Dl semplificazioni, è tornato il sereno all’interno della maggioranza gialloverde. Lega e Movimento 5 Stelle hanno raggiunto l’intesa sulle trivelle per la soddisfazione del ministro Costa, pronto a farsi da parte e a tornare a fare il generale dei Carabinieri. Pochi minuti fa è giunto il commento del premier Giuseppe Conte al termine del vertice di governo sul tema, ecco le parole del giurista: «Il Governo al fine di assicurare una puntuale ed efficace adozione del Pitesai (piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee) e di confrontarsi in modo trasparente con tutti gli operatori del settore, garantisce l’istituzione di un Tavolo permanente presso il Ministero delle Sviluppo Economico, che avrà anche il compito di concordare le misure definitive, in coerenza con il Piano delle aree». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IRA FORZA ITALIA
«Nessun passo indietro», il commento soddisfatto del ministro dell’Ambiente Sergio Costa dopo l’intesa tra Lega e Movimento 5 Stelle sulle trivelle. Via libera al dl semplificazioni, ma Forza Italia non ci sta, ecco l’analisi della Capogruppo azzurra al Senato Anna Maria Bernini: «Per evitare la crisi, i due contraenti di governo realizzano un altro compromesso al ribasso. Continua cosi’ la politica del baratto, secondo cui si legifera non in nome degli interessi del Paese ma di quel che serve alle forze di governo. Lo scontro sulle trivelle viene momentaneamente superato attraverso un aumento dei canoni, ma nella maggioranza restano aperte le ferite». Prosegue la forzista: «Il ministro 5 stelle Costa, che fino a ieri sera aveva minacciato le dimissioni perche’ il governo non voleva tutelare l’ambiente, pur di mantenere la poltrona, si accontenta di monetizzare la presunta mancata tutela dell’ambiente. Se questo non e’ tradimento degli impegni presi con i loro elettori cos’e’? Vogliamo leggere bene il testo di questo nuovo emendamento, l’ennesimo di una lunga serie che ha falcidiato l’iter del decreto Semplificazioni che si trascina in commissione da 20 giorni e che ha letteralmente bloccato i lavori parlamentari mortificando il ruolo delle opposizioni. Non intendiamo votare ancora una volta a scatola chiusa». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
COSTA: “BUON PRIMO PASSO”
Il governo ha raggiunto, forse un po’ a sorpresa, un accordo per quanto riguarda le trivelle. Il Movimento 5 Stelle e la Lega avevano dibattuto in maniera molto accesa nella giornata di ieri, dopo il secco no del ministro dell’ambiente Costa alle trivellazioni, e questa notte sono riusciti a trovare un’intesa che rappresenta forse più una pace armata: moratoria di 18 mesi e canoni maggiorati di 25 volte. Un patto che è stato commentato così proprio da Costa, intervistato nelle scorse ore: «L’accordo è stato raggiunto questa notte, al quanto ne so io, io stavo dormendo, vediamo… Non ho preso parte all’accordo, ma è giusto così, ci mancherebbe altro. Dimissioni? Io ho parlato solamente nel caso in cui mi avessero sfiduciato, a quel punto sarebbe eticamente corretto». Sui canoni aumentati Costa aggiunge: «Le royalties sulle estrazioni in Italia sono le più basse d’Europa, quindi il ritorno nostro è particolarmente basso, questo mi sembra un elemento molto significativo, poi non va dimenticata la questione ambientale per cui sono convinto che bisogna andare verso le fonti rinnovabili che sono il nostro futuro». Il ministro ha concluso spiegando che «La moratoria e i canoni più alti sono un buon primo passo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TRIVELLE: ACCORDO NELLA NOTTE M5S-LEGA
Dopo ore di tensione, Lega e Movimento 5 Stelle hanno raggiunto l’intesa sulle trivelle. Come riporta Repubblica, che cita fonti pentastellate, l’intesa è giunta sulla base di uno stop per 18 mesi alle ricerche e canoni più alti di 25 volte. Si sblocca dunque il dl semplificazioni, con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che era pronto a mettere in discussione la sua poltrona. M5s compatto sul tema, ecco le parole del Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Andrea Cioffi: «Sulle trivelle non cambiamo idea, blocchiamo le nuove trivellazioni e incrementiamo i canoni. I gestori, che guadagnano miliardi, pagano solo 40€ a metro quadrato. I canoni vanno alzati, e di tanto! Più lavoro con le rinnovabili meno danni per la terra». Pd contro l’ennesimo scontro che blocca il Parlamento, afferma Andrea Marcucci: «Il continuo braccio di ferro della maggioranza, questa volta sulle trivelle, blocca ed umilia ancora una volta il Parlamento. Assistiamo ad un rinvio infinito, al lavoro delle Commissioni che viene costantemente reso inutile, siamo già oltre la democrazia rappresentativa». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CONVOCATA LA CAPIGRUPPO
Il governo sta dibattendo in queste ore sulla questione delle trivelle, con il Movimento 5 Stelle rappresentato dal ministro dell’ambiente Costa, e con la Lega da Garavaglia, vice-ministro economia. I due schieramenti la pensano in maniera diametralmente opposta ed ora bisognerà mediare per trovare una soluzione, molto probabilmente a partire dalle ore 9:30 di questa mattina, quando il numero uno del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, ha convocato la conferenza dei Capigruppo ma solo per ridefinire il calendario, di conseguenza è molto probabile che alla fine il tutto si risolva a Palazzo Chigi, con l’ennesimo consiglio dei ministri. E’ quasi certo quindi che il decreto decada, per poi trovare una nuova intesa fra le parti in gioco. Il ministro dell’interno, Matteo Salvini, sta cercando di fare da mediatore, e fonti leghiste riferiscono all’Agi che «è determinato a non mollare sull’aumento dei canoni alle aziende, che deve essere compatibile con la sopravvivenza delle stesse e con la tutela di migliaia di posti di lavoro». La Lega si dice d’accordo con una speciale moratoria di 18 mesi fino all’approvazione del Piano per la transazione energetica sostenibile, ma punta ad una riduzione dei canoni: «Bisogna tenere conto – sostiene il carroccio – dell’aumento dei canoni che deve essere compatibile con la tenuta economica delle aziende coinvolte perché bisogna evitare che le aziende chiudano e se ne vadano». Sono attese novità nelle prossime ore (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TRIVELLE: IL GOVERNO SI SCONTRA
Si consuma sulle trivelle in mare lo scontro nel governo. Da una parte c’è il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che annuncia il no a qualsiasi autorizzazione, dall’altra c’è il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia secondo cui l’iter è in corso e non può essere fermato. Niente compromesso, ma oltre a questo è saltata anche la seduta in commissione al Senato che era stata prevista per la serata di oggi. Questa polemica ora rischia di far slittare l’esame del decreto Semplificazioni. «Chiederemo di passare a domani», ha dichiarato il presidente della commissione Lavori pubblici del Senato e relatore al dl Semplificazioni, Mauro Coltorti (M5S). Anche Stefano Borghesi (Lega), presidente della commissione Affari costituzionali, ha proposto di passare a domani. E su questo è arrivato il monito della presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati: «Il richiamo ad una maggiore regolarità dei lavori che è stato espresso oggi con forza è anche il mio richiamo per il rispetto che si deve all’istituzione del Senato e ai senatori tutti». (agg. di Silvana Palazzo)
GARAVAGLIA, “COSTA NON PUÒ FARE CIÒ CHE VUOLE”
E ora lo scontro è “servito” ufficialmente: dopo le parole del Ministro Costa, arriva la secca replica del Viceministro dell’Economia, il leghista Massimo Garavaglia. «L’iter è in corso, Costa non può fare quello che vuole», sottolinea il fidato di Salvini, citato dagli esperti “di palazzo” come il vero braccio destro del Ministro Tria (molto più di Laura Castelli, giusto per intenderci). La Lega, secondo le fonti vicine a Palazzo Chigi, sarebbe anche favorevole alla sospensione per 18 mesi, esattamente come contenuto nell’emendamento sulle Trivelle nel Decreto Semplificazioni: Salvini però pretende che l’aumento dei canoni possa essere compatibile con la tenuta delle aziende coinvolte, mentre il Ministro grillino ha ribadito il suo netto “no” all’intero pacchetto di autorizzazioni. «Lo stallo va risolto politicamente: deciderà il Parlamento. Noi l’attenzione che poniamo è a trovare una posizione equilibrata che eviti la chiusura di siti produttivi e quindi conseguentemente la perdita di posti di lavoro. L’importante è non fare danni», ha ribadito ancora Garavaglia, con il forte rischio che possa slittare ancora l’esame del Decreto al Senato. «La nostra proposta, sarà quella di andare a domani mattina. Difficile immaginare che si possa iniziare in modo dignitoso l’esame oggi in Aula» ha commentato il presidente della commissione Affari costituzionali Stefano Borghesi, sponda Lega. (agg. di Niccolò Magnani)
MINISTRO COSTA, “NON FIRMO L’OK”
Nuovo scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle all’orizzonte: torna a fare discutere il tema trivelle, con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che ribadisce la sua contrarietà, pronto anche a farsi da parte per sostenere le sue ragioni. Intervenuto a un comizio a Pescara, a sostegno della candidata alla Presidenza della Regione Sara Marcozzi, il ministro grillino ha spiegato: «Io sono per il no alle trivelle, che passano per le valutazioni di impatto ambientale: io non firmo». E non ha intenzione di fare passi indietro: «In caso di sfiducia come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri: lo dico con grande franchezza. Questa è la libertà che ha una persona che ha un altro lavoro». Oltre al tema trivelle, Costa ha anche parlato degli inceneritori: «Sono fermamente contro: volerli costruire è ideologia, non economia. Questa non è ideologia ma è economia verde, che è più conveniente dell’altra economica. L’ho chiesto anche a Confindustria, ma sono rimasti tutti zitti».
NUOVO CASO TRIVELLE
«Sono per il no alle trivelle. Se la commissione Via-Vas dà parere positivo io non firmo. Gli investimenti per le energie rinnovabili devono crescere, è questa la mia visione di futuro. Mi farò qualche nemico? Saranno gli stessi nemici dell’ambiente e del paese Italia», ha ribadito Sergio Costa su Twitter. Ma l’accordo tra Carroccio e penta stellati tarda ad arrivare: come sottolinea Il Fatto Quotidiano, le commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato non hanno ancora terminato l’esame delle modifiche al dl e si sono aggiornate oggi alle 13:00. Il Partito Democratico, per voce di Giacomo Portas, ha mandato un messaggio a Matteo Salvini: «La Lega dica sì alla Tav, alle trivelle e allo sviluppo. E convinca subito il Movimento 5 Stelle: senza innovazione perdiamo solo dei posti di lavoro». Costa però è netto: dopo la presidenza del Parco del Circeo, un altro caso per la maggioranza gialloverde…