Nuova crisi nel Mediterraneo: la nave Sea Watch 3 staziona davanti al porto di Siracusa, con 47 migranti di cui 13 minori prelevati una settimana fa davanti alle coste libiche. Il governo ha chiesto all’Olanda di occuparsene perché la nave batte bandiera olandese, ma L’Aja si è chiamata fuori invocando una soluzione europea; e Salvini starebbe valutando di denunciare l’equipaggio per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Salvini e il collega Toninelli, cui fa capo la guardia costiera, hanno però ricevuto una lettera della procura dei minori di Catania che chiede di far sbarcare i minorenni. Nel frattempo il ministro dell’Interno intende rinunciare all’immunità per farsi processare dal tribunale dei ministri sulla vicenda della nave Diciotti, per la quale è indagato di sequestro di persona aggravato. Una sfida ai pm, ma anche a M5s e al governo. Secondo Stefano Folli, editorialista di Repubblica, saranno le elezioni europee a sbloccare la situazione.



La Sea Watch 3 mette di nuovo sotto stress il governo. Salvini intende superare a sinistra i pm, sfidando l’immunità e facendosi processare. Dove porta questa crisi?

Nessuno può saperlo. Quando il governo è partito, Salvini ha dato seguito alle promesse elettorali e fermato l’approccio lassista, in parte già corretto da Minniti. Queste scelte hanno intercettato il senso di preoccupazione che c’era nel paese, ora però il problema è un altro: l’emergenza appare senza sbocchi.



L’Europa?

Se ne infischia. Però non possiamo ingaggiare un braccio di ferro ogni volta che una nave si avvicina alle nostre coste. Quanto può durare?

Lei cosa risponde?

Noi non possiamo accoglierli tutti e certamente non ha intenzione di farlo l’Europa. Però vedo mancare un’idea politica su come affrontare il problema, che, rendiamoci conto, è enorme.

Ci serve un patto con la Germania.

Ma da solo non basterebbe, perché la questione richiede un approccio e una risposta multilaterali. Nemmeno lo scontro con la Francia, dove abbiamo tante buone ragioni, ci aiuta a risolvere il problema.



Lo stop agli sbarchi incontra il favore degli italiani.

Sarei più cauto. I porti chiusi o lo sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto non dico che facciano perdere molti voti a Salvini, ma certamente non gliene fanno guadagnare di nuovi. Però bisogna stare attenti, perché vedere persone che muoiono di freddo su una nave potrebbe cambiare qualcosa nell’opinione pubblica. Questa emergenza continua può rinforzare l’idea che non c’è soluzione, mentre la politica è proprio questo, trovare soluzioni.

La Sea Watch 3 batte bandiera olandese ma l’Olanda non ne vuole sapere.

Immagino ci siano state ragioni del tutto nobili per questa operazione di soccorso, ma la strategia evidente è quella di premere per creare un precedente. La risposta italiana però non può essere solo quella della chiusura dei porti.

Sembra ci pensi la procura dei minori di Catania a forzare il blocco.

Vedremo. Siamo sul filo del rasoio. Ripeto, non vedo una soluzione. Intanto questa crisi tende a separare parte dei 5 Stelle dalla Lega.

Lega ed M5s sono ai ferri corti sulle grandi opere. Salvini ha acconsentito a una moratoria sulla stop alle trivelle, ma ora vuole la Tav.

Anche qui non vedo una via d’uscita. O meglio, la via d’uscita c’è e sono le europee. Se i risultati del voto saranno tali da ridimensionare sensibilmente una delle due forze, ogni motivo sarà buono per aprire una crisi di governo. Ma per farlo ci vuole una convenienza politica, altrimenti si mette la sordina, come adesso.

E se il voto europeo consolidasse i rapporti di forza esistenti, senza un netto vincitore?

Sarebbe una spinta molto forte a trovare un compromesso. Sulla Tav e sul resto.

Di migranti e grandi opere abbiamo detto. La crisi economica?

E’ un’altra spina vera, che tocca soprattutto il reddito di cittadinanza. Il reddito partirà in vista delle europee, ma rischia di non avere le risorse per essere mantenuto nel tempo. Anche le sue sorti sono legate al voto: se M5s uscirà bastonato dalle urne, non avrà più la forza politica per difendere e imporre il provvedimento.

Come spiega la differenza di valutazione del quadro economico fornita dal Fmi rispetto a Draghi?

Draghi è stato molto più cauto, non intende favorire la destabilizzazione del paese. La sua è una preoccupazione autentica per le sorti dell’Italia.

Prodi ha detto che alla sinistra mancano una prospettiva e un leader. Non è poco.

Mi pare che Prodi – ma nemmeno Enrico Letta – abbia alcuna intenzione di sostenere quest’operazione in corso a firma Calenda. Sono mondi diversi: Prodi appartiene a un centrosinistra che non c’è più, mentre con Calenda ci sono personaggi che gli hanno fatto la guerra, in maniera esplicita o implicita. Però, fossi stato Calenda, volendo fare un manifesto per l’Europa sarei andato a trovare Prodi.

A quanto pare non è stato così.

Segno evidente di una gestione dilettantesca.

(Federico Ferraù)

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