioranza. Il che non è impossibile, ma non è facile, perché il potere è un grande collante, il miglior collante del mondo”.

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