Dopo aver anticipato il servizio delle Iene in cui emerge che il papà Vittorio ha tenuto in nero un lavoratore della propria azienda, Alessandro Di Battista ha ricevuto non poche critiche sui social dai suoi avversari politici. Teresa Bellanova, del Partito Democratico, ha ricevuto diversi consensi su Twitter per il suo cinguettio:”Di Battista: la commedia “mio padre ha un lavoratore in nero e mi sono molto arrabbiato”, l’ha già recitata Di Maio. Vi siete candidati per smascherare disonesti, incitate i vicini a far le spie, e nei vostri armadi si affollano gli scheletri. L’ipocrisia trionfa. Bella così la vita”. Virale il commento di Emiliano Fittipaldi, giornalista de L’Espresso:” Di Battista, 2017: ‘Ringrazio mio padre, fiero di essere suo figlio: c’è chi come padre ha Tiziano Renzi’. Dibba, 2018: ‘Mio padre? È il fascista più liberale che c’è. È onesto: perciò lo stimo’. Dibba, 2019: ‘È vero, papà paga un lavoratore in nero’. Nemesi di un moralizzatore”. Tranchant anche il commento di Davide Serra:”Di Maio e Di Battista sono la piuà grande presa in giro della storia. Hanno padri che assumono persone in nero, senza diritti e senza pagare tasse, loro ovviamente non sanno nulla, e poi parlano di Onesta e Trasparenza. Solo Arroganza, Ipocrisia, Malafede, Ignoranza”. (agg. di Dario D’Angelo)
DI BATTISTA, “NON GIUSTIFICO MA COMPRENDO MIO PADRE”
«Sono incazzato nero»: Alessandro Di Battista non usa mezze misure nel corso di una diretta su Facebook, con l’esponente del Movimento 5 Stelle che ha ammesso che il padre ha pagato dei lavoratori in nero all’interno della sua azienda. Il grillino ha ribadito: «Non lo giustifico ma comprendo il piccolo imprenditore, sono situazioni generalizzate», chiedendo però che Le Iene indaghino con la stessa efficacia anche per quanto concerne Silvio Berlusconi. L’ex deputato pentastellato ha poi concluso la sua diretta social: «Domani sarò in tv dalla D’Urso, proseguo in questi 4 mesi con delle battaglie, non è facile, lo avevo messo in conto: uno del 5 stelle, tutta la sua famiglia, deve essere tutto perfetto, non sempre è semplicissimo. Battaglierò, l’energia la trovo per continuare sull’impegno rispetto ai flussi migratori, rispetto al no tav mi sto impegnando molto, ma ci tenevo a dirvela io questa cosa». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“MIO PADRE PAGAVA LAVORATORI IN NERO, SONO INC…”
Alessandro Di Battista prova ad anticipare la bufera politica che ogni probabilità ne deriverà, uscendo allo scoperto su Facebook e ammettendo che sì, nell’azienda del padre c’è un lavoratore in nero. Quello che appare in un video sui social è un “Dibba” evidentemente afflitto e imbarazzato, racconta della telefonata intercorsa tra lui e il padre, che lo ha informato della “visita” di Filippo Roma, l’inviato de Le Iene che con le sue inchieste ai papà dei politici, prima Di Maio, poi Renzi, ora Di Battista, sta mettendo non poco in difficoltà alcuni dei protagonisti della vita pubblica nostrana. L’ex parlamentare del MoVimento 5 Stelle prova a spiegare:”Qualche giorno fa ho saputo da mio padre che c’è un lavoratore in nero nella sua azienda. Mi sono incazzato, è una cosa profondamente sbagliata. Mi sono arrabbiato a morte, perché non si fa e perché a noi fanno le pulci su tutto. Specialmente ora che sto tornando a dare una mano al Movimento 5 stelle“.
DI BATTISTA, “IENE ORA VADANO DA BERLUSCONI”
Alessandro Di Battista sostiene di non aver preso affatto bene la comunicazione con cui il padre lo informava del fatto di avere un lavoratore in nero nella sua azienda e di voler al più presto rimediare:”Qualche giorno fa ho chiesto a mio padre se fosse tutto a posto e mi ha risposto di no. I lavoratori devono sempre essere messi in regola, lui mi ha risposto che in un momento di difficoltà dell’azienda c’è una persona di 78 anni che ogni tanto va a dargli una mano. Farò il possibile ora affinché la posizione” del 78enne “sia regolarizzata“. Dibba dice di essersi arrabbiato anche per il fatto che il padre non ha chiesto aiuto a lui ma non mette nel mirino Le Iene che “fanno il loro mestiere, non me la sono mai presa con loro. Sono andati dal papà di Di Maio e di Renzi, ora dal mio ed è una cosa giusta“. Una cosa però Di Battista vorrebbe: “Ora però vadano anche da Berlusconi, ora ci sono le carte, le sentenze che attestano i pagamenti a Cosa Nostra“.