Ieri il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto di procedere contro Matteo Salvini, il ministro dell’Interno tira dritto e rilancia. Come riporta Il Fatto Quotidiano, il capo del Viminale ha ribadito di non aver bisogno di protezioni: «Se ho pensato questa notte all’immunità dopo il caso Diciotti? Ho dormito benissimo. Farò le mie valutazioni. Non ho bisogno di protezioni. Altri utilizzavano l’immunità perché rubavano, io perché ho fatto il mio dovere da ministro. E ritengo di aver applicato la costituzione che prevede la difesa della patria. Deciderà il Senato liberamente. Lo rifarei. Se ritengono sono pronto a farmi processare». L’Associazione nazionale magistrati però ha condannato le parole del ministro, ecco l’analisi del presidente dell’Anm Francesco Minisci: «Bisogna abbassare i toni del dibattito e noi auspichiamo che la dialettica torni nei canoni corretti: la magistratura ha le sue prerogative, noi rispettiamo quelle di tutti, ma chiediamo rispetto». (Aggiornamenti di Massimo Balsamo)



“COSI’ VANNO CONTRO IL POPOLO ITALIANO”

Il tribunale di Catania intende processare il ministro dell’interno, Matteo Salvini, per sequestro di persona dopo il caso della Diciotti. Oggi il titolare del Viminale ha parlato con il Corriere della Sera, e durante la chiacchierata con il quotidiano ha fatto sapere di essere pronto a farsi processare per “sfidare” la magistratura catanese: «Sono tentato di dire andiamo avanti: processatemi. Voglio vedere se si può processare un ministro perché fa quello che dice». Salvini si dice assolutamente sorpreso dall’iniziativa del tribunale di Catania, in ogni caso «tutti i giuristi consultati mi dicono che la cosa è totalmente infondata. Perché una scelta politica, può piacere o non piacere, ma va rispettata. La domanda è: può un ministro fare ciò che ha promesso agli elettori o deve decidere qualcun altro? Non posso credere a quanti magistrati e avvocati mi abbiamo messaggiato per dirmi di andare avanti, che questa cosa non sta in piedi». Il vice presidente del consiglio punta il dito anche contro la sinistra, rea di aver creato un clima troppo ostile nei confronti dello stesso ministro dell’interno: «Tutti quegli pseudo intellettuali che non fanno che darmi del fascista, del razzista, del demonio poi rischiano di trovare menti deboli che danno loro retta». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SALVINI E IL CASO DICIOTTI: LA VIGNETTA DI VAURO

Il tribunale di Catania ha chiesto che il ministro dell’interno, Matteo Salvini, venga processato in merito alla vicenda dei migranti della Diciotti, che secondo gli stessi giudici etnei, avrebbe di fatto sequestrato i profughi presenti sull’imbarcazione della guardia costiera italiana. Ora toccherà al senato votare in favore o contro lo stesso leader leghista, una vicenda che è stata colta al volo dal vignettista Vauro Senesi, storicamente di sinistra e storicamente antagonista del titolare del Viminale, che ha deciso di realizzare una nuova vignetta proprio riguardante il vice-presidente del consiglio. Nel disegno, realizzato per la rivista Left, si vede Matteo Salvini che sta per indossare una nuova divisa a strisce verticali bianche e nere, una vecchia maglia da carcerato. Vauro ha voluto fare il verso a Salvini che spesso e volentieri ha indossato numerose divise durante le visite da nord a sud della nostra penisola. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SALVINI, CHIESTO PROCESSO PER CASO DICIOTTI

Diversamente da quanto sollecitato dalla Procura guidata da Carmelo Zuccaro, il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona per il caso della nave Diciotti. I tre giudici Nicola La Mantia, Paolo Corda e Sandra Levanti, come riportato da La Repubblica, sono convinti che vi siano i margini per procedere contro il titolare del Viminale per il trattenimento a bordo della Diciotti dei 174 migranti poi sbarcati a Catania e che Salvini abbia abusato del suo potere. Nel corso della diretta Facebook in cui ha affermato la propria volontà di non arretrare rispetto alla gestione del fenomeno migratorio, il vicepremier ha ricordato come debba essere il Senato, adesso, a pronunciarsi sull’autorizzazione a procedere:”Ora la parola passa al Senato e ai senatori che dovranno dire si o no, libero o innocente, a processo o no. Sono sicuro del voto dei senatori della Lega. Vedremo come voteranno tutti gli altri senatori, se ci sarà una maggioranza in Senato. Ma lo dico fin da ora, io non cambio di un centimetro la mia posizione“. (agg. di Dario D’Angelo)

TRIBUNALE DEI MINISTRI CATANIA CHIEDE AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO SALVINI

Aggiornamenti di rilievo sul caso della nave Diciotti: il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il capo del Viminale era finito sotto inchiesta dopo lo sbarco dei migranti, ma la Procura guidata da Carmelo Zuccaro ha poi chiesto l’archiviazione. Di pensiero differente i tre giudici che hanno esaminato il fascicolo proveniente da Palermo, che ritengono che ci siano elementi per procedere per il trattenimento a bordo dei migranti soccorsi dalla nave Diciotti poi sbarcata a Catania. Il segretario federale della Lega è accusato di sequestro aggravato di persona e di minori, reato per il quale è prevista una pena dai 3 ai 15 anni di reclusione.

LA PRESA DI POSIZIONE DI SALVINI

Non è tardata ad arrivare la presa di posizione di Matteo Salvini, che in diretta Facebook ha commentato: «Da tre a quindici anni di reclusione, manco fossi uno spacciatore o uno stupratore». Il capo del Viminale però non fa alcun passo indietro: «Io non cambio di un centimetro la mia situazione: barchini e barconi in Italia non sbarcano. Se sono stato sequestratore una volta, ritenetemi sequestratore per i mesi a venire. Non cambio idea». Prosegue il ministro dell’Interno: «Lo rivendico, lo confesso e lo ammetto: ho bloccato la procedura di sbarco dei migranti. Se questo è un reato, sono colpevole e mi dichiaro colpevole di altrettanti reati nei mesi a venire». E manda un messaggio ai tre giudici che hanno esaminato i fascicoli: «Preparatevi a compilare altri atti, magari arriverò all’ergastolo, perché ho bloccato e riboccherò la procedura di sbarco di migranti». Salvini poi ribadisce: «Non entro nel merito del vostro lavoro ma chiedo al popolo italiano se devo continuare a fare il ministro, esercitando diritti e doveri di un ministro, oppure se dobbiamo demandare a questo o quel tribunale le politiche sull’immigrazione».